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17 Dicembre 2023
13:00

A cosa servono le pinne dei pesci?

Le pinne sono gli organi di locomozione dei pesci e di altre specie acquatiche e corrispondono ai nostri arti che usiamo sulla terraferma per spostarci. Ne esistono di diverse tipologie, ognuna con la sua funzione specifica.

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I pesci utilizzano le pinne per nuotare e spostarsi nell’acqua: queste infatti sono gli organi di locomozione di numerose specie animali acquatiche e corrispondono agli arti che gli animali terrestri usano per camminare. I pesci, grazie a milioni di anni di adattamenti, hanno evoluto pinne di diverse forme e una conseguente varietà di tecniche di locomozione. Queste sono costituite da una membrana di pelle sostenuta da un'intelaiatura di raggi ossei, collegata ai muscoli all'attaccatura del corpo. I raggi possono essere molto diversi a seconda della specie: in alcuni pesci sono flessibili, in altri spinosi e rigidi. La disposizione, il numero e la struttura delle pinne vengono utilizzati per classificare i pesci.

Anche nel caso dei mammiferi marini si parla di pinne ma queste hanno un’origine completamente diversa. Quelle più simili alle pinne dei pesci sono presenti nei cetacei ma con le dovute differenze: innanzitutto i cetacei hanno solo un paio di pinne pettorali evolute da quelli che erano gli arti anteriori dei loro progenitori terrestri, non sempre è presente una pinna dorsale e la pinna caudale, formata da tessuti molli, è disposta orizzontalmente e non verticalmente come nei pesci.

Le tipologie di pinne dei pesci

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Un celacanto, pesce sarcopterigio con le pinne lobate (fonte: Wikimedia Commons)

I pesci ossei (osteitti) – che si distinguono dai pesci cartilaginei (condroitti) come squali e razze – sono suddivisi in due classi distinte proprio in base alla struttura delle pinne: gli actinopterigi, cioè la maggioranza dei pesci attualmente esistenti, presentano di solito scarsa muscolatura e raggi ossei attaccati direttamente al corpo; i sarcopterigi, invece, hanno una pinna detta “lobata” con un’evidente muscolatura e un aspetto carnosa. Oggi conosciamo solo 8 specie di sarcopterigi, 6 dipnoi o pesci polmonati e 2 celacanti. Gli antenati di questi pesci sono gli stessi che, proprio grazie alla forma particolare delle loro pinne, hanno potuto sviluppare degli arti rudimentali che hanno consentito loro di conquistare le terre emerse ed evolversi in anfibi, rettili, mammiferi e uccelli.

All’interno degli actinopterigi le pinne possono avere forme e dimensioni diverse in correlazione all'ecologia e al comportamento delle specie e sono un ottimo criterio per il riconoscimento. In linea generale sono classificate come "pari" e "impari" a seconda di se siano a coppie ai lati del corpo o singole in posizione mediana e sono: pinna dorsale, pinna anale, pinna caudale, pinne pettorali e pinne ventrali o pelviche. Alcune specie presentano anche altre pinne supplementari, come la pinna adiposa, costituita solo da pelle e posta dietro la pinna dorsale, più pinne dorsali o anche delle piccole pinnule sul peduncolo caudale.

Le funzioni delle pinne dei pesci

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Dei pesci civetta, una specie dalle pinne pettorali particolarmente sviluppate

Le pinne generalmente servono tutte alla locomozione in acqua, ma ogni tipologia svolge, nello specifico, un ruolo diverso.

Pinna dorsale

La pinna dorsale è una pinna impari situata sul dorso dei pesci, composta da raggi ossei o cartilaginei collegati da una membrana di pelle. Ha una funzione stabilizzatrice, agevolando i rapidi cambi di direzione ed evitando il capovolgimento laterale dell'animale in maniera simile alla deriva delle barche. In alcune specie possono essere presenti anche delle spine o aculei velenosi, aggiungendo quindi anche una funzione difensiva.

