video suggerito
video suggerito
19 Giugno 2023
18:05

Nel Paese delle Streghe una statua in memoria dei gatti uccisi dall’Inquisizione

Nel centro di Triora, una piccola comunità in provincia di Imperia nota come "il Paese delle Streghe", sarà installata una statua in bronzo di tre metri realizzata dall’artista Elena Rede per commemorare i gatti uccisi dall'Inquisizione.

57 condivisioni
Immagine

Il paese italiano delle streghe ha scelto di commemorare i gatti uccisi durante l'Inquisizione. Si tratta Triora è un piccola comunità della Valle Argentina, in provincia di Imperia, a pochi chilometri dal confine con la Francia e a due passi dal Piemonte.

È noto come il Paese delle Streghe per via di una serie di tragici eventi legati, appunto, alla caccia alle streghe del XVI secolo. L’Inquisizione spagnola era molto attiva nella regione e il villaggio fu colpito da un’ondata di isteria riguardante presunti episodi di stregoneria. Le donne furono accusate di praticarla e di avere legami con il diavolo, presunti crimini che vennero processati in tribunale e molte di loro furono condannate a morte. Pochi lo sanno ma insieme a loro morirono anche tanti animali, soprattutto gatti, legati in qualche modo al ‘mito’ della stregoneria e dei rapporti con Satana.

Oggi il Paese delle Streghe vuole rendere omaggio alla loro memoria e, grazie all’iniziativa di due turisti stranieri innamorati del villaggio, sta per dare il benvenuto a una statua in bronzo di quasi tre metri raffigurante, appunto, un gatto. L’opera dell’artista Elena Rede troverà casa in paese grazie al team creativo internazionale Triora Project che ha presentato il progetto “Grand pardon”, un grande perdono in onore del gatto vittima della crudeltà umana e dell’Inquisizione. L’obiettivo è onorare la memoria di tutti gli animali torturati e bruciati insieme alle streghe.

Il Gatto di Triora sarà uno dei più grandi monumenti europei in bronzo raffiguranti un felino. L’opera fonde lo stile barocco con l'arte contemporanea, partendo da una tecnica antica in cui il fuoco diventa il primo elemento in ogni processo di lavorazione dalla modellazione in cera alla fusione, dai ceselli alle multipatine. Una scelta affatto casuale, perché nelle intenzioni dell’artista in questo modo il gatto simbolicamente “riacquista la vita” grazie allo stesso elemento, il fuoco, che un tempo gliel’ha tolta. E un modo per combattere i pregiudizi che ancora oggi, purtroppo, esistono sui gatti, in particolare quelli neri, che sino a qualche decina di anni fa venivano considerati portatori di sventure.

Questa pessima reputazione risale probabilmente all'evoluzione del mito egizio di Bastet, poi tramutato in quello di Artemide dai Greci e di Diana dai Romani, quest'ultima legata al culto della stregoneria perpetrato fino alla fine del Medioevo. I gatti erano considerati appunto fidati compagni di presunte streghe, a volte incarnazione di spiriti diabolici essi stessi, ed entrambi sono stati oggetto di persecuzione per secoli.

Secondo un’altra interpretazione, i gatti neri che attraversavano nottetempo le buie strade nel Medioevo erano responsabili di spaventare i cavalli che trainavano le carrozze, causando paurosi incidenti e questo avrebbe contribuito ad aumentare e rendere concreta la nomea di portatori di sventura. Queste superstizioni hanno fatto sì che in molte parti del mondo si siano diffusi miti e leggende attorno ai gatti neri, anche se non sempre negativi. Se è vero, per esempio, che in Nord America e nell'Europa meridionale i gatti neri che attraversano la strada sono stati considerati portatori di sfortuna come il venerdì 17 o la tavola con 13 ospiti, nel Regno Unito o in Giappone accade esattamente il contrario: il gatto nero che attraversa la strada simboleggia il diavolo che è passato accanto senza causare danno e, quindi, preannuncia la buona sorte.

Avatar utente
Pietro Zampedroni
Giornalista
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views