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Freya era una giovane femmina di tricheco ed è stata uccisa dalle autorità norvegesi perché ritenuta pericolosa per le persone. Un’azione estremamente ingiusta, percepita così dai residenti stessi visto che il suo comportamento era dettato dagli approcci sbagliati dei bagnanti e dei turisti che per fare selfie o nuotare con lei, le si avvicinavano troppo anche con i bambini.
Le autorità norvegesi, però, anziché multare e scoraggiare le persone decisero a un certo punto di sopprimere l'animale. Ora Freya è stata immortalata in una statua a lei dedicata nella banchina del porto norvegese dove era solita apparire, come monito rivolto a tutti e perché la sua storia e la sua fine rimangano nel tempo a testimoniare quanto accaduto.
Il tricheco è stato abbattuto con eutanasia nell’agosto del 2022, appunto perché le autorità norvegesi ritennero la sua morte l’unica soluzione possibile per tutelare la sicurezza umana.
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L’inaccettabile decisione scatenò forti polemiche fuori e dentro il Paese ma nulla riuscì a fermare il provvedimento. Gli animalisti proposero anche di sedare l’animale e spostarlo in un’area meno popolata, ma le autorità sostennero soltanto che questo tipo di intervento sarebbe stato troppo complesso e soprattutto costoso.
La statua è il frutto di una raccolta fondi creata proprio per costruire la scultura attraverso la quale «ricordare e far ricordare alle generazioni future che non possiamo uccidere e rimuovere la natura semplicemente perché è “di intralcio”» ma che «bisogna impegnarsi per salvaguardare gli ecosistemi e difendere gli animali selvatici».
La statua in bronzo del tricheco è stata realizzata dallo scultore Astri Tonoian ed è nel porto di Kongen, nel punto in cui Freya è stata avvistata per l’ultima volta. Davanti all’omaggio qualcuno ha già posato una rosa rossa.
