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17 Luglio 2023
15:36

Un branco intero di globicefali spiaggiati in Scozia: ne è sopravvissuto soltanto uno

In tutto erano in 55 i globicefali spiaggiati sulla riva di una spiaggia dell’Isola di Lewis, in Scozia. Di questi 15 sono riusciti a sopravvivere, ma solo per poco, infatti le loro pessime condizioni hanno costretto i soccorritori a sopprimerli per evitare loro inutili sofferenze. Solo uno è riuscito a riprendere il largo.

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Le prime chiamate al servizio di soccorso locale che informavano di decine di globicefali in difficoltà sulla spiaggia di Traigh Mhor all’Isola di Lewis, in Scozia, sono arrivate intorno alle 7 di ieri, domenica, mattina. Ma il bilancio è stato molto peggio del previsto: a morire dopo essersi arenato sulla riva, è stato un intero branco. In tutto erano in 55, di questi 15 sono riusciti a sopravvivere, ma solo per poco, infatti le loro pessime condizioni hanno convinto i soccorritori delle necessità di sopprimerli per evitare loro inutili sofferenze. Solo uno, liberato in mare, è poi effettivamente riuscito a prendere il largo.

globicefali (Globicephala melas) sono cetacei odontoceti lunghi fino 6 metri per 2 tonnellate di peso e si riconoscono, oltre che per la forma della testa, anche per le pinne dorsali arcuate e rivolte all'indietro e per il loro comportamento spiccatamente curioso e socievole. Chiamato anche delfino o balena pilota, sono tristemente passati alla cronache anche per la barbara tradizione in uso alle isole Faroe in Danimarca dove vengono uccisi brutalmente a migliaia.

Sul motivo di questo spiaggiamento di massa ancora non c’è una spiegazione: gli esperti del BDMLR, il British Divers Marine Life Rescue che si occupa della tutela dell’ambiente marino, come riportato dai media, sospettano che possano aver seguito una femmina che stava per partorire. I globicefali sono noti per i loro stretti legami sociali, quindi quando uno si allontana e si spiaggia, gli altri spesso la seguono. I tentativi per salvarli sono continuati per tutto il giorno, ma alla fine purtroppo non c’è stato proprio nulla da fare. Ora sul corpo dei cetacei verranno effettuati gli esami post-mortem, in modo da poter stabilire con certezza quale sia stata la causa che li ha portati ad arenarsi.

Le cause degli spiaggiamenti dei globicefali non sono ancora completamente comprese: ci sono diverse teorie che cercano di spiegare questo comportamento, tra le quali errori di navigazione, seguire un membro del gruppo malato o ferito, risposta a un pericolo o a un predatore, condizioni ambientali sfavorevoli, malattie o una  combinazioni di alcuni di questi fattori.

Quando si verifica uno di questi tristi fenomeni vengono coinvolti biologi marini, volontari e organizzazioni di soccorso che hanno come obiettivo principale quello di salvare più animali possibili, prendendosi cura di quelli feriti recuperando quelli che possono essere rilasciati in acqua. Tuttavia, la sfida è molto complessa perché la maggior parte delle volte gli animali non sopravvivono.

Le autopsie e gli esami post-mortem, offrendo l’opportunità agli scienziati di studiare questi animali da vicino, forniscono informazioni importanti sulla salute generale, sulla dieta e su altri aspetti della biologia di questi bellissimi cetacei, tutti elementi che contribuiscono da un lato alla comprensione delle possibili cause degli spiaggiamenti, in modo da poter minimizzare i danni per gli animali coinvolti, dall'altro concorrono anche in maniera rilevante alle ricerche scientifiche sulla conservazione di queste specie.

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Simona Sirianni
Giornalista
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