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18 Aprile 2023
15:53

Tre upupe predate da gatti ricoverate al Cras di Genova in una settimana: una è morta

Tre esemplari di upupa sono stati ricoverati al Centro Recupero Animali Selvatici (Cras) di Campomorone, in provincia di Genova, in pochi giorni. Tutti e tre sono stati soccorsi dopo essere stati predati da gatti.

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Tre esemplari di upupa ricoverati al Centro Recupero Animali Selvatici (Cras) di Campomorone, in provincia di Genova, in pochi giorni. Il “record” arriva in un periodo in cui questi uccelli migratori dall’aspetto così peculiare tornano in Italia, e ciò che accomuna tutti e tre i casi è la causa dei ricoveri: predazione da parte di gatti.

«L’upupa è un volatile molto conosciuto, dalla sagoma inconfondibile e difficilmente dimenticabile – spiegano dall’Enpa di Genova – Il loro arrivo in questo periodo non ci stupisce: l’upupa è uno dei primi migratori a comparire nelle nostre zone, già nel periodo di marzo. Ciò che invece ci rattrista ma, purtroppo, ancora una volta non ci sorprende, è il fatto che siano giunti da noi dopo essere stati predati da un gatto domestico».

Anche le ferite riportate, proseguono dall’Enpa, sono pressoché le stesse: penne strappate e lacerazioni. Gli uccelli sono stati sottoposti a visita e hanno iniziato le terapie antibiotiche, ma sfortunatamente uno è deceduto quasi subito. Gli altri due esemplari continuano le terapie, «nella speranza che riescano a riprendersi e superare definitivamente lo stress subìto».

L'upupa, uccello migratore minacciato dalla distruzione del suo habitat

L’aspetto dell’upupa (Upupa epops), come detto, è estremamente peculiare: il piumaggio marrone molto chiaro nella parte superiore e a strisce orizzontali bianco-nere nella parte inferiore si accompagna al becco lungo e sottile, leggermente ricurvo verso il basso, e soprattutto alla cresta, un ciuffo erettile di penne con la punta nera che può alzare a piacimento durante la danza nuziale o per spaventare i predatori. Un uccello estremamente affascinante, la cui presenza è indicatore di salute per le campagne e gli ambienti agricoli tradizionali e il cui numero è drasticamente calato a causa dell’utilizzo massiccio di pesticidi. Non è un caso che la Lipu l’abbia scelto come simbolo ormai da 50 anni.

«L’upupa ama i luoghi secchi, semi-alberati, caldi e assolati e per questo la si può incontrare in frutteti, prati e vigneti o lungo strade sterrate tipiche delle nostre campagne, dove può fare i bagni di polvere e trovare il suo cibo preferito: larve di invertebrati, grossi insetti, molluschi e ragni. Non è difficile avvistarla anche nelle zone verdi di città – spiegano dalla Lipu – La vita dell’upupa è legata da un filo sottilissimo alla salute delle nostre campagne, degli ambienti agricoli tradizionali. Nel secondo dopoguerra, a causa dell’uso indiscriminato di pesticidi in agricoltura, la popolazione delle upupe diminuisce in tutta Europa e in alcune zone come il Regno Unito e il Belgio, arriva addirittura a scomparire completamente. Ancora oggi la sua presenza in Europa centrale è sempre più rara tanto che in alcuni Paesi (Svizzera, Austria, Repubblica Ceca e Germania) questo uccello è sulla lista rossa delle specie in pericolo. E pensare che l’upupa, nutrendosi di insetti nocivi come il grillotalpa o la processionaria del pino, ha un ruolo fondamentale nell’equilibrio degli ambienti agricoli».

La minaccia della predazione da parte dei gatti

Alla minaccia, enorme, rappresentata dalla distruzione dei loro habitat e ovviamente anche dai cambiamenti climatici (l’upupa, come detto, è un uccello migratore) si aggiunge dunque quella della predazione da parte del gatto. Che è un predatore eccezionale, e può purtroppo causare seri problemi alla specie selvatiche, soprattutto sulle piccole isole e in ecosistemi già fragili. In Australia, per esempio, è stato stimato che i gatti domestici (sia casalinghi che rinselvatichiti) uccidano ogni anno 377 milioni di uccelli appartenenti a più di 330 specie autoctone, pari a circa la metà di quelle nidificanti in questo continente oltre che circa 649 milioni di rettili.

Negli Stati Uniti, invece, ogni anno verrebbero uccisi dai gatti ben 3,7 miliardi di uccelli e 20,7 miliardi di piccoli mammiferi, soprattutto roditori, conigli e toporagni. Qui in Italia, infine, uno studio recente ha raccolto informazioni sulle predazioni sulla fauna selvatica operate da 145 gatti che vivevano con 125 umani, seguendo per 1 anno 21 di questi. Hanno quindi registrando tutte le prede che hanno portato a casa e dai dati è emerso che sono stati uccisi individui appartenenti a 207 specie tra cui 34 sono elencate come Minacciate o Quasi minacciate nelle Liste Rosse IUCN e italiana. Le prede predilette sono  uccelli e piccoli mammiferi, ma anche rettili ed anfibi.

L'obiettivo di chi pone l'accento sui danni alla fauna dei felini domestici, ovviamente, non è quello di confinarli né di demonizzarli, quanto piuttosto di sensibilizzare i pet mate: è una responsabilità e un dovere morale per chiunque viva con un gatto impegnarsi per tentare di contenere il più possibile l'impatto sulla fauna del proprio felino e quindi di sorvegliarlo, proprio come succede per chi convive con un cane.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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