video suggerito
video suggerito
26 Giugno 2021
12:00

Un’amicizia che funziona per la sopravvivenza: la simbiosi

La simbiosi è uno dei fenomeni biologici più affascinanti tra tutti. Specie diverse finiscono per collaborare e trarre vantaggi reciproci che li aiutano a sopravvivere. Uno studio recente ha approfondito la simbiosi tra alcuni batteri che aiutano le zanzare a resistere agli insetticidi. Secondo gli studiosi questa "collaborazione" sarebbe nata per resistere ai piretici prodotti da alcune piante.

55 condivisioni
Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
Articolo a cura del Prof. Giuseppe Borzacchiello
Medico Veterinario e Professore universitario, esperto di patologia animale
Immagine

Un fenomeno biologico molto noto è la simbiosi, ovvero un meccanismo di mutuo adattamento di due specie tra di loro. Le specie in simbiosi generalmente traggono vantaggi reciproci (mutualismo).

In alcuni casi, solo una delle due ha benefici. Un esempio è la parassitosi da pidocchi, in cui la specie parassitata non riceve nessun beneficio. Molti gli esempi di mutualismo: granchio e anemone si relazionano perché l'anemone difende con i suoi tentacoli urticanti il granchio dagli assalti dei predatori, mentre lo cnidario può spostarsi tra un luogo e un altro solo grazie ai movimenti del granchio.

La simbiosi tra batteri e insetti

Esistono poi delle forme particolari di “convivenza” in cui molte specie di batteri costituiscono l’insieme della flora che convive in un determinato apparato costituendo il microbiota. Un esempio classico è la ricca flora microbica e protozoaria che si è evoluta vivendo nei prestomaci delle mucche (e dei ruminanti) consentendo la possibilità di digerire la cellulosa. Anche gli insetti hanno il loro microbiota che attira sempre più l’attenzione dei ricercatori per la curiosità di capire i meccanismi evoluzionistici ed ecologici di questa mutua convivenza.

Recentemente, sotto la lente dell’osservazione è capitato il microbiota delle zanzare, che proprio in questo periodo con il caldo umido si diffondono maggiormente procurandoci qualche lieve fastidio. È stato scoperto che i batteri del genere Asaia sono tra le specie più diffuse che albergano nell’apparato riproduttore, nelle ghiandole salivari e nell’intestino di diverse specie di zanzare, ma anche di un insetto molto diffuso nell’area mediterranea: la mosca della frutta.

Lo studio sul microbiota delle zanzare

Un importante studio recentemente pubblicato in una rivista di microbiologia ha poi svelato che i batteri del genere Asaia hanno un fattore di resistenza ai piretroidi. Ovvero alle sostanze che comunemente vengono utilizzate come insetticidi contro le zanzare. Insomma, le mosche e le zanzare che ospitano questi ceppi batterici resistono ai nostri attacchi chimici. L’unica zanzara che non ospita batteri del genere Asaia è l’Anopheles darlingi, vettore della malaria nel Sud America, che è sensibile agli insetticidi proprio perché è una specie che non ospita batteri Asaia.

Lo studio ha chiarito che questo fattore di resistenza è datato nel tempo, dunque ci deve essere stato un vantaggio reciproco tra batteri e zanzare durante l’evoluzione già prima dell’impiego di insetticidi chimici. Alcune piante naturalmente producono piretro che uccide gli insetti, per cui è ipotizzabile che siano sopravvissuti solo quei ceppi che, grazie alla presenza di batteri del genere Asaia, resistevano al piretro delle piante.

Se fosse così saremmo di fronte ad un altro straordinario esempio di simbiosi, ovvero di aiuto reciproco tra due specie molto lontane filogeneticamente tra loro, ma vicine per il comune obiettivo della sopravvivenza. Un esempio di monito a noi tutti per la salvaguardia della biodiversità ma anche d’ispirazione per una vita che sia all’insegna della convivenza e del rispetto reciproco tra le specie.

Avatar utente
Giuseppe Borzacchiello
Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
Sono professore universitario di ruolo presso il Dipartimento di Medicina veterinaria e Produzioni animali dell’Università degli studi di Napoli Federico II e titolare della cattedra di Fisiopatologia degli animali domestici. Ho insegnato in diverse Università italiane, corsi di perfezionamento e master universitari. Appassionato di animali e di cani in particolare, mi occupo da oltre vent’anni di ricerca scientifica nel campo della patologia spontanea degli animali domestici e di tematiche inerenti l’oncologia comparata.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views