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24 Agosto 2023
16:51

Aumenta il numero di cavie impiegate nei test, in Svizzera continuano gli esperimenti su animali

In dieci anni il numero è aumentato dell'87%, passando da 13.807 a 25.752, la cifra più alta dall'inizio del millennio. Lo riporta il giornale svizzero Tages-Anzeiger, che è entrato in possesso della ricerca realizzata dagli scienziati del FSVO, l'Ufficio federale per la sicurezza alimentare e veterinaria.

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La Svizzera non sembra proprio sentirci sul tema degli esperimenti sugli animali e, infatti, il numero di cavie sottoposte a esperimenti severi e stressanti in dieci anni è aumentato dell'87%, passando da 13.807 a 25.752, la cifra più alta dall'inizio del millennio.

Il dato, che fa riflettere, è stato riferito dal giornale svizzero Tages-Anzeiger, che è entrato in possesso della ricerca realizzata dagli scienziati del FSVO, l'Ufficio federale per la sicurezza alimentare e veterinaria che hanno rilevato come, nonostante il numero di animali da esperimenti dovrebbe essere ridotto al minimo per garantire la sicurezza alimentare e veterinaria, al contrario è in aumento.

Solo nel 2021, spiega il quotidiano zurighese, sono stati impiegati ben 574.673 esemplari e questo perché, secondo i rapporti visionati dal giornale, gli scienziati che compiono questi test sono convinti che la ricerca per la scoperta di vaccini e farmaci sempre più efficaci contro le malattie umane, passi inevitabilmente dal testare gli animali in laboratorio e quindi dall’accettare la loro sofferenza.

Per alleviare le atroci sofferenze a queste povere cavie, sempre dai report emerge che viene propagata della musica soft durante i test per calmare gli animali, quindi ci si affida a un lungo elenco di potenti farmaci come ketamina, morfina e altri oppioidi. Se poi l'animale continua a soffrire, cosa che succede solitamente, «l'unica opzione è la morte spesso crudele».

Ogni anno, secondo i dati dell'UFAG, l’Ufficio federale dell'agricoltura, 400 mila topi vengono uccisi per soffocamento: ma non a tutti gli animali toccherà questa fine, secondo quanto riportato dal giornale zurighese, alcuni di loro, infatti, «saranno anestetizzati e verranno lasciati morire dissanguati». Metodi di uccisione meno atroci esistono, ma secondo i ricercatori i vari agenti che si dovrebbero utilizzare potrebbero influenzare i risultati della ricerca e quindi non vengono ritenuti adatti.

La soluzione migliore, oltre a smettere definitivamente gli esperimenti, sarebbe quella di una iniezione di sedativo per renderli incoscienti prima di ucciderli, ma in questo modo, sottolineano gli scienziati, la spesa salirebbe eccessivamente vista la quantità di animali utilizzati. Davanti a questi dati, il governo federale ha riconosciuto il problema e, sta finanziando alcuni progetti per trovare delle alternative. Che di fatto, esistono già.

Sono ormai decenni che buona parte delle discipline biomediche, unitamente alle associazioni si battono per una maggiore coscienza etica nella ricerca scientifica, auspicando l’affermarsi di metodi alternativi alla sperimentazione su animali. Del resto, nessuno di loro può essere considerato un modello di “uomo semplificato”, pertanto gli esperimenti non solo causano atroci sofferenze alle cavie, molti dei test sono eseguiti senza anestetici o analgesici e le sostanze tossiche utilizzate causano agli animali immense sofferenze per un lungo periodo di tempo, ma spesso sono poco attendibili e inefficaci.

Non c’è dubbio che negli ultimi vent’anni siano avvenuti enormi cambiamenti in relazione alla sperimentazione non animale, i metodi sono progrediti e vengono utilizzati più spesso dalle aziende che ne riconoscono i vantaggi, sia commerciali che scientifici. Eppure c’è ancora molto da fare, ma è chiaro che bisogna anche volerlo. Cosa che non sembra completamente visto che i test alternativi non animali non stanno emergendo abbastanza velocemente e che laddove emergono, il processo per ottenere l’accettazione normativa dei test è sempre molto complicato e molto lento.

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Simona Sirianni
Giornalista
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