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13 Gennaio 2023
15:15

Bolzano chiede di nuovo di abbattere i lupi. Dello Sbarba (Verdi): «Proposta con scopi politici e non faunistici»

In Alto Adige si torna a parlare di abbattimento dei lupi. La proposta, però, secondo i Verdi sudtirolesi ha un obiettivo più politico che faunistico.

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Il Consiglio Provinciale sudtirolese ha approvato una proposta di voto dal nome «Grandi carnivori: sì all’abbattimento, laddove necessario, in tempi rapidi e senza ostacoli burocratici», presentata dal Consigliere Josef Unterholzner e firmata da Andreas Leiter Reber e Ulli Mair dei Freiheitlichen, Franz Locher, Manfred Vallazza e Paula Bacher dell'SVP.

Durante la seduta del 12 gennaio, Unterholzner ha chiesto di sollecitare il Governo e il Parlamento nell'ottica di: «Creare le basi per consentire, laddove necessario, l’abbattimento in tempi rapidi e senza ostacoli burocratici dei soggetti problematici, adottare una strategia omogenea per la regolamentazione dei grandi carnivori in tutto l’arco alpino e utilizzare tutte le possibili deroghe consentite dalla legislazione europea, al fine di adeguare il prelievo regolamentato di esemplari della specie selvatica "canis lupus", soprattutto nelle aree montane».

«Un intervento concentrato sulla politica, non certo sulla scienza e sulla fauna»

La mozione, accolta con ampio margine, comprende anche l'intenzione, da parte della Provincia, di elaborare un piano di intervento univoco in caso di attacchi da parte di animali selvatici, facendo riferimento a quanto deciso nei giorni scorsi in Svezia, dove nel mese di gennaio 2023 potranno essere abbattuti 75 lupi.

«Questo intervento è concentrato certamente più sulla politica che sulla scienza e la fauna selvatica – commenta a Kodami Riccardo Dello Sbarba, dei Verdi altoatesini –  Si tratta di un appello al Parlamento che, come sempre, finirà nel dimenticatoio. Il suo scopo è solo quello di dare soddisfazione a un'area dell'SVP che vuole assicurarsi i voti dei contadini».

Nel 2023, infatti, in Alto Adige si terranno le elezioni provinciali e i partiti sono quindi alla ricerca di nuovi equilibri: «Il tema della gestione faunistica viene strumentalizzato per unire e slegare le alleanze, più o meno temporanee, in vista della prossima Legislatura», afferma Dello Sbarba.

Della stessa idea anche Alessandro Piacenza di OIPA, che commenta in una nota: «Si tratta di una mozione chiaramente politica, che risponde a un certo elettorato. Sarebbe auspicabile che la politica si occupasse di generare percorsi progettuali di convivenza consapevole anziché dare voce a malumori che non hanno nulla di scientifico. Ci opporremo in tutte le sedi a un eventuale il declassamento della protezione del lupo e a ogni persecuzione dei grandi carnivori in spregio alla normativa dell’Unione europea».

«Prima di pensare all'abbattimento è indispensabile intervenire con le misure preventive»

Ciò che avvenuto in Consiglio a Bolzano, però, non è altro che una conferma riguardo la chiara linea d'azione che, negli ultimi anni, ha più volte dimostrato il Sudtirolo nell'ambito della gestione faunistica. Un territorio che non nasconde il proprio interesse nel tutelare le richieste di allevatori, agricoltori e contadini a discapito delle specie selvatiche.

«Si può chiedere anche mille volte allo Stato di aprire agli abbattimenti, ma finché non si metteranno in atto tutte le misure preventive per evitare che il lupo entri negli allevamenti, ISPRA non accetterà mai di intervenire – aggiunge  Dello Sbarba – In Alto Adige, però, al momento sono pochissimi gli allevatori che utilizzano i recinti. Questo avviene perché la classe politica è contraria alla prevenzione e preferisce continuare e perseguire la promessa della futura apertura della caccia al lupo. A dimostrarlo è anche la campagna "Wolffreies Südtirol" (Un Alto Adige libero dai lupi ndr), in cui alcune frange della destra parlano della possibilità di estrometterli dal nostro territorio. Un obiettivo irrealizzabile che illude gli allevatori e non considera che è impossibile eliminare una specie intera».

Secondo Dello Sbarba, infine, rimane di grande importanza il ragionamento su un possibile piano di gestione che sia adeguato al contesto sudtirolese, senza però concentrarsi solo sugli interessi di una delle parti: «L'obiettivo deve essere quello della pacifica convivenza tra la fauna selvatica e le attività umane, non quello di perseguitare il lupo solo perché considerato incompatibile con il nostro utilizzo del territorio».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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