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23 Giugno 2023
18:19

A Verona gli animali dei dipendenti pubblici vanno in ufficio con i loro pet mate

La volontà di fare di Verona una città sempre più amica degli animali, ha fatto sì che l'Amministrazione abbia approvato una delibera che dà la possibilità ai dipendenti pubblici di portare al lavoro il proprio cane qualora ci siano le condizioni adatte nel rispetto dei lavoratori e nel rispetto della tutela degli animali.

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Verona sembra andare sempre più nella direzione di animali e pet mate ed è proprio per loro la buona notizia espressa nella delibera appena approvata che dà la possibilità ai dipendenti del Comune di portare in ufficio il proprio cane qualora ci siano le condizioni adatte nel rispetto dei lavoratori e nel rispetto della tutela degli animali.

Del resto non è solo la cittadina veneta a riconoscere che avere accanto il proprio amico mentre si lavora porta benefici a chi gode di questo privilegio e anche ai colleghi, è la scienza stessa a dirlo. Sono ormai numerosi gli studi che hanno appurato gli effetti positivi, in termini di minor stress e maggiore produttività, della presenza del cane in ufficio. Benefici tra i quali risalta il benessere dei lavoratori che nei vari sondaggi hanno sempre riferito di avere riscontrato un maggior equilibrio tra lavoro e vita privata e di recarsi al lavoro più volentieri.

Verona così, grazie alla volontà dell’Amministrazione di fare di Verona una città sempre più amica degli animali, si allinea alle altre città che già hanno provato a introdurre questa nuova abitudine nella vita dei dipendenti pubblici. Ad aprire per primi le porte a diverse tipologie di cani con l’obiettivo di ampliare l’esperienza ad altri settori comunali, come previsto dal Regolamento per la tutela e il benessere degli animali attualmente in fase di revisione, saranno gli uffici del Museo di Storia Naturale.

Il pet mate dovrà anzitutto ottenere l’autorizzazione da parte del proprio dirigente e l’animale dovrà essere assicurato contro danni a terzi e a cose e, ovviamente vaccinato e microchippato. Se poi non è in ufficio da solo, i colleghi dovranno accettare la new entry.

Soddisfatto il consigliere delegato alla Tutela degli animali Giuseppe Rea, che commentando la riuscita del progetto ha ricordato come «i cani siano veri e propri affetti familiari» e di come il fatto di non lasciarli a casa da soli per molte ore «renda sicuramente felici gli animali e consenta ai loro umani di lavorare in serenità perché hanno vicino il loro amico». Ribadendo anche che l’iniziativa «non vuole essere in alcun modo una distrazione bensì un incentivo, oltre che un modo per agevolare i lavoratori più fragili, che tanto possono ricevere dalla vicinanza del proprio pet».

L’assessore fa riferimento chiaramente alla ben conosciuta pet therapy che in Italia trova ormai ampia applicazione in svariati settori socio-assistenziali, tra cui ospedali, centri socio-educativi e riabilitativi e case di riposo, e che si attua attraverso la relazione uomo-animale e l'osservazione o il contatto con gli animali, ma che non deve essere considerata una cura o una terapia, ma piuttosto un’attività di sostegno alle prime due, che proprio per questo si preferisce definirla "intervento assistito con gli animali" (IAA).

Bisogna però ben specificare che, se nulla di male esiste nell’impiegare gli animali in diverse attività, è così da tempo immemore, è fondamentale che la visione che sta dietro a questo impiego non sia soltanto antropocentrica, ma si preoccupi altresì del benessere degli animali coinvolti. Garantire quindi che gli animali siano trattati con rispetto e cura durante le sessioni di terapia, che vengano adeguatamente addestrati per gestire le situazioni di stress o le interazioni con diverse persone, che siano insomma trattati come esseri senzienti e non come macchine.

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Simona Sirianni
Giornalista
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