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9 Maggio 2023
13:34

Proposta di legge per abbattere i lupi in Alto Adige. Achammer: «Non ci sono alternative»

Una nuova proposta di legge vuole abbattere i lupi problematici in Alto Adige, una iniziativa legislativa per ora solo discussa dalla direzione della Svp, ma che sarà presentata in consiglio provinciale a breve.

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«Dobbiamo agire, dato che le iniziative intraprese a livello romano non porteranno a breve a un risultato». Queste le parole usate da Philipp Achammer, segretario del Partito Popolare Sudtirolese (Svp) che ha preparato una proposta di legge per garantire maggior spazio di manovra alla Regione Alto Adige in materia di abbattimento dei lupi.

«Serve una legge provinciale che fissi in modo dettagliato i vari passaggi necessari affinché diventi possibile il prelievo degli animali problematici. Non ci sono alternative – ha detto Achammer – L'iniziativa legislativa è stata discussa dalla direzione della Svp e sarà presentata in Consiglio provinciale».

La proposta intende snellire il processo per permettere alla Provincia di Bolzano di operare più velocemente con abbattimenti e prelievi in natura di esemplari "problematici", ovvero con comportamenti ritenuti aggressivi e/o troppo confidenti nei confronti dell'uomo. L'attuale legge in vigore infatti dispone che si debba sempre passare attraverso il parere dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), la massima autorità competente in Italia in merito. Per Philipp Achammer, però, la lentezza burocratica costituisce un «serio pericolo per i cittadini» e le decisioni in merito all'abbattimento dei lupi dovrebbero essere prese direttamente dalla Regione.

«La nuova legge – ha dichiarato il Segretario del partito – deve prevedere chiare scadenze. Non si tratta più solo della protezione degli animali da allevamento, ma dopo il tragico fatto in Trentino anche della protezione degli esseri umani».

La proposta è un chiaro segnale di come i malumori nei confronti della fauna selvatica stiano aumentando sempre di più, ingigantiti dai fatti di cronaca dell'ultimo periodo come il caso di Andrea Papi in Trentino, il 26enne la cui causa della morte è stata attribuita all'orsa JJ4.

Iniziano così a fioccare altre proposte di abbattimento e contenimento della fauna selvatica definita "problematica", come quella avanzata da Maurizio Fugatti, presidente della Provincia autonoma di Trento che ha emanato un provvedimento per abbattere JJ4 e tutti gli orsi ritenuti aggressivi o anche solo confidenti nell'avvicinarsi all'uomo ad oggi ancora sospeso dal Tar che si pronuncerà il 25 maggio.

Si sta assistendo a un tiro alla corda infinito fra associazioni animaliste e istituzioni: al centro della fune tesa, però, ricordiamo che c'è in gioco la vita di centinaia di animali. Quando la paura detta legge nascono proposte come quella di Achammer che vorrebbero una maggiore libertà nel decidere le sorti di animali le cui dinamiche di espansione popolazione e di equilibrio ecosistemico prescindono dalla presenza dell'essere umano.

Lupi e orsi, infatti, sono carnivori la cui importanza per gli ecosistemi è fondamentale poiché tengono sotto controllo le popolazioni di erbivori che senza di loro crescerebbero a dismisura costituendo un pericolo per la vegetazione. Rispondere adeguatamente alla paura delle persone deve essere l'obiettivo centrale della politica, ma decisioni che potrebbero sconvolgere i delicati equilibri della natura non possono essere prese così alla leggera.

Prima di tutto sono necessari dati aggiornati della presenza del lupo nella Regione che ad oggi mancano. Gli ultimi li ha comunicati la stessa Amministrazione della Provincia di Bolzano e risalgono al 2021, quando sono stati contati circa una trentina di esemplari, molti di questi provenienti da popolazioni italiane. In quell'anno, inoltre, sulla base dei campioni genetici raccolti, si sono identificate alcune zone di aggregazione di più individui, ma non è stata mai confermata la riproduzione.

Un altro dato interessante riportato quell'anno è il complessivo di danni che i lupi hanno provocato al bestiame, che sono stati compensati dalla Regione con un importo di 54.200 euro. Una cifra irrisoria, considerato che il bilancio di un Regione a fine anno ammonta a diverse centinaia di migliaia di euro.

Insomma, prima di mettere mano alle armi è necessario quantificare la reale entità del problema per poi formulare azioni concrete sulla base di dati oggettivi.

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