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Non potare alberi e piante in primavera: proteggiamo i nidi

Le potature e gli sfalci nel periodo primaverile distruggono i nidi e minacciano la riproduzione delle specie che cercano riparo nei prati, tra le fronde degli alberi, nelle siepi e tra i cespugli. Se nel nostro comune assistiamo a questo scempio, possiamo denunciarlo.

4 Maggio 2023
16:56
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La primavera, oltre ad essere la stagione in cui gli amanti del giardinaggio iniziano a scalpitare, è anche la stagione riproduttiva di molte specie animali. Su un albero o nelle siepi potrebbero esserci dei nidi, nei prati – nascosti nell’erba alta – dei cuccioli di animali selvatici e, sugli argini dei fiumi, pesci e anatre con le loro uova.

Il verde che ci circonda, pubblico o privato che sia, è fondamentale per salvaguardare la biodiversità, consentendo a molte specie animali di nidificare, trovare cibo e protezione. Fra le specie selvatiche che abitano le zone antropizzate, gli uccelli sono fra i più grandi beneficiari e, specialmente durante il periodo della nidificazione, necessitano di una grande attenzione.

Infatti, durante la bella stagione uccelli come merli, cince, fringuelli e codirossi sono nel pieno della stagione degli amori fra corteggiamento, preparazione del nido, riproduzione, cova e cura della prole. Durante questo periodo non è raro che ci siano più covate e lo stress per gli uccelli sia molto alto: per tale motivo tutti i lavori relativi alla gestione del verde non dovrebbero essere svolti in primavera e in estate, escludendo in generale il periodo che va dal 1° marzo al 30 settembre. Ci sono infatti leggi che vietano questi interventi con sanzioni penali e amministrative a cui rispondere.

Tuttavia, anche se si tratta di pratiche contrarie alle stesse direttive comunitarie, nelle nostre città vengono effettuate le pulizie degli spazi verdi proprio in questo periodo. L’attenzione al rispetto delle regole dovrebbe essere un dovere ineludibile delle amministrazioni, spesso purtroppo poco attente alla tutela degli animali.

Le potature di alberi e cespugli in bella stagione fanno cadere a terra i nidi, che spesso contengono anche piccoli nati, causandone la morte. Per non parlare delle distruzioni intenzionali dei nidi sotto grondaie e cornicioni dei palazzi. Nelle città gli animali devono adattarsi come possono, hanno sempre spazio utile alla loro sopravvivenza e riproduzione.

Allo stesso modo si dovrebbero ottimizzare le tecniche di sfalcio al fine di promuovere la biodiversità sulle superfici di produzione agricola. Il pericolo dallo sfalcio dei campi con mezzi meccanici è soprattutto per i piccoli di cervo e capriolo che la madre lascia acquattati nell’erba pensandolo un luogo indisturbato. Le nostre macchine di lavoro rischiano così di poterli ferire o persino uccidere.

Avere la città in ordine è importante, e il verde riveste un grande ruolo per attenuare gli squilibri tipici delle aree abitate e altri fattori di degrado ambientale, contribuendo a migliorare la salute fisica e il benessere psicologico dei cittadini. Però, si dovrebbe agire solo quando si è certi di non ostacolare la conservazione della biodiversità o salvo gli interventi urgenti dettati da ragioni di sicurezza e incolumità pubblica. Questo perché, contrariamente a quello che si pensa, all’interno dell’ecosistema urbano sono presenti numerose specie, spesso fortemente legate a questo tipo di ambiente o che possono addirittura vivere quasi esclusivamente a stretto contatto con noi, come rondini, rondoni o passeri.

I cambiamenti climatici già portano variazioni importanti nelle migrazioni dell’avifauna e in quelle riproduttive, con attività di nidificazione sempre più precoci, ma anche più difficoltose a causa dei fenomeni atmosferici estremi che causano repentini cambi di temperatura, piogge violente e tempeste di vento. Se a questo aggiungiamo altri disturbi legati alle nostre attività, non riusciremo a difendere la biodiversità.

Dobbiamo capire la necessità di convivere, anche nelle aree urbane, con gli altri animali. La loro tutela è un comportamento che va stimolato nelle persone, facendo divulgazione e coinvolgendo i cittadini in attività che abbiano una valenza naturalistica. Quindi anche se amministrazioni comunali non lo fanno, il danneggiamento dei nidi e dei siti di riproduzione degli animali selvatici, costituisce comunque un reato e noi consigliamo a tutti i cittadini di denunciare questi interventi ai Carabinieri forestali e alla polizia municipale.

Sono una ragazza che dopo qualche anno di veterinaria ha scoperto la sua passione: lo studio del comportamento degli animali, incluso l'uomo, in un'ottica comparata. Questa scienza, ancora sconosciuta, si chiama "Etologia" e mi aiuta a non smettere mai di conoscere cose sulla natura, sugli animali, su di noi e sulla nostra storia.
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