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29 Settembre 2022
9:00

Una nuova casa per Ink

Ink è entrato in canile con la mamma e una sorellina quando era un cucciolo. Erano stati tutti accalappiati in montagna, nella zona Sud di Roma. Di Ink si è occupata l'istruttrice cinofila Maria Tiziana Serangeli, che ora cerca per lui un'adozione.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Maria Tiziana e il piccolo Ink

Maria Tiziana Serangeli, detta Mizzy, è l’istruttrice cinofila che collabora con il progetto “A scuola di libertà”, promosso da ACL Odv. «Il progetto promosso da ACL consiste nel fornire supporto sia a cani in canile, per incentivare la loro adozione e per sostenere le famiglie che intendono, o che hanno appena adottato, un nuovo compagno a quattro zampe», spiega Mizzy a Kodami che da due anni offre la sua opera professionale in forma di volontariato per questo importante progetto, insieme con altri educatori e istruttori del Lazio.

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Nella sua opera di volontariato l’istruttrice, esperta in riabilitazione cognitivo comportamentale, ha aiutato e aiuta molti cani. Tra questi c’è un piccolo cane, tutto nero, al quale è stato dato il nome di Ink (inchiostro) che attualmente vive con lei e sta cercando famiglia. «L'associazione della quale faccio parte si occupa essenzialmente di adozioni e ha come zona di competenza i canili della provincia di Frosinone e Latina – spiega Serangeli – In sostanza si supportano i volontari dei vari canili nel seguire le adozioni, nel fare controlli pre-affido e nel lavoro con cani in canile per aumentare il loro Indice Di Adottabilità (IDA). Lo facciamo in aiuto alle volontarie di ACL che si possono avvalere, quando serve, delle nostre competenze di educatori e istruttori cinofili. Attualmente siamo 8 tra istruttori ed educatori e se ne aggiungeranno presto altri. Nel mese di maggio appena passato, in un canile in provincia di Frosinone ho incontrato per la prima volta questo cucciolo che aveva bisogno di aiuto».

Maria Tiziana fa mente locale e ricostruisce gli eventi di allora: «Ink era entrato in canile con la mamma e una sorellina, aveva circa un mese e mezzo. Erano stati tutti accalappiati in montagna, nella zona Sud di Roma. Lui, la madre e la sorella erano in un box con altri cuccioloni che via via sono stati tutti adottati. Rimaneva solo lui e così mi è stato chiesto di intervenire per aiutarlo a trovare una nuova famiglia. Al tempo aveva 4 mesi e non era socializzato con le persone. Ho deciso così di portarlo a casa con me per lavorare con lui e cercare di aiutarlo a risolvere le sue problematiche quando è stato chiaro che in canile non saremmo riusciti a fare alcun progresso».

Lo stallo a casa di Mizzy

Oltre che svolgere il lavoro di istruttrice cinofila a tempo pieno, Maria Tiziana fa anche pensione casalinga e condivide la sua casa con altri tre cani. Visto le caratteristiche di Ink ha reputato che fosse indispensabile farlo uscire quanto prima dal canile per aiutarlo a socializzare con il mondo: il rischio per cani come lui, che non attirano molto l’attenzione delle persone, è infatti quello di restare tutta la vita in un box, soprattutto se in un canile che oggettivamente è poco frequentato dalle persone del luogo.

Ecco così che Ink, terrorizzato, arriva a casa dell’istruttrice agli inizi di agosto. Non sa nulla del mondo cittadino, probabilmente non è mai stato in una casa, non ha avuto interazioni positive con gli esseri umani. Anzi, dalla madre ha appreso come starci alla larga. «Avevo fatto in modo di chiudere i miei cani in due stanze separate lasciando che Ink familiarizzasse con l’ambiente senza essere assillato, almeno per i primi momenti dopo l’ingresso in casa. Poi ho fatto uscire Carbonella, la più sensibile e capace di accudire i cani in difficoltà. È stata fondamentale per aiutare Ink a lenire lo stress sia dei primi momenti che nei giorni a seguire».

