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30 Giugno 2021
10:52

Allarme incendi in Sicilia: animali arsi vivi. «Abbiamo salvato dei cani dalle fiamme ma la situazione è intollerabile»

Gli incendi che nei giorni scorsi hanno colpito diversi territori della Sicilia orientale stanno causando numerose vittime tra gli animali. A Lentini un gruppo di eroiche volontarie si è letteralmente lanciato tra le fiamme per salvare dei cuccioli di cane. Una situazione drammatica che sembra ripetersi ormai ogni anno.

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Gli incendi favoriti dall'allerta meteo e dalle temperature anomale che nei giorni scorsi hanno devastato la Sicilia orientale stanno mettendo in ginocchio diversi territori della regione, portando alla luce problemi atavici che sembrano essere sempre più ignorati dalle istituzioni. Nel maxi rogo che ha colpito Lentini, comune di circa 22mila abitanti del siracusano, sono stati tanti gli animali arsi vivi, una situazione drammatica che ha costretto alcune eroiche volontarie a lanciarsi letteralmente tra le fiamme per salvare quanti più animali possibile. Un fenomeno triste e preoccupante che sembra ormai ripetersi ogni anno, come ha spiegato a Kodami Ilaria Fagotto, presidente della Lega Antispecista Italiana – Guardia Nazionale ODV. Con lei abbiamo approfondito la vicenda di Lentini e la difficile situazione territoriale legata al randagismo e agli abbandoni.

Cosa è successo a Lentini?

Quello che succede ogni anno, non solo a Lentini ma in tutta la Sicilia orientale. Mezza regione è ormai completamente in balia delle fiamme, succede praticamente ogni estate, e noi volontari e attivisti siamo ormai sempre sul chi va là per cercare di intervenire tempestivamente per salvare quanti più animali possibili: cani, ricci, volpi e tanti altri piccoli animali. Purtroppo gli incendi sono diventati una vera e propria piaga, i proprietari degli appezzamenti e dei campi agricoli per non pagare lavori di manutenzione appiccano deliberatamente gli incendi. A Lentini i volontari sapevano dell'esistenza di numerosi cani liberi che vivevano proprio nel luogo in cui è divampato l'incendio, li seguono e li accudiscono da tempo e quindi subito si sono fiondati per prestare soccorso. In particolare quattro ragazze, che si sono letteralmente lanciate tra le fiamme per salvare i cuccioli. Le foto parlano chiaro, una delle volontarie ha riportato numerose ustioni per recuperare i cuccioli, per fortuna nulla di troppo grave.

Quanti cuccioli sono stati salvati e come stanno ora?

Le ragazze sono riuscite a salvare sei cuccioli, che adesso stanno bene e sono in stallo accuditi dalle stesse volontarie. Purtroppo molti altri cani non ce l'hanno fatta, e sono circa una trentina quelli che hanno perso la vita tra fiamme. Ora i piccoli sono alla disperata ricerca di un'adozione. Attivisti e volontari sono ormai allo stremo e i canili di tutta la regione sono praticamente al collasso, poiché le istituzioni sono sempre più manchevoli ogni anno che passa e la situazione non fa che peggiorare. In estate combattiamo con gli incendi e in inverno con le alluvioni, senza il supporto di nessuno.

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Le volontarie che salvato i cuccioli tra le fiamme

Come è la situazione per quanto riguarda il randagismo in Sicilia?

La Sicilia è praticamente un allevamento a cielo aperto di randagi, nella regione si incontra un cane randagio o abbandonato ogni cento metri. Le istituzioni non fanno la loro parte e hanno dimostrato di non saper minimamente risolvere il problema. Nessuno vuole in realtà debellarlo perché ci sono evidenti interessi economici alle spalle. Tra l'altro la Sicilia è l'unica regione italiana a non aver fornito alcun aggiornamento sullo stato del randagismo. Se si va sul sito del Ministero della Salute c'è un gran bel "Non pervenuto". Il problema della nostra regione è piuttosto serio, solo una commissione nazionale sul randagismo potrebbe prendere in mano la situazione per provare davvero a gestire questo fenomeno.

Qual è l'origine di tutti questi cani randagi?

Come per altre regioni del Sud Italia il tasso di abbandoni attivi è certamente alto, soprattutto in estate, ma il vero problema della Sicilia, stando agli ultimi dati sul randagismo, sono i cani da caccia e soprattutto quelli delle aziende agricole e zootecniche. La maggior parte dei cani vaganti che si incontrano da noi sono cani da pastore, soprattutto Maremmani, che vengono tenuti liberi, senza controllo e soprattuto non sterilizzati. Questi cani possono quindi riprodursi senza controllo facendo crescere continuamente le popolazioni in strada. Basterebbe intervenire solamente su queste problematiche per debellare il randagismo. Mi sembra piuttosto lapalissiano che se una ragazza è dovuta lanciarsi tra le fiamme vuol dire che le istituzioni sono completamente assenti. È questa la cosa più grave. Cittadini e volontari siciliani sono costretti sempre più ad agire autonomamente e stanno via via sostituendo le istituzione. E questo sta avvenendo in tantissimi capi della nostra società, non solo per quanto riguarda la tutela e il benessere degli animali.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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