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«Un branco di lupi accerchia e terrorizza due ragazze in Alto Adige», ma erano camosci

In queste ore è circolata molto la notizia di un branco di lupi che avrebbe avvicinato pericolosamente due escursioniste in Alto Adige. Dai rilievi effettuati si è capito subito che si trattava però di camosci, tra l'altro rimasti sempre a distanza. Notizie false come queste possono essere molto pericolose per la convivenza con i grandi carnivori.

10 Novembre 2022
15:43
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Nello scorse ore diverse testate hanno rilanciato la notizia di un incontro molto ravvicinato tra due escursioniste e un branco di lupi in Val d'Ultimo, in Alto Adige. La vicenda è stata riportata anche dall'ANSA e sarebbe la seguente: due ragazze del posto si trovavano nei pressi di Passo di Tarres, a 2.620 metri di quota, quando improvvisamente si sono imbattute in un branco di lupi composto da 7-8 individui.

In un primo momento – scrivono i giornali – gli animali si sono avvicinati minacciosamente alle escursioniste tenendole sott'occhio da una certa distanza, senza però mai allontanarsi. A quel punto le ragazze hanno lanciato l'allarme e solo l'arrivo di un elicottero di soccorso ha messo in fuga gli animali.

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Questa ricostruzione sembrava abbastanza inverosimile e infatti già dopo poche ore risultava evidente che le cose fossero andate in maniera molto diversa. «Dopo le prime verifiche pare ormai accertato che si tratti di un colossale abbaglio; trattasi di camosci. Ribadisco, camosci!», ha commentato su Facebook l'assessore comunale di Bolzano, Stefano Fattor. Sul posto sono infatti intervenuti gli esperti dell'ufficio forestale provinciale, che però non hanno trovato alcuna traccia di lupi.

Sulla neve sono state infatti trovate solamente impronte di camosci e gli animali, in ogni caso, non si sono mai avvicinati né hanno mostrato un comportamento minaccioso, come ha spiegato il direttore della Ripartizione Foreste Günther Unterthiner a Il Dolomiti. Si è trattato quindi di una colossale svista, riportata in maniera troppo frettolosa e superficiale dai media, cosa che purtroppo accade fin troppo spesso quando si tratta di lupi.

La diffusione di informazioni superficiali o completamente inventate, oltre che procurare falsi allarmi spaventando le persone, rappresenta infatti un serio rischio anche per la coesistenza tra gli animali selvatici e gli esseri umani. Notizie di attacchi e avvistamenti falsi sono ormai quasi all'ordine del giorno, come il recente "attacco di lupo" su un capriolo che in realtà era un Cane Lupo Cecoslovacco, tra l'altro nemmeno in Italia.

Oppure come un altro avvistamento avvenuto qualche giorno fa, questa volta a Ferrara, ma anche in quel caso si trattava invece di cani. Persino la TV pubblica talvolta alimenta vere e proprie leggende e falsi miti, come quella della fantomatica reintroduzione avvenuta per mano dell'uomo, cosa che non è mai avvenuta: il lupo ha ripopolato il paese in maniera del tutto naturale e autonoma.

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Queste informazioni scorrette e capziose, soprattutto quando sono destinate al pubblico generalista, rischiano di distruggere il duro lavoro svolto da ricercatori e studiosi che si impegnano per produrre dati oggettivi, basati su analisi e studi adeguatamente verificati, con la speranza che una comunicazione corretta della situazione possa favorire una pacifica convivenza con i carnivori.

Una parte della stampa e della politica continuano purtroppo ad alimentare e ad esacerbare il conflitto fra umani e grandi predatori, strumentalizzando un fenomeno indubbiamente complesso ma che di certo non può essere risolto proponendo abbattimenti di lupi e orsi a ogni singolo avvistamento.

Solo una corretta informazione portata avanti con massicce campagne di sensibilizzazione e prevenzione dei danni possono davvero aiutare lupi e umani a raggiungere una necessaria e imprescindibile convivenza. Occorre però remare tutti nella stessa direzione: esperti, media, politica e cittadini.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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