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25 Aprile 2022
19:46

Trento Film Festival: dal 29 aprile all’8 maggio va in scena la montagna con le sue genti e i suoi animali

Nei prossimi giorni Trento diventerà il palcoscenico di centinaia di eventi del Trento Film Festival. Al centro ci sarà come sempre la montagna, ma molti film, libri e mostre avranno come protagonisti anche gli animali che popolano le "terre alte" insieme agli umani.

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Dal 29 aprile all' 8 maggio Trento tornerà ad essere la capitale internazionale del cinema e delle culture di montagna. Nel capoluogo trentino, infatti, si terrà la settantesima edizione del Trento Film Festival, una delle più antiche rassegne cinematografiche italiane ancora in attività, che da sempre mantiene al centro i temi legati alla montagna, all'alpinismo, all'ambiente, alla sostenibilità e alla relazione degli esseri umani con gli animali che vivono nelle "terre alte".

Dopo due anni condizionati dalle limitazioni causate della pandemia, il programma di questa settantesima edizione riporterà in città oltre 120 prime visioni, ma anche numerosi appuntamenti letterari e mostre che vedranno la partecipazione di ospiti d'eccezione come Reinhold Messner, Hervé Barmasse, Tamara Lunger e Mauro Corona.

«Il Trento Film Festival spegne settanta candeline ma, pur con una grande attenzione e rispetto del suo passato, ha deciso di guardare al futuro – ha affermato la Direttrice del Festival Luana Bisesti, durante la conferenza stampa di presentazione dell'evento – È sarà proprio il futuro il protagonista della sezione Destinazione… Ma non solo: anche lo sguardo in avanti, la responsabilità nei confronti delle future generazioni e l’analisi della storia passata per comprendere come agire nel futuro, sono elementi che caratterizzano trasversalmente tutta la programmazione di questa settantesima edizione».

Un senso di responsabilità e consapevolezza delle conseguenze delle nostre azioni sull'ambiente e sugli animali, sono quindi i cardini dell'evento che avrà inizio nei prossimi giorni nei cinema, nelle librerie, nelle piazze e nei musei del capoluogo trentino.

Esseri umani e animali nei documentari, nei cortometraggi e nei film del festival

La fauna selvatica di montagna sarà una protagonista di rilievo di questa edizione del festival. Fin dal primo giorno di programmazioni, infatti, ci sarà spazio per orsi, lupi ed altri animali con cui conviviamo a tutte le latitudini.

Ad aprire le scene, però, non saranno i plantigradi trentini, che da decenni riempiono le pagine dei giornali locali e nazionali, ma gli orsi marsicani, raccontati in un cortometraggio del documentarista italiano Mattia Cialoni, dal titolo "Il mio vicino è un orso". Ambientato a Villalgo in provincia dell'Aquila, il breve documentario racconta la storia dell‘orsa Amarena, di cui abbiamo più volte parlato anche su Kodami e dei suoi cuccioli (tra cui il giovane Juan Carrito) che scendono dagli Appennini in cerca di cibo nei frutteti locali e diventano in breve tempo un'attrazione per i turisti e un vero e proprio chiodo fisso per alcuni abitanti della zona.

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Locandina del documentario dedicato ad Amarena e i suoi cuccioli

Un altro interessante documentario è stato girato invece dal regista italiano Andrea Dalpian ed ambientato sul monte Adone, nel medio Appennino bolognese, dove due lupi molto giovani vengono trovati soli, lungo un sentiero e trasferiti quindi verso il vicino centro di recupero per la fauna selvatica."Il contatto" parla dell'anno trascorso dai due cuccioli insieme agli umani prima del ritorno in natura, cercando di capire cosa abbiano provato durante questo periodo di convivenza.

Sarà poi il momento del viaggio intorno al mondo attraverso gli occhi di due sedicenni, per capire cosa sta succedendo alle specie animali durante la sesta estinzione di massa e soprattutto: come potremmo fermarla? L'obiettivo di Cyrill Dion, il regista del docu-film "Animal", è quello di restituire speranza ed entusiasmo a noi umani, che secondo quanto ha dichiarato all'evento di presentazione: «Nel prossimo futuro avremo bisogno di ottimismo più che mai».

C'è spazio poi, anche per l'orso trentino e a parlarne sarà Federico Betta, con il suo documentario "La Frequentazione dell'orso", durante il quale prova a fare chiarezza sul rapporto dei trentino con il plantigrado a partire dal grande progetto di ripopolamento della specie LifeUrsus che avuto inizio oltre 20 anni fa nella regione del  festival.

Il documentario verrà trasmesso in anteprima mondiale e sarà una delle proiezioni cruciali per quanto riguarda il tema della fauna selvatica, trattandosi un argomento di costante attualità per il Trentino, dove la convivenza tra orsi e esseri umani genera conflitti superabili solo con l'impegno da parte di tutte le parti in causa.

