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25 Settembre 2021
8:00

Yves Saint Laurent dice addio alle pellicce dall’autunno 2022

A partire dall’autunno del 2022 la celebre casa di moda Yves Saint Laurent non userà più pellicce animali. Il gruppo Kering, a cui appartiene il marchio, ha deciso di proseguire così con il suo percorso legato alla sostenibilità. Aveva iniziato con Gucci, nel 2017, per poi passare a Balenciaga, Bottega Veneta, Alexander McQueen e Brioni. Due anni fa Kering definì e pubblicò una serie di standard etici che toccavano anche il benessere degli animali.

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A partire dall’autunno del 2022 la celebre casa di moda Yves Saint Laurent non userà più pellicce animali. Il gruppo Kering, a cui appartiene il marchio, ha deciso di proseguire così con il suo percorso legato alla sostenibilità. Aveva iniziato con Gucci, nel 2017, per poi passare a Balenciaga, Bottega Veneta, Alexander McQueen e Brioni. Due anni fa Kering definì e pubblicò una serie di standard etici che toccavano anche il benessere degli animali. Questi criteri continueranno ad essere seguiti per l’uso delle fibre tessili e degli altri materiali.

«È il momento di fare un ulteriore passo in avanti, eliminando l'utilizzo delle pellicce in tutte le nostre collezioni. Il mondo è cambiato, insieme ai nostri clienti, e il settore del lusso deve adattarsi in modo naturale», commenta François-Henri Pinault, presidente e amministratore delegato di Kering. Il mercato delle pellicce è sempre più in contrazione. La svolta sembra essere un passo quasi obbligato dal mercato che non le richiede più.

Le pellicce animali provengono per l’85% dagli allevamenti, dove sono costretti a vivere quasi immobilizzati in condizioni di vita assurde (in quelli dove vivono i visoni viene registrata una mortalità più alta, con maggiori casi di ulcera gastrica, problemi renali e caduta dei denti). Gli esemplari sviluppano comportamenti innaturali e possono arrivare a procurarsi automutilazioni o gravi lesioni.

In Italia negli ultimi 40 anni il business della produzione delle pelli di animali usati per l'abbigliamento è in profondo calo. Se nel 1988 erano attivi 170 allevamenti con 500.000 esemplari, nel 2018 si sono ridotti a circa 20, con una cifra tra 100.000 e 150.000 animali, principalmente tra Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. La specie più allevata è il visone. Dalla fine degli anni Ottanta nella penisola non si allevano più le volpi. Nel 2004, cinque anni prima del bando europeo, l’Italia da dovuto fare una legge per vietare il commercio di pelli di cani e gatti. L’ultimo cincillà per pellicce è stato ucciso, invece, nel 2012.

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