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28 Gennaio 2022
11:09

Boris Johnson autorizzò l’evacuazione di cani e gatti dall’Afghanistan. Ma come è andata davvero?

Secondo la Bbc e il Guardian, in alcune mail ci sarebbe la prova di un ruolo non soltanto attivo, ma personale, del primo ministro Johnson nell’organizzazione della missione Arca organizzata dall’ex soldato britannico Pen Farthing.

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Boris Johnson autorizzò l’Operazione Arca organizzata ad agosto dall’ex soldato britannico Pen Farthing che prevedeva di far evacuare con un volo charter dall’Afghanistan appena conquistata dai talebani, cani e gatti randagi ospitati nel rifugio dell'organizzazione benefica chiamata Nowzad che lui stesso aveva creato, insieme all'aiuto di operatori e ai volontari.

Secondo la Bbc e il The Guardian, che riportano la notizia, la prova di un ruolo non soltanto attivo, ma personale, del Primo ministro nell’organizzazione della missione sarebbe contenuta in alcune mail pubblicate dalla Commissione per gli Affari Esteri del governo, che sta conducendo un'indagine sulla gestione da parte del governo della crisi in Afghanistan.

Una in particolare, molto chiara, di un funzionario dell'ufficio del ministro dell'Ambiente, Zac Goldsmith, il quale nell'agosto 2020 scriveva a un collega del Foreign Office: «La fondazione Nowzad, gestita da un ex Royal Marine, ha ricevuto molta pubblicità e il Primo ministro ha appena autorizzato l'evacuazione del personale e degli animali».

L’Operazione Arca non era passata per nulla inosservata nel Regno Unito ad agosto nel pieno della crisi afghana e aveva fortemente diviso l'opinione pubblica tra i sostenitori e chi riteneva, invece, "indecente" l'idea di salvare cani e gatti invece di dedicarsi alle persone.

Johnson ha sempre negato la sua influenza nell’intervento in difesa dei randagi, così come quello della moglie Carrie Symonds, animalista convinta, che secondo molti media sarebbe stata principalmente lei il Deus ex machina dell'operazione.

E ancora a dicembre, passato qualche mese, alla domanda se avesse dato la priorità agli animali rispetto al popolo afghano nell'evacuazione di Kabul, Johnson aveva replicato che si trattava di un’immane sciocchezza e che mai aveva incaricato funzionari di intraprendere alcun piano particolare.

Cosa successe in quel tragico agosto

L’idea di fondare a Kabul un centro per accogliere animali randagi, venne a Paul Farthing anni fa, mentre era in servizio nel Paese afghano come marine britannico della Royal Navy. Fu l’incontro con un cane per strada, diventato poi suo compagno di vita, che gli aprì gli occhi sulla drammatica situazione che vivevano anche gli animali, oltre alle persone. Fu così che nacque l’organizzazione benefica Nowzad, dove negli anni arrivarono tanti volontari appassionati, creando un gruppo molto unito e affiatato.

Per questo, quando i Talebani arrivarono e conquistarono la città, l’ex soldato, che avrebbe potuto tornare tranquillamente nel Regno Unito, rifiutò di farlo se non insieme a tutto il suo staff e alle loro famiglie, circa 70 persone in tutto, e insieme a tutti i cani e i gatti presenti nel rifugio.

Nacque a questo scopo l’Operazione Arca, che altro non è era che una raccolta di fondi che avrebbe permesso di portare tutti, persone e animali, in salvo in Gran Bretagna. Missione peraltro riuscita, visto che sono stati raccolti oltre 420mila euro e un aereo charter privato era pronto a venire in loro soccorso. Era chiaro, però, che nella situazione convulsa e drammatica di evacuazione generale, come era quella di Kabul, la partenza di quel volo non poteva avvenire senza le autorizzazioni politiche.

Il caso creò un grande scompiglio nell’opinione pubblica inglese, parte della quale era convinta che il militare preferisse salvare gli animali anziché il suo staff. Convinzione rafforzata dal fatto che alla fine Farthing era partito effettivamente portando via solo gli animali. Ma la sua evacuazione senza gli operatori, che sostennero totalmente quella scelta, era avvenuta soltanto perché non erano arrivati in tempo i permessi necessari per tutti.

Una volta a Londra, però, per Farthing l’Operazione Arca non era affatto conclusa. Tutti coloro che avevano lavorato con lui, che si erano appassionati e impegnati per l’associazione in una città dove la vita per tutti, compresi gli animali, è molto difficile, erano ancora là, in pericolo, certi però che l’ex soldato con cui avevano collaborato per anni, li avrebbe portati in salvo. E, alla fine, è esattamente quello che è accaduto. A settembre, infatti, Paul Farthing annunciò personalmente la notizia che tutte le persone di Nowzad erano state evacuate e si trovavano al sicuro a Islamabad.

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Simona Sirianni
Giornalista
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