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19 Gennaio 2024
16:17

Al via la Pet Therapy nel reparto di Rianimazione dell’Ospedale di Rivoli

Due Golden Retriever per 11 pazienti e i loro familiari e per il personale del reparto: la Rianimazione dell’Ospedale di Rivoli ha uno strumento in più per assicurare tutte le cure e l’assistenza necessarie ai degenti, la Pet Therapy.

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La Pet Therapy, o meglio gli Interventi Assistiti con Animali (IAA), entra nella Rianimazione dell’Ospedale di Rivoli. Parte infatti il progetto RI-ANIMALI, presentato a novembre scorso che porterà i due Golden Retriever Noah e Cecilia nel reparto di Terapia Intensiva dell’ospedale, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei pazienti ricoverati e di chi ci lavora.

Per un intero anno, si terranno un totale di 40 incontri con sedute di 45 minuti ciascuna e i cani si avvicineranno ai pazienti guidati dai professionisti dell’Associazione Aslan, che cura il progetto insieme all’AslTo3, affiancati da medici ed infermieri del reparto, anch’essi appositamente formati in questi mesi.

Grazie alla mediazione del cane, si lavorerà così sulle capacità di adattamento dei pazienti in degenza all’interno dell’istituzione ospedaliera ma anche su familiari, care giver e sui professionisti sanitari coinvolti.

I cani di 10 e 4 anni, come in ogni attività di IAA in ospedale, sono seguiti dai medici veterinari dell’associazione e sono sottoposti a periodici e accuratissimi controlli per garantire la sicurezza dei pazienti del reparto ma anche il benessere dei cani stessi. L’attività, infatti, è per loro molto impegnativa e devono essere pertanto seguiti in modo che "lavorare" non procuri loro né stanchezza né stress inutile.

Molto soddisfatto il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, secondo il quale «aprire anche i reparti più complessi per la cura dei malati, come ad esempio la terapia intensiva, alla pet therapy è una sfida importante e un gesto di profonda attenzione nei confronti delle persone ricoverate, delle loro famiglie e del personale che con grande impegno lavora in questi reparti». RI-ANIMALI, infatti, «pone il Piemonte all'avanguardia in Italia nell'umanizzazione degli ospedali perché la vicinanza e l'affetto degli animali, nei momenti di sofferenza, sono curativi e possono offrire sollievo anche nei momenti più difficili».

Gli interventi assistiti con animali sono a oggi uno strumento terapeutico ad ampio spettro, con sempre più precise metodiche di intervento che chiamano in causa ancora una volta il più antico alleato dell’uomo nei suoi momenti di difficoltà: il cane. «Abbiamo chiesto ai pazienti e ai loro familiari la disponibilità e l’interesse per questa attività e hanno aderito tutti – spiega ancora Michele Grio, Direttore della Rianimazione di Rivoli – L’umanizzazione di un ambiente come una Terapia Intensiva è particolarmente difficile proprio per come è strutturato, ma ci stiamo lavorando da diversi anni e siamo certi che questa modalità, un po’ fuori dal comune probabilmente, dimostrerà che i nostri incredibili amici possono essere un ottimo alleato anche all’interno delle Rianimazioni».

Diversi studi in quest'ambito stanno cercando di fare chiarezza: uno di questi realizzato dal team del SIAARTI, che si occupa di Gestione del Rischio Clinico della Società Italiana di Anestesia e Rianimazione, ha revisionato 1302 pubblicazioni, trovandone 6 che indagavano l’utilizzo degli IAA in terapie intensive di rianimazione di cui 5 ne registravano grandi benefici. L’autore, il dottor Marco Fiore, spiega che la causa di così poche pubblicazioni in quest’ambito è provocata da una particolarità tutta italiana dei reparti di rianimazione: «Essi – si legge sulla ricerca – hanno un problema in più rispetto a quelli del Nord Europa: al loro interno vi è una forte antibiotico resistenza che comporta il pericolo che un animale diventi vettore di un batterio compromettendo in questo modo lo stato di salute di un paziente già in condizioni critiche. Tutto questo disincentiva queste iniziative».

Un grande peccato però, secondo il professionista, perché «premessa la necessità di indagare approfonditamente l'aspetto zoonotico, per la natura stessa dei reparti di rianimazione gli effetti benefici degli IAA sono da considerarsi fondamentali perché riducendo lo stress sviluppato durante la permanenza in reparto, permettono al paziente di  metabolizzare meglio l’esperienza evitando la permanenze di disturbi legati allo stress post traumatico».

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Simona Sirianni
Giornalista
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