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2 Settembre 2022
17:52

Aumenta il rischio di demenza senile nei cani dopo i 10 anni. La veterinaria: «La vecchiaia non è una malattia»

Come per gli esseri umani, le funzioni cognitive dei cani declinano con l'età e un nuovo studio afferma che fra le condizioni mediche che possono svilupparsi con più frequenza dopo i 10 anni c'è la Disfunzione Cognitiva Canina. A tal riguardo, l'esperta Elena Garoni offre alcuni consigli su come comportarsi con un cane anziano.

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Validato da Elena Garoni
Membro del comitato scientifico di Kodami
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Uno studio conferma che per i cani di età superiore a dieci anni, ogni anno in più di vita aumenta il rischio relativo di sviluppare una condizione neurodegenerativa chiamata Disfunzione Cognitiva Canina (CCD) tipica della demenza senile di questo animale. La CCD, però, non deve spaventare e Elena Garoni, medico veterinario comportamentalista, istruttrice cinofila e membro del comitato scientifico di Kodami, offre ottimi consigli su come comportarsi con un cane in età avanzata.

«Come per gli esseri umani, le funzioni cognitive dei cani declinano con l'età – commenta Elena Garoni a riguardo – deficit di memoria, lentezza nei movimenti e perdita graduale di olfatto, udito e vista sono solo alcune delle avvisaglie con cui si presenta l'anzianità nei cani». Come specifica la ricerca condotta dall'Università di Washington, negli Stati Uniti, e pubblicata sulla rivista Scientific Reports, presentare la CCD per nostri compagni animali significa una possibilità maggiore di sviluppare questi sintomi, insieme a una maggiore perdita di consapevolezza spaziale, alterate interazioni sociali e sonno disturbato.

Cos'è la Disfunzione Cognitiva Canina

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La CCD presenta un parallelismo nell'uomo con il morbo di Alzheimer, una malattia neurodegenerativa connessa con l'invecchiamento che, secondo l'Istituto Superiore di Sanità, in Italia colpisce più di 500 mila persone. Questo tipo di patologie sono diventate sempre più diffuse con il passare degli anni grazie al progresso della medicina moderna che, allungando l'aspettativa di vita, rende più probabile che si presentino.

La malattia si manifesta con problemi di memoria causati da danni ai tessuti cerebrali, ma la rapidità con cui i sintomi si acutizzano varia da individuo a individuo. Nel corso della malattia i deficit cognitivi si acuiscono con il passare del tempo e possono portare, come detto in precedenza, a gravi perdite di memoria, maggiore perdita di consapevolezza spaziale, alterate interazioni sociali e sonno disturbato. Nonostante lo studio dell'Università di Washington stimi che i tassi di CCD aumentino dal 28%, nei cani di 11-12 anni, al 68% nei cani di 15-16 anni, le complesse vie patologiche che portano allo sviluppo della malattia non sono ancora pienamente comprese e possono essere difficili da studiare.

Lo studio sulla Disfunzione Cognitiva Canina

Per la ricerca l'Università di Washington ha esaminato un grande campione di cani iscritti al "Dog Aging Project", uno studio longitudinale sull'invecchiamento dei cani condotto dalla stessa università negli Stati Uniti. In totale sono stati presi in esame 15.019 cani tra il 2019 e il 2020 e i test consistevano in due sondaggi fatti ai loro compagni umani sullo stato di salute, l'attività fisica e sul comportamento sociale dell'animale.

Di questo enorme gruppo di studio l'1,4% dei cani è stato classificato come affetto da CCD e gli autori riportano che solo tra i cani di età superiore ai dieci anni le probabilità di essere diagnosticati con la CCD aumenta del 68% per ogni anno di età in più. A rischiare di più, poi, sono i cani che conducono uno stile di vita più sedentario e inattivo. Tuttavia non è ancora chiaro il senso di questa correlazione e ai ricercatori rimane un dubbio: è l'inattività la causa della CCD o il cane si muove di meno proprio perché sta manifestando i primi sintomi della malattia?

I consigli dell'esperta per prendersi cura di un cane anziano

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In ogni caso la CCD è solo una delle diverse condizioni mediche di cui preoccuparsi quando un cane invecchia. Come già detto il motivo per cui queste malattie si presentano nei nostri compagni a quattro  zampe è la facilità con cui arrivano all'anzianità grazie al progresso tecnologico e medico, ma non solo: «Un ruolo importante lo giocano anche la maggiore protezione dai fattori ambientali che ottengono stando con noi in casa e le diete migliori e più bilanciate che possiamo offrirgli».

Per chi fosse preoccupato per il proprio cane ormai anziano, invece, l'esperta ricorda che bisogna anche scontrarci con la realtà dei fatti: la vecchiaia non è una malattia, ma un decadimento naturale e fisiologico di tessuti e organi. «Si può fare qualcosa per fermare l'invecchiamento patologico – continua poi Elena Garoni – Cercando di prevenire malattie che generalmente sono naturali nell'invecchiamento e possono provocare complicazioni se si presentano insieme allo stesso tempo».

Occuparsi di un cane anziano può richiedere molta attenzione, ma con la giusta preparazione è possibile. I consigli dell'esperta a riguardo sono:

  1. È importante rivolgersi al proprio veterinario sempre perché non è facile individuare alcuni problemi, com quelli metabolici, ed è necessario l'occhio esperto di un professionista.
  2. Fondamentale anche aumentare la frequenza degli screening e dei controlli. Dopo i 7-8 anni di età, in media, devono essere più regolari, anche se l'età in cui il cane diventa anziano cambia a seconda della razza.
  3. Importante è prestare attenzione ad alcuni organi e apparati come i reni, tiroide e surrene, che alterano molto le proprie funzioni essenziali per la vita nel corso della vecchiaia.
  4. In ogni caso prevenire è sempre meglio che curare. Per questo motivo prima che si presentino problemi legati all'alimentazione com l'obesità, è importante che il cane abbia una dieta con una ottima qualità del cibo e che sia adattata all'età e al peso dell'animale.
  5. Dal punto di visto comportamentale, inoltre, hanno bisogno di maggior riposo. Riposare meglio e più isolati dai rumori di casa potrebbe essere di giovamento per il nostro compagno animale.
  6. Importante anche mantenere i gruppi sociali al di fuori della famiglia. La vecchiaia non deve essere un impedimento del cane a continuare a frequentare altri simili.
  7. Bisogna prestare attenzione all'inserimento di nuovi elementi nel gruppo familiare. A seconda del cane, infatti, può essere elemento di stress o di fonte di rinnovato vigore.
  8. È fondamentale mantenere alta l'autostima dell'animale. A volte diventiamo intolleranti verso piccole cose dovute all'anzianità poiché non ci accorgiamo di quanto velocemente i nostri compagni animali possano invecchiare. Bisogna evitare di stressare l'animale se risponde in ritardo o se impiega più tempo a svolgere le attività quotidiane. Si possono continuare a fare giochi classici con l'accortezza che siano adatti alle sue capacità.
  9. Se il cane ha difficoltà a trattenere la pipì fino agli orari stabiliti, è possibile aumentare la frequenza delle uscite.
  10. In fine, rendere più semplice tutta la casa potrebbe essere di grande giovamento e, ad esempio, si possono creare scalini per salire o scendere da posti rialzati.
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