Molto spesso, attraverso i racconti delle persone, abbiamo modo di capire quanto i cani possano essere in grado di prendersi cura degli individui in difficoltà, quanto siano insostituibili e in taluni casi rappresentino la “Chiave di Volta” nella vita di soggetti che altrimenti non riuscirebbero mai a riacquistare equilibrio dopo i traumi subiti o a causa delle gravi carenze nei periodi sensibili della loro infanzia. Cani come Carbonella fanno spesso da ponte tra il mondo degli umani e quello dei cani e, con la loro delicatezza, empatia e pazienza possono fare cose per gli altri che nessun essere umano potrebbe fare.

«Avevo lasciato a disposizione di Ink una stanza nella quale poteva rifugiarsi e spesso Carbonella gli stava accanto. Lui si infilava sotto un mobile e lei gli si sdraiava vicino per tranquillizzarlo. Io non gli chiedevo nulla di nulla. Gli ho dato tutto lo spazio e il tempo di cui aveva bisogno. E pian piano ha cominciato a fare capolino da quella stanza. La sua curiosità è forse la cosa che lo ha smosso di più, insieme con il supporto di Carbonella», racconta l’istruttrice. «Ha cominciato ad uscire e quando aveva qualche dubbio o timore ritornava a rifugiarsi nella stanza. Il secondo giorno ha iniziato ad avvicinarsi e c’è stato il primo contatto fisico, cosa che ha dimostrato di gradire. È possibile che quella volta fosse la prima in cui è stato toccato, diciamo pure “educatamente”, e non manipolato in modo sbrigativo o costrittivo».

Il mondo fuori è sconosciuto!

Molte persone non tengono in considerazione il fatto che cani con queste caratteristiche hanno la necessità di essere aiutati da persone esperte, competenti e molto, molto pazienti. Non possono essere trasportati dal canile alla casa di una persona che non ha idea di quali siano le condizioni del cane e di cosa si troverà ad affrontare. Fare adozioni con superficialità, soprattutto per cani con le caratteristiche di Ink, porta quasi inevitabilmente ad un nuovo abbandono. Infatti se il cane è terrorizzato dal mondo esterno non ci possiamo certo aspettare che uscirà tranquillamente da casa, annuserà in giro tutto sereno e farà, per esempio, i suoi bisogni nell’aiuola o al parco, e non sempre le persone sono disposte a fare dei sacrifici, a gestire difficoltà di questo tipo che richiedono dedizione, pazienza e tanto impegno.

«Nell’arco di qualche giorno Ink aveva preso confidenza con la casa e con gli altri membri canini della famiglia, oltre a Carbonella c’è Pierino, un incrocio di Yorky, e Virgilio, un cane anziano che vive tranquillamente la sua vita soprattutto se gli altri cani non gli prestano attenzione. Per Ink era tutto nuovo, i rumori, gli odori, le superfici… tutto era sconosciuto. Naturalmente i bisogni lui li faceva nella stanza nella quale si sentiva più al sicuro, e io pulivo: ero ben consapevole del fatto che un cane con quelle difficoltà non avrebbe avuto scelta all’inizio».

Nei giorni successivi, quando il livello di stress di Ink cominciava ad abbassarsi un po’, sempre con il supporto di Carbonella, lui ampliava le sue esplorazioni, per esempio andava sul balcone e da lì cominciava a prender confidenza con il rumore della città. «Avevamo preso in considerazione il fatto che ad agosto la città di Roma, dove vivo, è semi-deserta. Sono tutti in ferie, poche automobili, pochi motorini, poche persone per strada. Insomma, questo avrebbe aiutato Ink a fare esperienze con il mondo a lui totalmente sconosciuto in modo piuttosto graduale. Ho cominciato a farlo uscire sul pianerottolo di casa in libertà, con gli altri miei cani, cosa facilitata anche dal fatto che il palazzo era praticamente deserto e non ci sarebbero stati incontri improvvisi».

Sono molte le cautele alle quali prestare attenzione quando si lavora con un cane con tali fragilità. Alle volte un’inezia non presa in considerazione si può trasformare in una tragedia agli occhi di un soggetto come Ink. «Era arrivato il momento poi di fare un passo avanti. Dovevamo cominciare ad uscire. A casa mia la cosa non è semplice: sono al terzo piano, c’è un ascensore, ci sono delle vetrate che danno sull’esterno, insomma una serie di cose da superare ma alla fine ci siamo riusciti. Quando Ink si è trovato di fronte al cancello che si affaccia sulla strada, però, il suo livello di ansia è salito alle stelle e siamo dovuti rientrare. Aveva bisogno di altro tempo. È stata poi necessaria un lunga pausa per recuperare. Dopo qualche giorno ci ho riprovato portando con me anche Pierino, il piccolino parecchio arzillo che si muove benissimo in strada, sicuro di sé e sempre tutto contento. È andata un po’ meglio della prima volta. Ink è un cane che ha bisogno di poter riflettere sulle cose, poi ce la fa. Certo era ancora preoccupato, ma questa seconda volta è riuscito a superare quell’ostacolo del cancello, anche grazie al fatto che lui si affida moltissimo al supporto degli altri cani».

