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21 Aprile 2022
11:34

Cinghiale avvistato a Monteverde destinato al macello: polemica sulla gestione della fauna selvatica a Roma

Il cinghiale è stato avvistato nei pressi di un'area verde del quartiere residenziale in cui abita anche il sindaco Roberto Gualtieri, a pochi chilometri da Trastevere. Narcotizzato sul posto, il suo destino era segnato: ancora oggi la città, nonostante il numero sempre più alto di ungulati, non ha un piano di contenimento adeguato.

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cinghiale depopolamento

La presenza di cinghiali a Roma è una questione di cui si dibatte ormai da anni, diventata anche tema centrale di campagne elettorali e scontri politici. E l’ultimo avvistamento ha gettato benzina sul fuoco della polemica: per la prima volta un cinghiale è stato infatti avvistato nel quartiere Monteverde, ironia della sorte quello in cui abita anche il sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri. Parecchio distante insomma dalla zona nord della città, dove la presenza degli ungulati è ormai fissa e i residenti si sono abituati a vederli scorrazzare anche in gruppo, con cuccioli al seguito, in cerca di cibo.

Il cinghiale è stato visto aggirarsi giovedì mattina nei dintorni della pista ciclabile di viale dei Quattro Venti, nel quadrante conosciuto dai residenti come Monteverde vecchio, a una manciata di chilometri di distanza dal parco di Villa Pamphili: una presenza che ha scatenato il dibattito per diversi motivi, primo tra tutti il modo in cui la situazione è stata gestita.

Narcotizzato e prelevato dalla Asl, ma il destino è il macello

Secondo quanto ricostruito da Kodami, infatti, la persona che ha avvistato il cinghiale (che stava camminando solo) ha avvisato la polizia locale di Roma Capitale e sul posto è arrivata una pattuglia del XII Monteverde che, verificata la presenza, ha allertato gli organi competenti. A quel punto in viale dei Quattro Venti è intervenuta la Asl con personale veterinario, che ha narcotizzato l'animale e lo ha prelevato, ufficialmente per «trasferirlo in una struttura idonea». Sul destino dell’ungulato però restano molti dubbi: alcune persone che hanno assistito alla scena hanno sostenuto che è stato abbattuto sul posto, e la questione è approdata anche sui gruppi social di quartiere, dove il video del cinghiale è stato tra l’altro diffuso per la prima volta.

Di abbattimento ha parlato anche Daniele Diaco, vicepresidente della Commissione Ambiente e consigliere capitolino del M5S, che in una nota ha puntato il dito contro il sindaco Gualtieri e il presidente della Regione, Nicola Zingaretti: «Apprendiamo che il povero cinghiale avvistato in zona Monteverde è stato narcotizzato e poi abbattuto – ha detto Diaco – L’ennesimo atto sciagurato dell’amministrazione Gualtieri che, al pari della Regione Lazio, non ha alcuna voglia di adottare soluzioni etiche e meno brutali per il contenimento dei cinghiali e non intende recedere dalla violenta politica degli abbattimenti. Gualtieri e Zingaretti, a quanto sembra, conoscono un unico approccio al tema: l'abbattimento sanguinoso dei cinghiali. Noi, invece, continueremo sempre a perorare iniziative più etiche e meno violente, a tutela della fauna selvatica e degli ungulati e a chiedere di fermare quanto prima la barbara pratica degli abbattimenti selvaggi».

Sul fatto che il cinghiale sia stato abbattuto sul posto non vi è in realtà certezza. La polizia locale di Roma Capitale ha confermato che l’animale è stato addormentato, (ed è possibile che chi ha assistito alla scena abbia visto il procedimento di telenarcosi, ovvero l’uso di un fucile per sparare il narcotico, scambiandolo per l’abbattimento), e che è stato poi caricato su un furgone dagli operatori e portato via. Il protocollo in questo caso prevede comunque che l’animale sia portato al macello, anche alla luce del fatto che non esistono oasi faunistiche e aree apposite in cui liberare gli animali prelevati dall’ambiente urbano, ed è su questo che le associazioni animaliste da tempo si battono: la richiesta è quella di mettere (finalmente) a punto e in pratica un piano in grado di prevenire, più che di curare, tenendo i cinghiali a distanza attraverso reti e recinzioni così da evitare incursioni e di conseguenza abbattimenti.

Le associazioni insistono: «Servono piani di contenimento per evitare metodi cruenti»

«Chiediamo al sindaco Gualtieri e all’assessore all’Ambiente Alfonsi di trattare la vicenda con la massima trasparenza, dando notizia di cosa avverrà dopo la segnalazione e di quale sarà la destinazione del cinghiale – ha detto Rita Corboli, delegata dell’Oipa di Roma, dopo l’avvistamento del cinghiale a Monterverde – Il sindaco  in campagna elettorale ci ha assicurato la massima cura del tema riguardante i diritti degli animali e dunque chiediamo che questo cinghiale “monteverdino”, forse arrivato dalla Valle dei Casali, sia messo in salvo e trasferito in un’area protetta, lontano da zone di caccia e da aziende alimentari. Chiediamo inoltre che, se femmina, sia verificata la presenza di eventuali cuccioli».

Molti romani d’altronde ricordano l’uccisione della mamma cinghiale e dei sei cuccioli che nell’ottobre del 2020 si erano rifugiati nell’area giochi dell’Aurelio, dove erano stati rinchiusa primi dell’abbattimento da parte dei veterinari della Asl. E soltanto qualche settimana fa a Vigna Clara era stato narcotizzato e poi ucciso Poldo, il cinghiale “adottato” dal quartiere: per moltissimi abitanti della Capitale i cinghiali sono ormai diventati vittime di una malagestione della situazione, attirati in città dai cassonetti spesso pieni sino all’orlo e dalle strade poco pulite (oltre che da comportamenti dannosi da parte di cittadini che li nutrono volontariamente) e poi abbattuti quando si spingono troppo vicino alle case e vengono notati.

A inizio aprile in alcune zone di Roma era partito un progetto pilota finalizzato alla realizzazione di recinzioni di contenimento per chiudere i varchi attraverso cui i cinghiali arrivano in città. Della questione si era occupato un apposito tavolo tecnico istituito tra Roma Capitale, Città Metropolitana, Regione Lazio, Ispra e Istituto Zooprofilattico, allargato anche agli Enti parco e ai Municipi, che aveva stabilito di iniziare a mappare il Municipio XIV e il Municipio XV per capire dove realizzare i lavori di scavo per le recinzioni. Iter e procedimento sono però lunghi, e tempi certi ancora non sono stati forniti. Nel frattempo i romani, per evitare abbattimenti, hanno iniziato a non segnalare più la presenza (massiccia) dei cinghiali in alcune zone della città, imparando a convivere con loro e a tenersi a distanza in attesa che venga adottata una strategia unitaria e a lungo termine.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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