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21 Febbraio 2022
18:34

Traffico di cuccioli dall’est-Europa: il racconto a “Presa diretta”

Il business del traffico illecito di cuccioli tra Ungheria e Italia è al centro della nuova puntata di "Presa diretta" in onda stasera su Rai 3.

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traffico cuccioli

Un commercio illecito milionario capace di movimentare in tutta Europa oltre 46 mila cani e coinvolgere associazioni criminali transnazionali: c'è questo e molto altro dietro al traffico di cuccioli provenienti dai paesi dell'Est e importati in Italia. È questo business ad essere al centro della nuova puntata di "Presa diretta", in onda il 21 febbraio 2021 alle ore 21.20 su Rai3 e in streaming su RaiPlay.

L'inchiesta "Amore bestiale" – firmata da Riccardo Iacona, Lisa Iotti, Antonella Bottini e Irene Sicurella, con le riprese di Raffaele Manco, Alessandro Marcelli, Andrea Vignali – svelerà le modalità con cui ogni anno decine di migliaia di cuccioli attraversano illegalmente le frontiere tra Ungheria e Italia con documenti contraffatti e in condizioni di viaggio lesive del loro benessere.

L'entità di questo commercio illegale e i suoi movimenti lungo i corridoi logistici che collegano l’Europa orientale a quella occidentale sono stati raccontato a Kodami da Gianluca Romiti, comandante del Centro Operativo Autostradale della Polizia di Stato in Friuli Venezia Giulia. Si trova in Friuli Venezia Giulia l'hub principale del traffico di cuccioli verso i paesi dell’area occidentale come Francia e Spagna.

Il segreto per non essere scoperti durante i controlli delle Forze dell'ordine – svela il trafficante ai giornalisti sotto copertura – è fare viaggiare i cuccioli in gruppi di cinque: «Così puoi dichiarare che sono per te, per uso personale». Così, nel lungo tragitto dall'Ungheria all'Italia, gli animali vengono stipati nei bagagliai delle macchine. Una modalità di trasporto comune alle staffette nostrane, un fenomeno tutto italiano che trasforma l'amore in business e che Kodami ha raccontato con un'inchiesta che racconta l'odissea dei cani di strada o di canile portati dal Sud al Nord dell'Italia.

Insieme ai trafficanti di piccoli carichi, si aggiungono quelli che per il trasporto utilizzano furgoni e grandi camion: anche se il rischio di essere fermati per un controllo è maggiore, la possibilità di ricavarne un guadagno di decine di migliaia di euro con un singolo viaggio è molto alto.

Le disavventure dei cuccioli vittime traffico dall'est Europa iniziano però già da prima del viaggio: provengono molto spesso dalle Puppy Mills ungheresi, vere e proprie fabbriche dell'orrore in cui le femmine vengono sottoposte a continue gravidanze per poi essere allontanate dai loro piccoli appena dopo il parto. