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18 Settembre 2023
10:49

Civetta soccorsa in mezzo alla strada: attenzione a non trattare i selvatici come gli animali domestici

A raccontare la storia sono i volontari dell'Enpa Milano, organizzazione animalista che, “approfittando” dei soccorsi effettuati, spiegano agli utenti qualcosa di più e di utile alla comprensione della vita della fauna selvatica e a come approcciare nei suoi confronti nella maniera più corretta.

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Trovata in mezzo alla strada non in cattive condizioni, ma solo un po’ destabilizzata dall’ambiente non familiare, una civetta è arrivata nelle mani dei volontari dell’Enpa Milano giovedì scorso: «Stava abbastanza bene, era spaventata più che altro. All’inizio, infatti, non ne ha voluto sapere di mangiare, se non alimentata forzatamente dai nostri volontari, situazione non infrequente ma sempre delicata da gestire. Chiaramente, come d’abitudine, l’indomani è stata trasferita al CRAS di Vanzago, dove avrà modo di riprendersi in tutta tranquillità».

A raccontare la storia sono appunto gli operatori dell’organizzazione animalista che, come ogni volta, “approfittando” dei soccorsi effettuati, spiegano agli utenti sempre qualcosa di più e di utile alla comprensione della vita della fauna selvatica e a come approcciare nei suoi confronti nella maniera più corretta.  «Uno degli aspetti più complessi nella nostra quotidiana attività di soccorso della fauna selvatica – fanno sapere dall’Enpa – è avere il giusto equilibrio tra empatia e rispetto della natura libera di questi animali. Infatti, la tentazione di approcciarsi a loro come faremmo con un animale domestico è sempre forte, specialmente quando sono così fragili e indifesi».

Questo tipo di atteggiamento, tuttavia, è molto sbagliato perché per un selvatico le manipolazioni non necessarie, specialmente in un contesto di cattività, seppur temporanea, sono fonte di grande stress: «Le foto che pubblichiamo, ad esempio, vengono scattate contestualmente alle visite o al momento della stabulazione o dell’alimentazione, proprio per non creare ulteriore disagio. In generale, questo vale anche per i selvatici nel loro habitat, in città e non, che non dovrebbero essere abituati ad accettare attenzioni e cibo dall’uomo, per non rischiare che sviluppino una confidenza per loro non naturale e dunque potenzialmente molto pericolosa».

Comprendere la natura di un animale selvatico, imparare a rispettarla, ma, allo stesso tempo, prendersi cura degli esemplari bisognosi di aiuto è quello che un volontario ENPA apprende giorno dopo giorno ed è quello che andrebbe appreso da più persone possibili, in modo da non perdere l’occasione di provare a capire cosa significa una convivenza tra umano e selvatico a tutti gli effetti soddisfacente. Cosa assolutamente possibile solo attraverso l’abbandono da parte dell’umano di quel senso di superiorità che lo contraddistingue nei confronti delle altre specie, animali non umani soprattutto, e tramite la volontà di aprirsi senza pregiudizi a nuovi modi di vivere.

È strano come ancora oggi, in una società che ha acuito molto la propria sensibilità nei confronti degli animali, nonostante certo non sia tutto rosa e fiori, vedi abbandoni, vedi allevamenti intensivi, ecc., sia ancora così forte la tentazione di far passare per eccezionali e soprattutto allarmanti degli eventi del tutto naturali. Come per esempio il caso dei lupi o dei cinghiali, presi spesso di mira per creare angoscia e paura raccontando della loro attività di predatori come uno spettacolo macabro e osceno. Ma il lupo è un cacciatore e si nutre di altri animali, come cervi, caprioli e cinghiali, ma nessuno show dell’orrore viene messo in atto, ma un semplice comportamento istintivo e naturale.

Abbiamo letto dello sterminio di coccodrilli in California, fatto passare come un semplice piano di contenimento perché sono un pericolo pubblico, ma abbiamo anche letto che il numero di attacchi e di eventi fatali a loro imputati, sono ridicoli rispetto alla popolazione sia dei rettili che degli umani. Peraltro, se proprio vogliamo andare a vedere, a differenza della California, nel Burkina Faso, uomini e rettili convivono serenamente da molto tempo: gli abitanti del villaggio di Bazoulé, infatti, si abituano sin da piccoli a trascorrere il loro tempo con i coccodrilli, nuotano con loro vicino, si siedono sul loro dorso, li alimentano. E non è uno zoo, né lo show di ripiego proposto da uno degli aquapark, è la vita vissuta da un piccolo villaggio in Africa che, peraltro, non è l’unico.

Senza arrivare a questi livelli davvero molto alti di convivenza, anche qui da noi sarebbe possibile vivere con i selvatici senza problemi: basterebbe conoscere le loro abitudini, osservarli da lontano soprattutto quando mangiano o hanno dei cuccioli al seguito. Basterebbe evitare di infastidirli, provocarli o mandarli in uno stato di panico e basterebbe non interferire con le loro attività naturali. Ma, soprattutto, basterebbe sapere una cosa soltanto: e cioè, che quando condividiamo gli stessi territori con la fauna selvatica, siamo noi umani a invadere il loro spazio, quasi mai il contrario.

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Simona Sirianni
Giornalista
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