Pinna anale

Anche la pinna anale è una pinna impari con funzione stabilizzatrice e si trova nella parte ventrale dell’animale. Non tutti i pesci, però, ne sono dotati e diversi pesci cartilaginei ne sono ad esempio sprovvisti. Altri pesci, invece, come i Tetraodontiformes o i Balistidae, hanno una pinna anale molto sviluppata che usano per il movimento: l’esempio più lampante è quello del pesce luna (Mola mola), la cui atrofizzazione della pinna caudale lo ha portato ad evolvere una diversa tecnica di movimento che consiste nell’ avanzare lentamente ondeggiando, sfruttando appunto la pinna anale e quella dorsale. Altre famiglie di pesci hanno modificato tramite anni di evoluzione questa pinna in un particolare organo riproduttore adatto alla fecondazione interna chiamato gonopodio.

Pinna caudale

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Un banco di salpe: esempio di pinna caudale omocerca

Nella maggior parte dei pesci la pinna caudale è il principale organo di movimento ed è, salvo rare eccezioni, posta sempre in verticale. A seconda della forma possiamo distinguerne quattro tipologie:

  • Eterocerca, se uno dei due lobi è più sviluppato, rendendo la pinna asimmetrica, come negli squali dove il lobo superiore è più grande.
  • Protocerca, dove la pinna si estende attorno alla coda senza sviluppare dei lobi distinti, come nelle missine.
  • Omocerca, quando entrambi i lobi hanno la stessa dimensione, presente nella maggior parte dei pesci. In questo caso la pinna è sostenuta da raggi ossei e non dalla fine della colonna vertebrale.
  • Dificerca, dove la pinna appare trilobata e le vertebre si estendono fino alla parte terminale della coda, come nei celacanti e negli altri sarcopterigi.

Pinne pettorali

Le pinne pettorali sono pinne pari, situate ai lati del corpo dei pesci, generalmente subito dopo le branchie. Hanno funzione stabilizzatrice e permettono anche i movimenti all'indietro, in alcune specie è molto sviluppata la funzione di aumento della portanza, come negli squali, compensando la mancanza della vescica natatoria per mantenere l’assetto nella colonna d’acqua. Alcune specie, come le triglie e i pesci civetta, hanno sviluppato i raggi di queste pinne in proiezioni digitiformi, utili per smuovere il fondale alla ricerca di cibo, altre, al contrario, come i pesci volanti, le hanno adattate al volo planato. Infine, in molte specie queste pinne sono utili per il camminamento, anche fuori dall’acqua come nel caso degli Oxudercinae (comunemente noti come saltafango), e infatti è dalle pinne pettorali di alcuni sarcopterigi che si sono evoluti gli arti anteriori dei tetrapodi, overo i vertebrati terrestri con quattro zampe.

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Un pesce volante plana fuori dall’acqua grazie alle sue pinne pettorali e pelviche

Pinne ventrali o pelviche

Anche le pinne ventrali e pelviche sono pari ed equivalgono, da un punto di vista evolutivo, agli arti inferiori dei tetrapodi. Si parla di pinne ventrali se poste leggermente più indietro rispetto alle pinne pettorali, mentre si utilizza il termine pelviche in riferimento a quelle poste più indietro, vicino la pinna anale. Hanno principalmente una funzione stabilizzatrice e possono essere utilizzate anche per rallentare l'andatura tramite una flessione verso il basso, ma esistono numerosi adattamenti diversi a seconda delle specie: i gobidi, ad esempio, le hanno modificate in un disco adesivo utile ad aderire agli oggetti e resistere alle correnti, in altri gruppi sono dotate di organi di senso per  il sondaggio del fondale. Nei pesci volanti coadiuvano le pinne pettorali durante il volo planato fuori dall’acqua e nei maschi degli squali, invece, sono caratterizzate dalla presenza del gonopodio, usato per la fecondazione interna.

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Yuri Digiuseppe
Redattore
Classe '94, appassionato di animali e scienze sin da piccolissimo, sono un naturalista di formazione, specializzato in paleontologia e divulgazione. Mi è sempre venuto spontaneo spiegare agli altri le bellezze della natura e passare intere giornate ad osservare piante e animali di ogni tipo ovunque andassi, per poi tornare a casa e disegnarli. Vorrei contribuire ad avvicinare il pubblico all'ambiente ed essere parte di una ritrovata armonia uomo-natura, per il bene e la salvaguardia di ogni specie.
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