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25 Agosto 2022
13:55

Una speranza per i cani di Satriano. Il Sindaco a Kodami: «Un’associazione li vuole tutti in affidamento»

Il Sindaco di Satriano ha ricevuto una richiesta ufficiale di affidamento dei cani di Satriano da parte di un’associazione di protezione animale. Ora spetta alla Procura di Catanzaro, titolare del fascicolo sulla morte di Simona Cavallaro autorizzare il trasferimento.

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I cani di Satriano (foto esclusiva di Kodami)
I cani di Satriano (foto esclusiva di Kodami)

«Pochi giorni fa ho ricevuto una richiesta da parte di un’associazione che vuole l’affidamento di tutti i cani coinvolti nella vicenda di Satriano». Il sindaco di Satriano, Massimo Chiaravalloti, rivela a Kodami una importantissima notizia per il destino dei 13 cani da pastore che il 26 agosto 2021 ferirono a morte la ventenne Simona Cavallaro a Satriano, in provincia di Catanzaro, mentre si trovava nella zona picnic di Monte Fiorino in compagnia di un amico.

A distanza di un anno, la sorte dei 13 cani di Satriano, gli unici condannati a un fine pena mai per la morte della ventenne originaria di Soverato, sarebbe rimasta immutata se il nostro reportage non avesse messo in luce la particolare condizione giuridica di questi cani, formalmente non sottoposti a nessun tipo di sequestro giudiziario e per questo potenzialmente adottabili. Ma ecco che il Primo cittadino ha voluto comunicare proprio a noi quella che potrebbe essere una svolta decisiva per questi soggetti che ancora sono reclusi nel canile Pet Service.

La vicenda che ha sconvolto l'opinione pubblica e colpito gravemente la famiglia della vittima in primis, è stata ricostruita ad oggi attraverso le indagini effettuate dalla Procura di Catanzaro. I cani si trovavano nell'area per sorvegliare un gregge di ovini nella disponibilità del pastore 46enne Pietro Rossomanno, attualmente unico indagato per l'omicidio colposo di Simona Cavallaro.

Rossomanno, tuttavia, ad oggi ancora nega che i cani fossero suoi. Il tragico evento, nella sua complessità, è stato al centro della nostra video inchiesta svolta nei luoghi dove il terribile evento si è verificato.

Kodami dunque segue questa vicenda fin dai primi momenti e oggi il Primo cittadino ci ha rassicurato: «Da parte del Comune c’è piena disponibilità. Girerò la richiesta alla Procura di Catanzaro a cui spetta la decisione di autorizzare il loro trasferimento».

Ma la vicenda del loro affidamento è ben più complessa a causa dell’ambiguità giuridica in cui si trovano gli animali, come ricorda proprio Chiaravalloti: «I cani al momento si trovano in canile mantenuti dal Comune, anche se sono intestati al pastore indagato».

Rossomanno, infatti, all’indomani dell’omicidio di Simona Cavallaro aveva aiutato gli operatori dell’Asl e del canile a recuperare tutti gli animali. «Solo uno dei cani aveva il microchip e la registrazione a nome di Rossomanno (una femmina di nome Bianca ndr), gli altri no – ricorda il Sindaco – Tuttavia rispondevano unicamente ai suoi comandi e i primi sei li recuperò con il solo richiamo. In quella primissima fase aveva comunicato a operatori e Forze dell’ordine che i cani erano i suoi, circostanza disconosciuta con l’avvio della vicenda giudiziaria».

Una testimonianza che conferma quella fornita dal titolare del Pet Service Antonio Bevilacqua che oltre ai 13 cani legati alla morte di Simona Cavallaro accoglie altri 60 cani del Comune catanzarese. Proprio Bevilacqua qualche mese fa aveva ricevuto dalla Federazione Italiana Appennini la richiesta di adottare due dei più giovani del gruppo: Nathan e Astrid. In quell’occasione la Procura però aveva espresso il proprio diniego in quanto gli animali erano ancora ritenuti di «interesse investigativo», come si legge in una nota che Kodami ha potuto visionare.

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L’Associazione che oggi ha formalmente richiesto l’adozione dei cani, questa volta al Sindaco di Satriano, è Fuori dalle Sbarre e si occupa di aiutare i cani in difficoltà in canile trovando loro una adozione attraverso una rete di volontari in tutta Italia.

«Abbiamo fatto richiesta per occuparci dell’adozione di tutti i cani – spiega a Kodami la presidente Maria Sblendorio – Il nostro unico interesse è non lasciarli in canile e iniziare con loro un percorso con un educatore che aumenti il loro indice di adottabilità e poi, una volta individuata la famiglia giusta, seguire anche con loro un percorso specifico».

Starà nuovamente alla Procura scegliere se tenere i cani bloccati in canile oppure dare loro la speranza di una nuova opportunità. Intanto Rossomanno, colpito dal divieto di dimora nel Comune di Satriano e dall’obbligo di presentazione alla Polizia, è nei fatti ancora libero e lo sarà fino al termine di un processo di cui non si vede ancora l’inizio.

In memoria di Simona: il ricordo di Soverato

Domani a Soverato, città natale di Simona Cavallaro, sarà inaugurato uno spazio comunale in memoria della giovane, come ci racconta il sindaco, Daniele Vacca: «Quello che è successo a Simona ha lasciato sgomenta tutta la nostra comunità, ancora di più perché non è stata ancora accertata la verità di quanto successo».

All’inaugurazione saranno presenti i genitori di Simona, il padre Alfio e la madre Angela che a distanza di un anno non hanno ancora assistito all’avvio del processo, ma che, hanno fatto sapere di non provare rabbia, solo un profondo dolore per la sorte toccata alla loro figlia: «Nessun procedimento giudiziario, nessuna condanna potrà alleviare il dolore che ho nel cuore».

Se i giudici al termine del dibattimento dovessero confermare l’ipotesi accusatoria, per cui la causa della morte di Simona è da ricercarsi nell’incuria di Rossomanno rispetto ai cani a guardia del gregge, si aprirebbe un capitolo importante riguardo alla gestione dei cani padronali, troppo spesso lasciati a loro stessi senza assunzione di responsabilità da parte dei loro umani di riferimento.

Diverse amministrazioni comunali in tutta Italia, come la laziale Formello e la campana Caserta, hanno avviato progetti di anagrafe domiciliare, una ipotesi che il Sindaco di Soverato accoglie: «I cani padronali vanno monitorati e se dovessimo renderci conto di simili problemi sul nostro territorio agiremo in ogni modo».

Dei cani catturati quel maledetto giorno della morte di Simona solo uno aveva del sangue sul muso, il sangue di Simona. Gli altri invece non è stato possibile stabilire se abbiano avuto una parte nella morte di Simona. Tutti, in egual modo, però stanno espiando la stessa pena per una colpa che non hanno.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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