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6 Novembre 2023
9:43

Uccide un gatto a colpi di fucile: si era avvicinato troppo e disturbava la sua attività di caccia

Un gatto è stato ucciso a colpi di fucile nella campagna tra Giavenale e Ca’ Trenta a Schio, in provincia di Vicenza. A segnalare l'evento alle guardie zoofile di Vicenza è stata la presidente della sezione Enpa della zona, Federica De Pretto, fra i primi ad arrivare sul luogo dell'uccisione. L'uomo prima ha negato e poi ha confessato.

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Si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato e purtroppo il suo destino ha cambiato improvvisamente direzione e da gatto di casa amato e coccolato è diventato vittima del proiettile di un fucile nella campagna tra Giavenale e Ca’ Trenta a Schio, in provincia di Vicenza. A segnalare il triste evento alle guardie zoofile di Vicenza è stata la presidente della sezione Enpa della zona, Federica De Pretto, fra i primi ad arrivare sul luogo dell'uccisione.

Era un micione ben tenuto, bianco e nero, ed è stato trovato grazie al fiuto di un cane in passeggiata nascosto sotto a delle frasche, nella zona retrostante il canile municipale della cittadina veneta: «Le lastre hanno confermato che il povero micio era morto a causa di un colpo sparato da un fucile da caccia – spiegano De Pretto – a una distanza probabilmente inferiore ai 15 metri e questo ha dato alle Guardie Zoofile altri elementi per le indagini portandole a concentrarsi sul proprietario, un cacciatore, di un capanno lì vicino». Una volta raggiunto, l’uomo davanti alle domande  dei vigilanti non ci ha messo molto a confessare l’animalicidio: «Quando le Guardie Zoofile si sono presentate a casa del sospettato, l'ottantenne inizialmente avrebbe tentato di negare, salvo poi dire cos’era successo cercando di giustificare l’orrendo gesto con delle attenuanti».

Secondo quanto riferito dall'ispettore Enpa Renzo Rizzi, il cacciatore ha dichiarato di aver sparato al gatto perché lo riteneva un pericolo per la sua attività di caccia. Il felino si sarebbe avvicinato al suo capanno e avrebbe iniziato a miagolare, disturbandolo. Venerdì scorso è stata depositata la denuncia in Procura e il cacciatore dovrà rispondere del reato di uccisione di animale, punito con l’art. 544Bis, «chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni». Un deterrente che, a onor del vero, non sembra funzionare granché nella stagione della caccia visto il gran numero degli animali d’affezione, tra cani e gatti, trovati morti per mano umana.

«È davvero triste notare come, nonostante l’età, sembri che la saggezza non venga mai acquisita – commenta l’ispettore di Enpa, Renzo Rizzi –  Si fa fatica a comprendere come sia possibile non avere nessun rispetto delle regole arrivando addirittura ad ammazzare degli animali di proprietà, semplicemente perché potrebbero dare fastidio alla loro attività ludica. È difficile pensare che esistano persone che non si curano minimamente del fatto che quell’animale ucciso a fucilate possa essere di una famiglia che lo ama e che tutti i giorni attende che rientri a casa. È impossibile abituarsi a fatti del genere e, infatti, ogni volta siamo sempre più addolorati di constatare che nessuno faccia qualcosa per fermare queste stragi. Il povero micio era senz’altro un bel gattone di famiglia e quindi se a qualcuno, purtroppo, mancasse un gatto nero e bianco ci contatti».

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Simona Sirianni
Giornalista
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