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16 Maggio 2022
9:58

«Troppi cervi nel Parco dello Stelvio»: in Trentino un piano per abbatterne sino a 180 in due anni

Il piano, fermo dal 2008 e ripreso in mano dalla giunta soltanto di recente, prevede nei primi due anni un prelievo in controllo sperimentale di circa 100-180 cervi all'anno per tutelare la biodiversità.

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Da ottobre 2022 nel settore trentino del Parco dello Stelvio potrebbero risuonare spari di cacciatori impegnati nella battuta al cervo: è quanto prevede il piano che la Provincia di Trento ha messo a punto per tenere sotto controllo la popolazione di questi animali, ritenuta in sovrannumero e dunque una minaccia per la biodiversità.

Le linee guida sono contenute nel “Piano di conservazione e gestione del cervo nel Parco nazionale dello Stelvio-Trentino 2022-26″, recentemente condiviso con il Comitato provinciale di coordinamento e indirizzo del parco. L’obiettivo è «mitigare e ridurre gli squilibri ecologici causati dai cervi presenti all'interno dei confini del settore trentino del Parco nazionale dello Stelvio nell'arco di cinque anni, per ridurre la perdita di biodiversità determinata dall'elevata densità della popolazione animale».

Il piano, fermo dal 2008 e ripreso in mano dalla giunta soltanto di recente, prevede nei primi due anni un prelievo in controllo sperimentale di circa 100-180 cervi all'anno, che verrà realizzato con la collaborazione dell'Associazione cacciatori trentini e sotto il coordinamento e il controllo del parco e del Corpo forestale trentino previa apposita formazione.

Attualmente sono stimati tra i 1.000 e i 2.000 esemplari nel periodo estivo e autunnale, un numero che per la Provincia di Trento ha ricadute negative sia sul patrimonio forestale – causa bruscamento – sua sulla popolazione di camosci e caprioli, che entrando in competizione con i cervi in sovrannumero negli ultimi tempi sono diminuiti. Da qui la decisione di correre alla caccia di selezione, che verrà accompagnata da un monitoraggio scientifico svolto dal settore trentino del parco in coordinamento con il settore altoatesino e quello lombardo.

Inevitabili le voci contrarie, non soltanto da parte delle associazioni animaliste ma anche dal mondo del turismo e dell'allevamento, oltre che – seppure in minoranza  – degli stessi cacciatori: il timore è che dando il via libera alla caccia nel parco il cervo abbandoni l’area protetta, e la popolazione cali drasticamente.

I cervi del Parco dello Stelvio e l'impatto sull'ecosistema

La Provincia fa sapere che il Parco dello Stelvio ha iniziato ad affrontare la problematica delle elevate densità di cervo nel proprio territorio e degli impatti esercitati sugli ecosistemi e sulle attività economiche fin dal 1997.

Stimando all’epoca una popolazione di circa 2.600 cervi, di cui 1.700 all’interno del Parco, e considerato il forte impatto sulla rinnovazione forestale, tra il 1998 e il 2000 è stato elaborato il “Programma triennale di indagine e sperimentazione per una gestione del cervo nel Parco Nazionale dello Stelvio”, che prevedeva una riduzione della popolazione verso valori soglia di 7-8 cervi per kmq, attraverso l’aumento dei prelievi venatori all’esterno dei confini dell’area protetta durante la fase invernale.

La Provincia fa sapere che una prima fase di studio e di programmazione, realizzata tra il 2001 e il 2007, ha portato alla luce l’inadeguatezza di questa strategia, visto che «l’entità delle migrazioni della popolazione di cervo si è ridotta notevolmente e le densità all’interno del Parco non si sono ridotte, mantenendo elevati gli effetti e gli impatti sulle altre componenti degli ecosistemi. Nel 2008 è stato pertanto redatto e approvato il “Progetto Cervo – Piano di Conservazione e Gestione del cervo nel settore trentino del Parco Nazionale dello Stelvio e nel Distretto faunistico Val di Sole”.

A fronte di una stima della popolazione in Val di Sole di circa 2.900 cervi, di cui circa il 65% presenti all’interno del Parco, il Piano del 2008 ha previsto la realizzazione di abbattimenti di controllo all’interno dell’area protetta, per ridurre gli squilibri ecologici accertati, attraverso la riduzione della consistenza della popolazione di cervo. Il Piano è stato bloccato da un ricorso presentato dalla Riserva di caccia di Rabbi, e allo stesso tempo le nevicate intense del 2008-2009 hanno causato una elevata mortalità naturale che ha ridotto il numero di cervi, contribuendo ad avvicinarsi in modo naturale agli obiettivi del Piano (nel 2010, a seguito degli effetti demografici sulla popolazione, si è arrivati a una consistenza stimata di circa un migliaio cervi nel Parco). Dal 2011 al 2017, quindi, il Piano è rimasto sospeso. Nel frattempo la popolazione è tornata a crescere, raggiungendo nuovamente nel 2017 la soglia dei 2.000 cervi nel Parco (circa 3.000 nell’intera Val di Sole).

Al 2022, la stima della consistenza primaverile del cervo nell’intera unità di gestione Parco Nazionale dello Stelvio–Val di Sole è di circa 2.900 cervi, che scendono a circa 1.600 durante l’estate e l’autunno.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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