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5 Marzo 2024
10:40

Ai cani piace vedere la tv. Ma qual è il loro programma preferito?

Ai cani piace vedere altri animali, altri cani, immagini di sport e movimento sugli schermi. Attraverso un questionario rivolto ai pet mate di diverse regioni del mondo, uno studio ha analizzato la risposta di migliaia di soggetti per comprendere meglio il funzionamento della vista dei nostri compagni di vita.

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Il telecomando di solito è un oggetto di cui si parla in relazioni ai cani perché spesso è oggetto di interesse dei cuccioli e tanti di noi se lo sono ritrovato rosicchiato al rientro a casa. Ma chissà che, invece, se volessero davvero usarlo, i cani non lo mangerebbero ma lo userebbero come noi per cambiare canale e vedere il loro show preferito.

Uno studio recente a cura di Freya Mowat, oculista veterinaria e professoressa presso il dipartimento di scienze chirurgiche della Scuola di Medicina Veterinaria dell'Università del Wisconsin, è andato proprio ad indagare le preferenze dei nostri amici a quattro zampe per verificare appunto cosa interessa ai cani che osservano quello schermo nel quale noi umani ci immergiamo spesso.

Attraverso un questionario rivolto ai pet mate di diverse regioni del mondo (Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Unione Europea, Australia e Asia), la professoressa ha ricevuto 1.600 risposte e tra tutti gli intervistati 1.246 persone hanno risposto a tutte le domande. Ecco i punti più interessanti che sono emersi:

  • L’interazione con lo schermo dipende molto dall'età e dalle condizioni della vista del soggetto.
  • I cani da attività sportive e le razze da pastore guardano i video più delle altre razze.
  • I video con animali sono quelli che piacciono di più e in particolare quelli in cui ci sono altri cani sono i più coinvolgenti da guardare.
  • Gli esseri umani non sembrano essere molto attraenti da guardare per i cani, classificandosi al nono posto su 17 categorie predeterminate.
  • I cartoni animati piacciono particolarmente: si è mostrato interessato oltre il 10% dei cani.
  • Il movimento sullo schermo è un forte motivatore: attrae molto l'attenzione.

L'obiettivo dello studio, iniziato due anni fa, è stato quello di identificare e sviluppare tecniche più complesse per valutare la vista canina. «Il metodo che attualmente utilizziamo per valutare la vista nei cani ha un livello molto basso – ha sottolineato la specialista – Negli esseri umani, se una persona fosse cieca, equivarrebbe a diagnosticarlo solo con un "sì o con un "no”. Si sapeva già che i video potenzialmente interessano i cani e questo consente di mantenere la loro attenzione abbastanza a lungo per poterne valutare la funzione visiva ma non sapevamo ancora quale tipo di contenuto fosse più coinvolgente e attraente per loro».

I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Applied Animal Behavior Science. I video sono stati selezionati in base alla qualità della risoluzione (la migliore disponibile), alla diversità del soggetto, alla posizione bassa della telecamera (che fornisce un punto di vista simile a quello di un cane), all'ampio movimento orizzontale del soggetto e alla mancanza di panoramiche della telecamera o con la modifica dello zoom durante il video.

Questi criteri sono stati utilizzati per rappresentare il più vicino possibile la prospettiva visiva di un cane e per consentire maggiori opportunità al pet mate di notare quanto il suo compagno sia coinvolto davvero nella visione. video. I video sono stati anche modificati nella durata ed è stato rimosso l'audio. Ogni video iniziava con una presentazione di un secondo di uno schermo vuoto e un breve suono di un giocattolo per cani per incoraggiare l'orientamento visivo verso lo schermo.

Ogni video è stato presentato due volte di seguito per dare al pet mate l'opportunità di osservare la risposta del cane. Agli intervistati è stato chiesto di visualizzarli a schermo intero e di presentarli al cane con la luminosità del dispositivo al massimo per massimizzare la visibilità e per consentire che il suono di orientamento fosse chiaramente udibile.

La maggior parte dei cani ha prestato attenzione agli schermi almeno una volta al giorno (72%) e per 1–5 minuti durante un evento di visione, sebbene un numero relativamente uguale di cani lo ha fatto per 5–20 minuti o per meno di 1 minuto. Pochissimi soggetti si sono interessati ai video per più di 20 minuti, anche se i pet mate hanno indicato che i cani alcune volte si sono seduti e hanno guardato con loro un intero film e sembravano anche interagire attivamente con il contenuto, reagendo ad alcune parti della trama.

I cani hanno mostrato una varietà di comportamenti in risposta ai video. Quelli più comunemente riportati dai pet mate sono stati: girare la testa di lato o muovere le orecchie, avvicinarsi allo schermo e vocalizzare. Meno frequentemente invece è capitato che i cani toccassero lo schermo con il naso o che si guardassero intorno. Una piccola percentuale di persone ha riferito che i cani si sono allontanati dalla fonte visiva.

Lo studio mette in evidenza anche l'interpretazione dei pet mate delle emozioni dei loro compagni di vita in relazione alle reazioni che hanno visto. I comportamenti più comuni descritti sono stati relativi al descrivere la vocalizzazione (abbaiare, ululare, piagnucolare, ringhiare) e il movimento (movimento verso o lontano dallo schermo, attacco o sedentarietà). In generale le persone hanno descritto più emozioni positive percepite dal cane in reazione al contenuto dello schermo ("amore", "divertimento") rispetto alle emozioni negative.

Dunque grazie a questo studio – le cui finalità, ribadiamolo, sono di migliorare le conoscenze veterinarie sulla vista dei cani e così aiutarli per il loro benessere fisico – sappiamo che un cartone animato incuriosisce i nostri compagni di vita tanto quanto vedere i loro simili sullo schermo, mentre noi umani evidentemente gli bastiamo già nella vita reale tanto da ignorarci in versione video. A meno che, però, non abbiamo una palla in mano: che sia basket o calcio, infatti, i cani coinvolti nello studio hanno sicuramente gradito la visione.

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Diana Letizia
Direttrice editoriale
Giornalista professionista e scrittrice. Laureata in Giurisprudenza, specializzata in Etologia canina al dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli e riabilitatrice e istruttrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico (master conseguito al dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma). Sono nata a Napoli nel 1974 e ho incontrato Frisk nel 2015. Grazie a lui, un meticcio siciliano, cresciuto a Genova e napoletano d’adozione ho iniziato a guardare il mondo anche attraverso l’osservazione delle altre specie. Kodami è il luogo in cui ho trovato il mio ecosistema: giornalismo e etologia nel segno di un’informazione ad alta qualità di contenuti.
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