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19 Luglio 2023
9:47

Una balenottera comune spiaggiata in Irlanda è a rischio esplosione

Una balenottera comune spiaggiata nella contea di Kerry, in Irlanda, rischia di esplodere. Per questo motivo l'autopsia è stata sospesa, ma si pensa che l'animale fosse morto da circa tre settimane. Ma come è possibile questo fenomeno?

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L’autopsia di un enorme balenottera comune che si era arenata una settimana prima su una spiaggia della contea di Kerry, in Irlanda, è stata abbandonata a metà dagli scienziati dell'Irish Whale and Dolphin Group per via di alcuni suoni provenienti dall'intestino della gigante creatura, sintomo di una possibile esplosione dell’animale.

Il cetaceo, il cui nome scientifico è Balaenoptera physalus, era stata segnalata sulla riva nelle prime ore del giorno del 9 luglio e per capirne le cause della morte era stato disposto l'esame autoptico, anche se in base al livello di decomposizione era ormai quasi certo che l’animale comunque fosse già morto da tre settimane prima di arrivare a spiaggiarsi. Ora però, più di questo gli scienziati irlandesi non sapranno, perché il rischio di esplosione ha fermato tutto.

Potrebbe sembrare assurdo, ma l'esplosione di una balena deceduta è un evento che rientra nel novero delle possibilità: infatti, quando uno di questi bellissimi animali muore, il suo corpo inizia il processo di decomposizione. Durante la fase iniziale, i batteri presenti nel suo intestino iniziano a rompere i tessuti, producendo gas come sottoprodotto.

Questi gas, poi, si accumulano all'interno del corpo della balena, aumentandone gradualmente la pressione interna che, se diventa eccessiva, fa verificare l'esplosione. Questo può accadere in diverse situazioni, ad esempio quando il corpo viene toccato, manipolato o appunto tagliato come per un autopsia. Una volta scoppiato, il gas all'interno della balena viene rilasciato insieme ad altri materiali biologici.

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Una balenottera comune affiora in superficie

Questo fenomeno non è molto frequente e, infatti, ne esistono alcuni casi famosi come quello del gennaio 2004 a Taiwan, dove però la balena venne fatte esplodere e dieci anni dopo in Canada, dove un'altro esemplare si spiaggiò sulla spiaggia di Trout River a Terranova e il gas di decomposizione all'interno del suo corpo causò un tale rigonfiamento che l'addome esplose spruzzando i fluidi corporei in tutta l'area circostante. Con la balenottera comune in Irlanda, in seguito è diventato chiaro che era improbabile che l’animale esplodesse, ma comunque è stato lasciato a decomporsi naturalmente e l’autopsia abbandonata per precauzione.

La Balaenoptera physalus è una specie a lungo minacciata di estinzione a causa delle attività umane e che ora, fortunatamente, è classificata come "specie a rischio minimo" sulla Lista Rossa dell'IUCN. In passato, però, era classificata come "specie in pericolo" a causa dell’intensa caccia commerciale a cui è stata sottoposta che ha portato a un drastico declino delle popolazioni. Nel 1986, poi, l'IWC, la Commissione Internazionale per la Caccia alle Balene ne ha vietato la caccia, offrendo loro una protezione legale.

Le popolazioni di balenottere comuni sono state in grado di recuperare anche se in misura limitata e rimanendo attualmente al di sotto dei livelli storici. Anche perché affrontano ancora diverse minacce tra le quali la collisione con navi, l'inquinamento in generale e quello acustico sottomarino, il cambiamento climatico e la scarsità di prede a causa della pesca intensiva. Per tutelare e conservare di più e meglio la specie, sono stati compiuti sforzi significativi che includono la creazione di aree marine protette, la riduzione del traffico navale in zone ad alto rischio di collisione e la promozione di pratiche di pesca sostenibili.

Inoltre, la ricerca scientifica continua a monitorare le popolazioni e studiare le loro abitudini per implementare misure di conservazione efficaci. Tutti ottimi passi avanti e progressi che però fanno comunque rimanere la balenottera comune una specie vulnerabile che richiede una costante attenzione e protezione per evitare il rischio di estinzione nel futuro.

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Simona Sirianni
Giornalista
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