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23 Settembre 2022
13:13

Tre scimpanzé rapiti da un santuario in Congo rischiano di essere decapitati

Tre scimpanzé sono stati rapiti dal Centro di riabilitazione dei primati J.A.C.K., nella Repubblica Democratica del Congo. I rapitori hanno chiesto un riscatto e minacciano di decapitare gli animali se questo non fosse accordato.

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In Congo un nuovo, drammatico primato scuote l'opinione pubblica: si è verificato il primo caso noto di rapimento di scimpanzé da parte di una banda criminale. Alcuni uomini hanno rapito 3 scimpanzé dal Centro di riabilitazione dei primati J.A.C.K., hanno chiesto un riscatto e in caso di rifiuto minacciano la decapitazione degli animali.

Come i criminali siano riusciti a introdursi all'interno del centro rimane un mistero. Franck Chantereau, fondatore del santuario, afferma che i rapitori hanno fatto irruzione nella struttura alle 3 del mattino del 9 settembre e in poco tempo hanno portato via gli scimpanzé.

Il centro fondato nel 2006 è grande 7 ettari, si trova a Lubumbashi, una delle più grandi città nel sud della Repubblica Democratica del Congo, ed è uno dei tre santuari per primati della Nazione. Attualmente ospita circa 40 scimpanzé (Pan troglodytes) e diversi altri primati tra cui il cercocebo dal ventre dorato (Cercocebus chrysogaster) animale in via di estinzione, la lesula (Cercopithecus lomamiensis) e il cercopiteco coronato di Wolf (Cercopithecus Wolfi).

Il team del centro J.A.C.K. salva ogni anno questi animali da bracconieri e cacciatori illegali, fornisce loro riparo, cibo e cure adeguate. Il commercio illegale di animali selvatici è un tema estremamente delicato nella regione e il santuario stesso svolge un ruolo attivo nella sensibilizzazione delle masse sui problemi ambientali che porta questa attività.

Secondo i rilevamenti del Jane Goodall Institute ogni anno vengono uccise almeno 3.000 grandi scimmie a causa del traffico illegale e più di 22.000 sono state uccise o catturate tra il 2005 e il 2011: di queste, circa due terzi sono scimpanzé. Uno dei più grandi problemi legato alla riduzione del numero di questi animali riguarda il tasso di riproduzione. Le grandi scimmie si riproducono lentamente e le madri partoriscono nuovi piccoli ogni 4 o 9 anni.

Questo fa sì che siano molto vulnerabili a fenomeni naturali e non che ne riducono di molto il numero, perché per tornare nuovamente a un numero stabile di individui occorrerebbero alcuni decenni. Anche i bonobo sono vittime di bracconaggio e si stima che ne sopravvivano non più di 20.000 nelle foreste della Repubblica Democratica del Congo.

Il mercato nero di scimpanzé e, in generale dei primati, si concentra molto sulla compravendita delle loro carni, ma non solo. Gli scimpanzé vengono strappati dal proprio habitat naturale anche per diventare animali domestici o per essere nuove star all'interno dell’industria dell’intrattenimento.

Così facendo l'uomo danneggia gli ecosistemi in modi che difficilmente riusciremo a riparare in futuro. Innanzitutto il rischio principale è perdere uno dei nostri parenti più prossimi: lo scimpanzé. Questi, come le altre grandi scimmie, sono esseri altamente sociali e con bisogni complessi e gli individui vittime del commercio illegale raramente riescono a riprodursi in cattività, il che rende ancora più difficile eventuali azioni di conservazione.

Inoltre eliminare un animale da un ecosistema significa togliere un tassello fondamentale e danneggiare il delicato equilibrio degli ambienti di cui fanno parte. Gli scimpanzé sono predatori e cacciano altri animali e a loro volta sono prede di mammiferi più grandi. Fanno dunque parte di una fitta e intricata rete alimentare e portare disordine in questo groviglio finirebbe solo con rovinare gli equilibri ecosistemici.

Per questo motivo la notizia del rapimento di 3 scimpanzé ha destato molto sgomento. I rapitori hanno inviato al centro ripetuti messaggi chiedendo un riscatto e il fondatore afferma che hanno addirittura minacciato di uccidere le scimmie decapitandole e rimandano la testa al santuario se le loro richieste non fossero soddisfatte.

Ora il team del santuario J.A.C.K. sta lavorando con le forze dell'ordine per trovare i rapitori e salvare gli scimpanzé. «È un incubo – afferma alla stampa locale Chantereau e continua – Abbiamo affrontato molte sfide per 18 anni, ma non abbiamo mai sperimentato nulla di simile. Hanno persino minacciato di rapire i miei figli e mia moglie».

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