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30 Dicembre 2022
11:52

Bracconaggio, a Benevento numerosi uccelli protetti impallinati dai cacciatori

I volontari LIPU di Benevento, segnalano diversi casi di bracconaggio ai danni di specie protette durante la stagione venatoria. L'ultimo, in ordine di tempo, è un airone guardabuoi che i veterinari non sono riusciti a salvare.

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Mentre ancora si discute animatamente per l'emendamento contenuto nella Legge finanziaria che consentirà la caccia anche in città e nelle aree protette, la stagione venatoria prosegue e come ogni anno si contano gli esemplari di specie protette abbattuti illegalmente o feriti dai cacciatori. La denuncia, in questo caso, arriva dal Beneventano dove i volontari della LIPU Sannio segnalano numerosi illeciti e atti di bracconaggio a danno di uccelli protetti, come rapaci o aironi.

Come accaduto a una poiana (Buteo buteo), soccorsa dai volontari nei pressi del fiume Calore: numerose persone si sono mobilitate per farla arrivare al CRAS di Napoli, l'unico centro di recupero in Campania autorizzato al soccorso e al recupero della fauna selvatica. Ferito e fortemente debilitato, il rapace non è però sopravvissuto ed è morto poco dopo il suo ritrovamento. I rapaci come poiane, aquile, falchi, nibbi e sparvieri sono purtroppo tra le "prede" preferite dai bracconieri e tra gli uccelli più numerosi nei CRAS in tutta Italia.

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La poiana è uno dei rapaci più comuni del nostro paese

L'ultimo ad essere riabilitato e liberato, la scorsa primavera, è stato infatti un nibbio reale (Milvus milvus), specie considerata Vulnerabile (VU) in Italia a causa del ridotto numero di esemplari e per la presenza di numerose minacce di origine antropica, come appunto il bracconaggio. Sebbene avesse riportato un trauma cranico e la frattura dell'omero di un'ala, grazie alle cure prestategli dai veterinari del centro recupero di Napoli e dopo un'operazione chirurgica e successiva riabilitazione, è riuscito a riprendersi per essere liberato nuovamente in provincia di Benevento.

Quando si tratta di sparare, tuttavia, per i bracconieri non fa troppa differenza se sopra alle loro teste passa in volo un falco pellegrino, una cicogna oppure un airone. L'ultimo uccello dell'anno a essere impallinato è stato infatti un airone guardabuoi (Bubulcus ibis), ritrovato a terra in provincia di Caserta e consegnato al CRAS di Napoli sempre dai volontari LIPU di Benevento. Arrivato al centro di recupero, gli è stata riscontrata una rottura epatica dovuta a un pallino di piombo che ha perforato il suo fegato portandolo inevitabilmente alla morte.

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Il nibbio reale è considerata una specie vulnerabile in Italia

Questa specie, ormai facilmente osservabile in tutta Italia, è un uccello che ha subito una delle più rapide e ampie espansioni geografiche che si siano mai viste negli ultimi decenni. Originaria della parte meridionale della penisola Iberica, dell'Africa e dell'Asia tropicale e subtropicale, a partire dalla fine XIX secolo si è espansa in tutte le direzioni, conquistando uno dopo l'altro praticamente tutti i continenti.

Si chiama così per via della sua curiosa abitudine di frequentare e seguire assiduamente grossi mammiferi, come appunto vacche, bufale e ovini, nella speranza di catturare insetti e altri piccoli animali attirati dalle mandrie o fatti scappare dal calpestio. In Africa, per esempio, lo si vede spesso far compagnia a elefanti, gnu, bufali o zebre e di tanto in tanto si posa anche sui loro dorsi per nutrirsi dei parassiti.

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L’Italia è al primo posto per numero di uccelli illegalmente catturati, feriti o abbattuti

Sia l'airone guardabuoi che i rapaci, sono specie rigorosamente protette da norme nazionali e internazionali e non è possibile sparargli in nessun caso. Tra l'altro, sono uccelli di grosse dimensioni, facilmente riconoscibili e che non possono quindi essere confusi che nessun'altra specie cacciabile. Chi abbatte questi animali, sceglie quindi consapevolmente di colpirli violando deliberatamente la legge. Tutto ciò non deve comunque sorprendere più di tanto, considerando che il nostro paese è al primo posto in Europa per i reati contro la fauna selvatica, in particolare nei confronti degli uccelli.

Secondo BirdLife, la più importante organizzazione che si occupa della conservazione dell'avifauna, ogni anno nel bacino del Mediterraneo sono circa 25 milioni gli uccelli selvatici che vengono catturati e uccisi illegalmente. Ben 5,6 di questi sono abbattuti o catturati Italia, dietro solamente all'Egitto nella triste classifica sul bracconaggio lungo le sponde del Mediterraneo. Numeri molto probabilmente sottostimati, considerando la scarsità di controlli e la facilità con cui questi illeciti possono essere perpetrati tra i boschi e le campagne durante la stagione venatoria.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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