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25 Novembre 2023
17:58

Cane finisce in una trappola per cinghiali: lo salvano i volontari del NITA

Un cane randagio era rimasto intrappolato in una trappola per cinghiali a Marina di Ginosa: è allarme bracconieri.

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Un cavetto d’acciaio a strangolo occultato tra la vegetazione, il guaito disperato di un animale percepito da una persona di passaggio. Era rimasto incastrato in una trappola abusiva per cinghiali: un cane è stato salvato dalle guardie zoofile del NITA in zona Torre Mattoni a Marina di Ginosa, in provincia di Taranto. L’animale era caduto nel congegno rudimentale messo su sicuramente da un gruppo di bracconieri, la cui attività illegale già più volte è stata segnalata nella zona.

«Abbiamo ricevuto la segnalazione del lamento di un cane – ha raccontato a Kodami il responsabile provinciale del NITA Leonardo Galante – Arrivati sul posto abbiamo deciso di perlustrare l’area con un drone. Dopo un po’ di tempo abbiamo rilevato dalle immagini aeree una massa bianca. Era un cane catturato da una trappola abusiva per  cinghiali. Liberato l’animale abbiamo effettuato un sopralluogo nella zona rilevando altre trappole, realizzate con cavetti di acciaio a strangolo. Sono state subito rimosse».

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Il cane, appena liberato, invece, è fuggito. Stava bene ma era molto impaurito. Doveva trattarsi probabilmente di un randagio della zona. Al di là del singolo episodio, l’utilizzo di questi strumenti di cattura potrebbe rappresentare un pericolo anche per l’uomo. Esattamente come per gli episodi dei colpi di carabina sparati a poca distanza dalle abitazioni, denunciati dallo stesso NITA, il rischio di incidenti in questi casi è dietro l’angolo.

«Con l’arrivo del periodo dei funghi e degli asparagi molte persone si avventurano nelle campagne – spiega Galante – Questi cavi vengono posizionati negli attraversamenti obbligati da cui passano i cinghiali, come canali di bonifica e varchi nelle recinzioni. Il pericolo può essere che qualcuno potrebbe imbattersi in uno di questi animali intrappolati e non accorgersene. La reazione del cinghiale spaventato potrebbe essere molto pericolosa per l’uomo. Un cinghiale bloccato da un cavo di acciaio, spaventato, attacca chiunque gli si avvicini».

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Da tempo l’attività di bracconaggio nella zona è stata documentata e denunciata alle autorità competenti. Purtroppo il contrasto a questa pratica al momento si è rivelato inefficace, agevolato anzi dal proliferare dei cinghiali e dalle loro incursioni nei centri abitati, alla ricerca di cibo. L’animale selvatico che si avvicina troppo all’uomo si abitua a incontrarlo e rischia di fidarsi anche di chi può avere intenzioni tutt’altro che pacifiche nei suoi confronti.

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Sebbene la legge 157 del 1992, relativa alla protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio, consenta la caccia al cinghiale nel periodo compreso tra il 1 ottobre e il 31 dicembre o dal 1 novembre al 31 gennaio, è comunque limitato all’utilizzo di armi e mezzi conformi a quelli previsti dalla normativa (es. fucili). È peraltro espressamente vietato l’utilizzo di trappole, reti, tagliole, lacci, archetti o congegni  similari, come ne è vietata la produzione, la vendita e la detenzione. La stessa norma prevede una serie di sanzioni di natura sia amministrativa che penale per chiunque violi la legge, con pene che possono prevedere in taluni casi anche l’arresto.

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Roberto Maggi
Giornalista
Sono nato a Bari nel 1985. Sono un giornalista, fotografo e videomaker. Amo raccontare storie di animali sia con le parole che con le immagini. Sono laureato in giurisprudenza e da anni seguo la cronaca locale in Puglia. Amo tutti gli animali, ma in particolar modo i gatti. Faccio spesso amicizia con loro quando viaggio con la mia moto.
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