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28 Ottobre 2023
10:30

Come e perché lasciare libero il tuo gatto

Il gatto, come qualunque altra specie vivente, ha inclinazioni e bisogni che vanno tenuti in considerazione per garantire il suo benessere. La libertà di movimento ed esplorazione è uno di questi, ma come conciliarla con la sicurezza?

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Validato da Sonia Campa
Membro del comitato scientifico di Kodami
gatto

Il gatto, come qualunque altra specie vivente, ha inclinazioni e bisogni che vanno tenuti in considerazione per garantire la migliore qualità della vita possibile. Nel caso specifico dei nostri amici felini, la libertà di movimento e di esplorazione rientra tra le inclinazioni e i bisogni modellati in millenni di selezione naturale, un bagaglio che, se represso completamente, rischia di portare ad alterazioni del comportamento o a patologie.

Ovviamente non è sempre semplice riuscire a conciliare libertà e sicurezza. Tralasciando i gatti che vivono liberi – e che sono riconosciuti dalla legge come tali – quelli che vivono in appartamento e condividono la vita con gli esseri umani possono essere più o meno motivati e desiderosi di uscire di casa per esplorare, ma potrebbero non essere nelle condizioni ottimali per farlo senza incorrere in rischi, o senza violare la legge.

Su quest'ultimo punto, in realtà, la situazione è chiara: la Legge 281 del 1991 (“Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo”) riconosce il diritto ai gatti di vivere in libertà senza che venga loro fatto del male o rimossi dal territorio. Sul fronte dei rischi, è innegabile che gli animali domestici che vagano all'esterno sono esposti a rischi come incidenti stradali, avvelenamenti, malattie trasmesse da altri animali e potenziali aggressioni da parte di altri animali. Non solo: i gatti stessi, in quanto predatori, potrebbero rappresentare un rischio per la fauna selvatica, uccelli e piccolo roditori in primis.

Si può dunque lasciare libero il gatto, e potrebbe anche essere opportuno per andare incontro ai suoi bisogni e alle sue esigenze, ma è bene sapere a cosa si potrebbe andare incontro e le precauzioni da adottare.

Perché è importante lasciare libertà ai gatti?

La decisione di lasciare un gatto libero di uscire o mantenerlo all'interno dipende, come detto, da vari fattori, e può variare da situazione a situazione. I gatti sono animali curiosi per natura, e hanno un forte istinto di esplorazione. Lasciarli uscire consente loro di soddisfare questo bisogno, esplorando l'ambiente circostante. Gli spazi aperti, inoltre, offrono ai gatti l'opportunità di esercitarsi, correre e giocare, contribuendo al loro benessere fisico e psicologico, oltre che consentire loro di esercitare la loro propensione alla caccia.

A questo si aggiunge la stimolazione mentale: l'ambiente esterno offre una varietà di stimoli sensoriali, come suoni, odori e movimenti, che possono arricchire la vita di un gatto, soprattutto di uno che vive al chiuso.

Come garantire la sicurezza del gatto in libertà

Al netto di tutti i "benefici" elencati, è altrettanto vero che gli animali domestici che si muovono liberamente all'esterno sono esposti a numerosi rischi. Prima di decidere di lasciare uscire il nostro gatto, dunque, va valutato il contesto in cui si vive: consentirgli di uscire in una zona di campagna, per esempio, o comunque tranquilla e lontana dal traffico o da aree in cui vivono altri predatori, è certamente più opportuno rispetto a un'area che sorge nei pressi di arterie molto trafficate, superstrade e in generale luoghi in cui è altamente probabile che il gatto incontri antagonisti naturali che potrebbero ferirlo, o peggio.

Fatta questa premessa, il gatto va messo in sicurezza anche contro patologie ed eventuali smarrimenti. Importante dunque assicurarsi che abbia fatto la vaccinazione trivalente secondo il piano vaccinale stabilito col veterinario, e il vaccino che copre contro la FeLV, da richiamare annualmente. Importante anche usare un antiparassitario per evitare infestazioni di pulci o zecche, molto pericolose, e nel caso delle gatte femmine, procedere alla sterilizzazione per evitare gravidanze. E poi, fondamentale visti i tempi che corrono, il microchip: in questo modo se il gatto dovesse allontanarsi troppo e smarrirsi, e venisse trovato da qualcuno, basterebbe portarlo da un veterinario per risalire alla sua famiglia di riferimento. Il microchip va inserito dal veterinario, e bisogna assicurarsi che poi lui stesso proceda all'iscrizione all'anagrafe.

Si può poi prendere in considerazione il collarino – rigorosamente senza campanellino – a cui si può collegare una targhetta o su cui si può stampare un numero di telefono di riferimento, ma solo se il gatto lo tollera, perché per alcuni è invece un accessorio insopportabile e li mette anche a rischio di restare incastrati in recinzioni, alberi o altri ostacoli.

In definitiva, la scelta di lasciare un gatto libero di uscire o tenerlo all'interno va presa considerando attentamente i pro e i contro, e tenendo conto delle specifiche esigenze del gatto e dell'ambiente in cui vive. Alcune persone optano per una via di mezzo, permettendo ai loro gatti di uscire in modo controllato, sotto supervisione, o utilizzando recinzioni o aree esterne sicure per loro.

I gatti possono essere lasciati liberi? Cosa dice la legge

Come detto, la legge riconosce ai gatti lo status di gatti liberi. La normativa vigente non vieta ai pet mate di lasciare vagare i propri gatti e, allo stesso tempo, stabilisce in maniera molto chiara che i gatti che non hanno pet mate debbano vivere sempre liberi e possano organizzarsi in colonie feline. La legge consente inoltre ai gatti di vivere in condominio (salvo specifici regolamenti condominiali), sia negli appartamenti privati sia negli spazi comuni, sempre che non vi siano delle specifiche clausole nel regolamento che lo impediscano.

In mancanza di queste, infatti, la giurisprudenza ha ritenuto che il libero girovagare dei gatti – salvi i casi in cui si creino problemi di igiene e pericoli per la salute – non vada in alcun modo ad alterare e limitare l’uso normale delle parti comuni condominiali.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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