Con un po’ di pazienza Ink riesce ad uscire di casa e arrivare fino al parco pubblico vicino all’abitazione di Maria Tiziana, il Parco Petroselli a Talenti, e questo rappresenta un passo importantissimo, come racconta l’istruttrice: «In ambiente naturale è un cane totalmente differente. Adora correre e assecondare la sua natura di simil terrier, si diverte come un matto, ed è fantastico. E grazie a questa esperienza, all’uscire in passeggiata per arrivare fino al parco, ogni giorno faceva un progresso: ha marcato, poi ha fatto la cacca per la prima volta sull’erba, poi ha marcato di nuovo aggiungendo una piccola raspatina. E poi ha cominciato a guardare le persone e, una volta superate, annusare la loro scia d’odore… la sua curiosità, come detto, lo stava supportando nel fare esperienze».

Piccoli passi che lo aiutano a scoprire un mondo e a mostrare la sua capacità di superare le difficoltà, affrontare una situazione. «Pian piano ha cominciato a riconoscere le persone che frequentano il parco e ad averne sempre meno timore, soprattutto nei riguardi della signora Noemi, una carissima amica, che avrà quasi ottant’anni – racconta la Serangeli – Questa donna si fa i chilometri con il suo cane Tecla e quando Ink ha scoperto che esistono i biscottini e che alcuni pet mate di cani non si risparmiano nell'allungarglieli per fare amicizia si è sciolto, almeno fin quando si tratta di figure femminili, meglio se accompagnate da cani. Con gli uomini le cose sono ancora un po’ difficili per Ink».

Mizzy e Ink così iniziano a fare lunghe passeggiate nel parco con altri cani e persone e questo non può che incoraggiare Ink a provare emozioni positive nei confronti di ciò che prima era terrificante. Si arriva anche a fare una breve sosta in un bar, dopo una bella escursione: giusto il tempo di un caffè, cosa non da poco per lui, puntualizza l’istruttrice. «Persone, cani, rumori sullo sfondo, biciclette, monopattini, runner: Ink comincia ad adattarsi a questa dimensione urbana, seppur alleggerita dal fatto che si è in un parco, che però man mano inizia a popolarsi sempre più, dato che le ferie sono finite, e la gente ritorna in massa. Lui ha la possibilità di prendere tutta la distanza che vuole, si vedono i miglioramenti, la postura è cambiata, la coda tra le gambe non c’è praticamente più, se non in qualche momento particolare, le orecchie sono molto più dritte e ha appreso tutta una serie di strategie, in autonomia, per affrontare i momenti più difficili. Per esempio, in certe situazioni si mette in mezzo a due dei miei cani, come se avesse la scorta, e loro lo sostengono moltissimo».

Il miglioramento continuo e graduale di Ink

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Ink e Carbonella in una sosta al bar.

Per raggiungere il Parco Petroselli c’è comunque da percorrere un tratto di strada urbana, anche se breve, e gradualmente Ink ha imparato a gestirsi. Soprattutto ha imparato che le persone camminano per strada un po’ distratte, ti vengono dritte addosso senza badare minimamente a te. Mentre nei primi giorni cercava di fuggire e svicolare allarmato, racconta Mizzy, pian piano ha cominciato a decidere lo spostamento minimo necessario per evitare di essere calpestato o urtato.

«Certamente un po’ l’ho aiutato, ma gradualmente ci è arrivato da solo a trovare il modo migliore per affrontare quelle situazioni diminuendo le distanze e la preoccupazione per il comportamento dei passanti, lo si vede chiaramente dal suo atteggiamento».

Un altro passo avanti sulla strada del miglioramento è avvenuto quando Maria Tiziana ha organizzato con una collega una passeggiata di gruppo in ambiente naturale, con delle persone e una decina di cani sconosciuti, alla quale l’istruttrice ha deciso di far partecipare anche Ink, sempre supportato dall’immancabile Carbonella.