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Manifesto del documentario "La frequentazione dell’orso"

Si parlerà poi anche di pastorizia e di allevamento nel documentario "La signora di Zeri", dedicato ad un'antica razza di pecore che prende il nome dal paese di Zeri, la Zerasca, e di Cinzia Angiolini, una delle pochissime pastore che alleva ancora seguendo un'etica "non produttiva", ma attenta a ogni bisogno degli individui con cui vive. Lei con le sue pecore ci parla, le cura, le cerca e le porta a casa ogni sera. Uno spaccato di una vita fatta di fatica e sacrificio, che ha al suo centro il rispetto e l'amore per gli animali.

Ancora una volta il lupo torna protagonista in un documentario olandese che racconta la storia di Naya, una lupa che ha camminato dall'est della Germania al Belgio con un collare GPS. Naya però, non è una lupa qualunque, ma la prima a tornare in Belgio dopo cento anni dalla scomparsa della sua specie. Il regista di "Der Wald hat tausend Augen – Il bosco ha mille occhi", decide di raccontare la forma che ha preso questa notizia per gli abitanti del piccolo paese del Nord Europa.

Le storie di montagna e sostenibilità

Tra i titoli che parteciperanno alla settantesima edizione del festival non potevano mancare anche i documentari e i film dedicati al rispetto e alla tutela degli ecosistemi montani. Tra questi ve ne sono alcuni in particolare che affrontano la Natura nella sua interezza con immagini e storie di chi alle terre più alte del mondo ha dedicato la propria intera vita.

E ci sono quindi Akeji e Asako, i protagonisti del film francese "Akeji, le soufle de la montagne", ambientato nelle remote montagne giapponesi, ma anche le testimonianze dirette raccontate in "Vaia. La lunga notte", di chi ha vissuto sulla propria pelle le conseguenze della terribile tempesta che, nel 2018 ha colpito il Nord Est del nostro paese, lasciando dietro di sé decine di migliaia di ettari di devastazione.

Il racconto del regista svizzero Lucas Ackerman "Liebe Grüsse aus dem Anthropozän – Cari saluti dall'antropocene", lascia invece spazio all'opinione di quattro giovani ragazzi delle Alpi che vogliono salutare gli ecosistemi che amano e che, nel futuro, scompariranno a causa della crisi climatica, dell'urbanizzazione e dello sfruttamento delle risorse da parte degli esseri umani.

Rimane di attualità anche il tema della pandemia, che viene trattato da due documentari che raccontano la Natura in quei momenti in cui noi esseri umani non c'eravamo, perché nascosti nelle nostre case durante il lockdown del 2020. Il primo è opera del regista roveretano Michele Trentini, che in "Alpinestate", presenterà in prima visione mondiale il suo racconto del modo in cui gli umani hanno cambiato il proprio rapporto con l'ambiente alpino.

Il secondo, invece, si chiama "Mountain Lockdown"ed è un documentario girato da Luca Calzolari, Direttore responsabile della stampa sociale del Club Alpino Italiano, che nell'aprile del 2020, con l'intero paese in quarantena, ha avuto l'opportunità di percorrere i sentieri normalmente molto frequentati, raccontando una montagna vuota, silenziosa e sorvegliata, dove gli animali sono tornati ad occupare lo spazio che gli abbiamo, finalmente, lasciato a disposizione.

I libri che verranno presentati durante il festival, gli eventi e il podcast

Nei prossimi giorni però, Trento lascerà spazio anche Montagnalibri, l'evento che dal 1987, in occasione del Festival, funge da vetrina internazionale dedicata all'editoria.

Si tratta di un appuntamento fisso dedicato a tutti gli appassionati della letteratura di montagna, durante il quale si susseguiranno le presentazioni di decine di libri e verranno proposti numerosi incontri con gli autori. Tra questi, verrà presentato anche il testo scritto da Andrea Mustoni, uno dei protagonisti del Progetto LifeUrsus e oggi responsabile dell'area scientifica del Parco Naturale Adamello Brenta che, nel suo "Un uomo tra gli orsi", racconta gli eventi che hanno portato all'arrivo dei primi orsi dalla Slovenia. Verrà inoltre presentato il nuovo libro di Paolo Cognetti, "La felicità del lupo", che racconta, invece, le storie di chi si rifugia in montagna. Lupo compreso.

Tra le mura di Piazza Fiera si svolgeranno inoltre alcune mostre, tra le quali "Il tempo di un alpeggio" e "Il buon pastore" che, attraverso la fotografia, racconteranno la vita dei pastori, tra l'alpeggio e la transumanza.

Un'iniziativa alla sua prima edizione è invece quella del podcast "La montagna invisibile", un'audio serie di nove puntate che, già a partire dallo scorso 14 di aprile, vuole svelare i segreti di chi vive questi luoghi misteriosi, isolati e lontani dal resto del mondo, dove la convivenza con gli animali è una questione quotidiana.

Il programma completo è online sul sito dell'evento.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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