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6 Marzo 2023
12:24

Angry Birds cambierà nome per salvare degli uccelli dal bracconaggio

Uno dei giochi più scaricati al mondo sta per cambiare nome, anche per sostenere la lotta contro il bracconaggio degli uccelli.

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Nel corso degli ultimi quindici anni diverse specie di uccelli hanno rischiato l'estinzione per colpa dell'industria videoludica.

Tutto inizia nel 2009, quando il mercato degli smartphone era appena nato e su quasi tutti i modelli già venduti – già decine di milioni – erano stati installati solo alcune specifiche app. All'interno dei primissimi iPhone erano infatti poche le applicazioni che potevano essere usate dagli utenti e all'epoca fra tutte le start up che riuscirono ad avere successo e a proporre qualcosa di nuovo che sembrasse innovativo, c'erano alcune aziende di videogiochi.

Fra i diversi titoli che nel 2009 fecero il "botto" c'era Angry Birds, un videogioco di genere rompicapo che aveva come protagonisti dei soffici, arrabbiati e paffuti uccelli, il cui scopo era quello di essere lanciati verso delle costruzioni difese da dei "cattivi" maialini. Un gioco tutto sommato semplice, colorato e che non si prendeva molto sul serio ma che in poco tempo ha cambiato non solo la storia dei videogiochi ma anche, incredibilmente, il rapporto fra esseri umani e uccelli.

Angry Birds è divenuto infatti negli anni uno dei simboli che hanno personificato la rivoluzione tecnologica di inizio millennio, per via della sua immediatezza e semplicità, divenendo uno dei giochi più amati e venduti di sempre. Per oltre dieci anni si è mantenuto al vertice delle applicazioni più scaricate sugli store digitali ed ha fornito il materiale per la creazione di due film (usciti nel 2016 e nel 2019), di una serie televisiva di corti, fumetti e merchandising di vario genere.

Il successo planetario di Angry Birds però ha portato il suo sviluppatore, Rovio, a prendere sempre più le distanze nei confronti di alcuni (troppi!) fan che in maniera sempre più accanita hanno cercato di ottenere illegalmente le specie relative all'avifauna presenti nel gioco, prelevandole direttamente dalle aree naturali.

Fra le specie più colpite dal bracconaggio indotto dal successo di Angry Birds c'è il Cardinale rosso, noto anche come Cardinalis cardinalis. Questa specie della Virginia è stata infatti fra quelle più richieste in America per via della sua colorazione e per il fatto che il protagonista dei due film – oltre che del primissimo gioco – era proprio Red, ovvero un esemplare appartenente a questa specie. Fortunatamente, questo animale presenta un areale molto ampio ed essendo capace di riprodursi una volta l'anno è riuscito a resistere all'aumento delle richieste e delle catture.

Tuttavia in alcune aree centrali degli Stati Uniti le popolazioni native di questa specie – che è da ribadire, non destavano preoccupazioni agli scienziati prima del boom del gioco – si sono diradate per via dei prelievi illegali. Il bracconaggio è infatti esploso così tanto che in alcuni Stati come il Missouri attualmente stanno pensando di limitarne assolutamente il possesso. Anche perché come esempio negativo i biologi conservazionisti, fra cui quelli che lavorano presso l'Agenzia americana per la protezione dell'ambiente, ricordano ancora il caso del film "Alla ricerca di Nemo" che a lungo andare causò la scomparsa totale di alcune popolazioni di pesci pagliaccio (Amphiprioninae) nell'Oceano Pacifico.

All'epoca infatti il successo del film Pixar (uscito nel 2003) indusse molti pescatori indonesiani ad effettuare delle catture illegali, cercando così di soddisfare le richieste internazionali dei negozi di acquari di tutto il mondo che dovevano soddisfare migliaia di clienti che volevano il loro "Nemo personale". La vendita di pesce pagliaccio continua in realtà anche oggi e sta portando allo spopolamento di alcune barriere coralline australiane e dell'estremo oriente.

Proprio per non causare maggiori danni e non essere collegati a questa tipologia di mercato illegale, che colpisce anche molte altre specie fra quelli presenti nel gioco come il ciuffolotto delle Antille maggiori (Melopyrrha violacea), Rovio ha così deciso a partire di quest'anno di cambiare il nome al suo prodotto, rinominandolo Red’s First Flight.

L'azienda spera così, allontanandosi dal concetto di "buffi uccelli arrabbiati" tipico del primo capitolo, di contribuire alla lotta contro il bracconaggio e di portare le persone ad una seria riflessione sul possesso della fauna selvatica.

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Sono molte le specie di uccelli inseriti all’interno del gioco che risultano essere in pericolo a causa dei collezionisti di animali e dei fan del gioco, come questo Cincia dal ciuffo

In verità, secondo alcuni analisti, l'intento di Rovio sarebbe anche quello di dar maggiore spazio ad altri suoi prodotti, già presenti all'interno del catalogo di giochi scaricabili negli store. Angry Birds infatti negli ultimi anni è divenuto un problema per la stessa software house, visto che gli altri giochi prodotti sembrano non aver goduto dello stesso successo mediatico. Solo infatti una piccola percentuale degli utenti di Angry Birds ha dimostrato interesse per gli altri prodotti.

Il cambio di nome sarebbe dunque una politica di "greenwashing"  e non solo per allontanare l'attenzione dei fan nei confronti delle specie che davano prestigio al gioco.

Angry birds ha ottenuto nel 2022 il risultato di 2,2 miliardi di download e la sua storia ci insegna comunque che le minacce che colpiscono la biodiversità nascono a volte anche in luoghi inaspettati.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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