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28 Settembre 2022
10:11

Wildlife Comeback Report 2022: i buoni frutti dei programmi di conservazione

Il 27 settembre un nuovo e aggiornato Wildlife Comeback Report commissionato da Rewilding Europe mostra dati positivi sulla ripresa dei numeri di molti animali. Fra questi le popolazioni di lupo sono aumentate del 1800% grazie alle azioni di conservazione.

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«Questo rapporto è davvero emozionante, incoraggiante e ispira le persone come me a continuare a fare quello che stiamo facendo». Queste le parole di Louise McRae, ricercatore della Zoological Society of London (ZSL) e uno degli autori del report chiamato European Wildlife Comeback di quest'anno. Fra le buone notizie è possibile leggere l'incredibile aumento del numero di lupi del 1.800% e il numero di aquile di mare codabianca aumentato del 445%.

Leggere ogni giorno di nuove minacce alle specie animali e cali vertiginosi dei numeri di animali di specie in via d'estinzione è sicuramente avvilente. Per questo motivo la pubblicazione di articoli scientifici che evidenziano la buona riuscita di un programma di conservazione è un'occasione di festa sia per gli amanti degli animali che per i ricercatori stessi che finalmente riescono a vedere concretamente i frutti dei propri sforzi. Il report è stato commissionato dall'organizzazione internazionale Rewilding Europe e ha coinvolto diversi centri di ricerca come la ZSL, BirdLife International e lo European Bird Census Council.

Cos'è il Rewilding

Rewilding Europe è un'organizzazione internazionale che si occupa di preservare la biodiversità di diversi ambienti naturali in Europa. Su Kodami abbiamo già parlato di come uno dei sui progetti, Rewilding Portugal, abbia garantito il ritorno dei cavalli selvatici in Portogallo, animali essenziali per il corretto mantenimento del mosaico di vegetazione di molti dei suoi ambienti. In particolare, con il termine rewilding si intende un approccio alla conservazione che prevede di lasciare la natura prendersi cura di sé stessa, consentendo ai suoi normali processi di modellare l’ambiente, riparare gli ecosistemi danneggiati, e ripristinare i paesaggi degradati.

Attraverso il rewilding, i ritmi naturali della fauna selvatica sono portati a creare habitat più selvaggi e più ricchi di biodiversità. Tramite l’inserimento di specie animali autoctone si prevede che gli ecosistemi ad esse correlati riescano così ad autoregolarsi, come facevano prima della scomparsa delle specie animali ad essi annesse, ma non solo.

Rewilding Europe e le sue declinazioni nei diversi paesi europei, tra cui anche Rewilding Apennines in Italia, stanno fornendo dei nuovi modelli alle comunità locali per cambiare la loro percezione della fauna selvatica: da “fastidio” a opportunità. Un esempio è la proposta di allestire punti di osservazione della fauna selvatica in prossimità di centri abitati, in modo da permettere ai cittadini di iniziare a familiarizzare con gli animali con cui condividono il territorio dove vivono.

Un altro principio cardine del rewilding è fornire nuovi modelli economici che permettano alla società civile di vivere rispettando la natura. Un esempio è il Rewilding Europe Capital (REC), fondi erogati come prestiti a imprese legate alla natura in grado di catalizzare, sostenere e ottenere risultati socioeconomici e di impatto positivo per l’ambiente.

In questa meravigliosa cornice che unisce una filosofia ambientalista con l'aspetto pragmatico di gestire in maniera scientifica gli ecosistemi degradati prende posto il report European Wildlife Comeback, progetto annuale che cerca di fare il punto della situazione unendo i risultati di molti progetti di conservazione effettuati negli ultimi anni.

Le buone notizie del report European Wildlife Comeback 2022

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La relazione di quest'anno ha esaminato i dati della conservazione di 24 mammiferi, 25 uccelli e un rettile. Le principali fonti di dati sono state il Living Planet Index Database, la Direttiva UE sugli uccelli e la lista rossa IUCN, che misura il rischio di estinzione di animali e piante. Di queste specie selvatiche i ricercatori hanno analizzato la dimensione delle popolazioni e la distribuzione geografica, cercando di comprendere il loro grado di espansione negli ultimi 40 anni.

Fra le principali specie di grandi carnivori che hanno stabilizzato le loro popolazioni c'è il lupo che è stato il più veloce a riprendersi dalle gravi condizioni in cui versava. Infatti, per secoli sono stati uccisi dagli esseri umani, fino a raggiungere numeri estremamente esigui negli anni 70, quando c'erano solo poche popolazioni sparse in Europa meridionale e nord-orientale. Grazie alle leggi europee volte a proteggere questa specie e alla forte politica di tolleranza nei suoi confronti il numero è aumentato del 1.800%. Oggi esistono circa 17.000 individui che vagano per quasi tutta l'Europa continentale.

Un altro animale che ha giovato enormemente dei programmi di reintroduzione e dell'applicazione di leggi apposite è stata l'aquila di mare codabianca. Oggi ne esistono circa 12.500 coppie nidificanti distribuite per la maggior parte dell'Europa, e il loro numero tra il 1970 e il 2018, è aumentato del 445%, principalmente grazie al divieto di uso di pesticidi che ne avevano decimato le popolazioni.

Un altro nome molto caro agli esperti della conservazione della biodiversità è quello dell'orso bruno che dal 1960 ha aumentato il numero delle propri popolazioni del 44%. Il motivo della ripresa di questi e molti altri animali è la migliore protezione legale, anche se la persecuzione da parte dell'uomo è ancora una delle principali minacce per questa specie.

Finalmente dopo tante pessime notizie sull'andamento della biodiversità è arrivato il momento di godersi i frutti di tanti sforzi conservativi, senza crogiolarsi troppo. Sono ancora molte le specie che necessitano di attenzione e, soprattutto, c'è ancora molto da fare per sensibilizzare l'opinione pubblica: ora che i numeri di molti animali sono in crescita, c'è bisogno di uno sforzo in più per garantire una corretta convivenza fra animali selvatici e uomo.

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