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14 Dicembre 2022
10:51

Thor, il tricheco venuto dal nord che non vuole finire come Freya

Dopo Wally e Freya, i due esemplari che nel 2021 si erano allontanati dai mari del nord a causa del cambiamento climatico, ora è la volta del tricheco Thor che ha trovato una casa provvisoria a Southampton. Ma in molti temono che, spostandosi verso la Norvegia che ha abbattuto Freya, possa correre lo stesso pericolo.

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Giornalista
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Dopo Wally e Freya, i cambiamenti climatici stanno hanno spinto un altro tricheco sulle coste dell’Inghilterra. Thor, così è stato chiamato dai volontari del Divers Marine Life Rescue che lo tengono sotto controllo costantemente da quando è apparso sulla costa di Southampton, è un’altra vittima di quello stravolgimento delle temperature che sta portando questi grandi nuotatori ad allontanarsi dai mari gelidi del nord per avvicinarsi sempre di più alle coste che incontrano lungo le loro traversate interrotte da soste sulla terraferma prossima all’acqua, in cui si riprendono dalle fatiche, mangiano e ritrovano le energie per riprendere il lungo viaggio.

«Un tricheco noto come Thor è attualmente monitorato dai volontari della BDMLR e dalla Guardia Costiera di Southampton dopo essersi accucciato sulla spiaggia per riposare durante la notte – è la segnalazione apparsa sul sito dell’associazione animalista inglese nata per fornire assistenza ai mammiferi marini e ad altre specie che necessitano di aiuto. – L'animale è stato avvistato per la prima volta nei Paesi Bassi il 6 novembre e nelle ultime settimane si è spinto lungo le coste francesi fino alla Bretagna».

Come già accaduto per Wally e Freya, sono proprio i punti della costa dove il tricheco può fermarsi per ritrovare le forze prima di ripartire a rappresentare il vero pericolo per questi giganti del mare che, con i loro oltre 1500 chilogrammi di peso e le lunghe zanne d’avorio, temono soltanto l’orso bianco e l’orca marina. È sulla terraferma invece che la curiosità delle abitanti del luogo o dei turisti di passaggio può trasformarsi in un vero problema: l’attrattiva esercitata da questi animali davvero impressionanti per la mole, ma praticamente inoffensivi per l’uomo se non per le dimensioni, può infatti facilitare una socializzazione estremamente pericolosa.

Una lettera alla Norvegia perché non si ripeta il "caso Freya"

Ancora troppo recente la terribile fine di Freya, la femmina di tricheco abbattuta dalle autorità norvegesi perché si aggirava nel fiordo di Oslo avendo preso l’abitudine di salire sulle barche ormeggiate. Nessuno scrupolo in un abbattimento motivato dalla possibilità che l’eccesso di socializzazione, causato dalla presenza divertita e inconsapevole di curiosi alla ricerca di una foto con l’animale, avrebbe potuto portare ad incidenti.

Freya era arrivata in Norvegia dopo essere stata avvistata nel Regno Unito, nei Paesi Bassi, in Danimarca e in Svezia: alla fine si era stabilita all'interno della baia di Frognerkilen, nel fiordo di Oslo, dove, in maniera assolutamente involontaria aveva affondato alcune imbarcazioni per salirci sopra e riposare. Questa sua facilità a confrontarsi con ambienti fortemente urbanizzati le è costata la vita e in molti temono che per Thor, a meno che non si prendano subito decisioni alternative, la situazione potrebbe diventare altrettanto pericolosa.

Proprio per questo l’associazione «consiglia a tutti di lasciare il tricheco a distanza ravvicinata per evitare di disturbarlo. Ogni volta che viene disturbato da persone troppo vicine o rumorose, le sue possibilità di sopravvivenza ne risentono – spiegano sottolineando che – i trichechi sono protetti dal disturbo dalla legge del Regno Unito». Il BDMLR ha anche inoltrato una lettera aperta e una petizione alla Norvegia per chiedere spiegazioni dettagliate sul perché nel caso di Freya non siano state attuate misure di gestione.  «Nel XXI secolo, con le crisi del clima e della biodiversità, abbiamo bisogno di cambiamenti paradigmatici e filosofici, poiché la nostra specie umana deve adattarsi a vivere a fianco della natura, indipendentemente dagli inconvenienti – si legge nella lettera – Vorremmo ricordare al governo norvegese che la Norvegia è anche soggetta ad accordi internazionali di particolare rilevanza per la gestione dei trichechi e dei loro habitat, tra cui la Convenzione sulla diversità biologica, la Convenzione sulla conservazione della vita selvatica e dell'ambiente naturale in Europa del 2014 e la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 2016».

Wally salvo grazie all'intervento dei volontari e delle associazioni che hanno gestito la sua presenza

Nella lettera si può leggere anche un riferimento diretto all’altro tricheco, Wally, che nel 2021 ha toccato le coste del Regno Unito. In quel caso, però, l’esito è stato positivo perché la mobilitazione di volontari di diverse associazioni è riuscita ad evitare a Wally la terribile fine di Freya. Le foto di Wally,  comodamente adagiato in un motoscafo nel porticciolo di Cork, sulla costa irlandese, avevano fatto il giro del web e gli avevano procurato notorietà e simpatia. Per lui si erano date da fare diverse associazioni, in particolare la Sea Rescue Ireland che gli aveva organizzato due appoggi momentanei: un gommone in disuso e un letto galleggiante. «Wally – sottolinea la lettera spedita alle autorità norvegesi – ha toccato il Regno Unito, l'Irlanda, la Francia, la Spagna e l'Islanda nel 2021 e aveva anche l'abitudine di salire sulle barche nei porti. La sua situazione è stata quasi interamente gestita sul campo da una manciata di volontari e personale di associazioni per la conservazione e il benessere degli animali marini, che hanno effettuato un monitoraggio giornaliero, un'informazione pubblica regolare e coerente e l'adozione di misure di prevenzione».

La speranza è quindi che anche per Thor ci sia la possibilità di riprendere il largo liberamente e dirigersi di nuovo verso le acque fredde del nord che gli sono congeniali. Il timore che l’interferenza umana possa far scoppiare un nuovo caso “Freya” e che anche per il tricheco appena individuato si possa aprire un’impegnativa fuga per mettersi in salvo, è molto alto. «Naturalmente non sappiamo per quanto tempo Thor rimarrà in giro per il Regno Unito, ma mentre è qui chiediamo a tutti di comportarsi in modo ragionevole e responsabile per la propria sicurezza, nonché per quella del tricheco, per evitare che si verifichi uno scenario peggiore. Abbiamo urgentemente bisogno di leggi e protocolli per garantire che un caso come quello di "Freya" non si ripeta mai più» spiega la Divers Marine Life Rescue. «Vogliamo un'indagine completa sul processo e sui protocolli adottati per prendere la decisione di porre fine alla vita e una nuova legislazione e nuovi protocolli per gli scenari futuri che coinvolgono i grandi mammiferi marini spostati». Secondo l’associazione, che si dichiara pronta ad assumersi un ruolo attivo per il raggiungimento di questi obiettivi, «questo servirà a garantire una convivenza appropriata e rispettosa in futuro».

Nella foto, dal sito del British Divers Marina Life Rescue, il tricheco Thor sulla spiaggia di Southampton

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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