«Era un bel gruppetto di persone estranee, e lui, con tutta la sua cautela, alla fine si è inserito benissimo nel gruppo e, quando ci siamo fermati per mangiare, si è messo a fare da sentinella di protezione della combriccola. In quell’occasione c’è stato un ulteriore passo avanti, infatti in questo ultimo periodo tende a mostrare curiosità nei confronti delle persone, vi si avvicina senza essere adescato dal biscottino».

Ink sta imparando che gli esseri umani non sono per forza qualcosa di pericoloso: la sua curiosità, le esperienze positive e il supporto del gruppo stanno costruendo in lui rappresentazioni più positive. A questo punto Maria Tiziana Serangeli ha cominciato a portare il cane anche a fare brevi passeggiate serali nel quartiere, intorno al palazzo, però al momento Ink non si sente ancora del tutto a suo agio tanto da marcare e fare i suoi bisogni in quel contesto ma per lei è importante dare al cane una pseudo routine, simile a quella che avrà in una ipotetica famiglia adottante, scandendo con regolarità le uscite per i bisogni e le passeggiate al parco. In casa ormai è totalmente a suo agio, entra in ascensore da solo tranquillamente, non si rifugia più nella “sua” stanza. Insomma, nonostante il percorso sia incompleto e ci siano ancora progressi da fare, Ink ha fatto passi da gigante in meno di un mese, e ogni nuova acquisizione è sempre più rapida.

Il prossimo passo per Ink è una nuova famiglia. Con quali caratteristiche?

Far adottare Ink un mese fa sarebbe stato un azzardo dai risvolti probabilmente tragici, nonostante la giovane età del cane – oggi ha otto mesi – le sue insicurezze e paure nei confronti degli esseri umani avrebbero compromesso il suo inserimento in famiglia, ma adesso le cose sono cambiate e, come dice l’istruttrice, è necessario trovare una nuova famiglia quanto prima per poter fare il passo definitivo.

«Il legame che si sta instaurando tra noi rischia di diventare troppo profondo, sia da parte di Ink nei nostri confronti che per noi nei suoi, soprattutto per i miei cani. Inoltre lui è un cane giovane e ha bisogno di una routine e attenzioni che qui non riesco a dargli per chiudere il cerchio dei suoi bisogni. È importante a questo punto che si inserisca in una nuova famiglia, naturalmente con gradualità e con tutto il nostro supporto, per trovare finalmente una stabilità che gli consenta di adattarsi alla nuova vita», dice la Serangeli.

«Per come ho imparato a conoscerlo in queste settimane di convivenza, la famiglia per Ink dovrebbe comprendere almeno un altro cane, rappresenterebbe un’importante spalla per lui. Credo che sarebbe molto d’aiuto anche un giardino, soprattutto per i periodi in cui viene lasciato solo in casa, cosa alla quale si deve gradualmente abituare, in fondo non bisogna dimenticarsi che si tratta di un giovane cane, un cucciolone. Direi che non sarà mai un cane da centro città, serve un contesto poco caotico come quello di periferia, o campagna meglio ancora. Poi, essendo un piccolo simil terrier, ha necessità di fare parecchio movimento, di soddisfare la sua curiosità esplorando in lungo e in largo spazi naturali. E dato il suo profilo caratteriale di diffidenza nei confronti degli estranei, propendo perché la famiglia non sia totalmente inesperta, alla prima esperienza, per intenderci».

Maria Tiziana Serangeli offre tutto il supporto possibile per sostenere la futura famiglia di Ink in tutte le fasi di inserimento. E conclude dicendo: «Quando ti conosce e si affida a te è un cane affettuoso, divertente, che ama giocare e fare cose buffe. È adorabile. E se si pensa a tutto quello che è riuscito a superare in pochissimo tempo non si può che essere orgogliosi di questo piccolo cane, nero come l’inchiostro».

Per maggior informazioni su Ink: scuoladiliberta@gmail.com

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Luca Spennacchio
Istruttore cinofilo CZ
Ho iniziato come volontario in un canile all’età di 13 anni. Ho studiato i principi dell’approccio cognitivo zooantropologico nel 2002; sono docente presso diverse scuole di formazione e master universitari. Sono autore di diversi saggi.
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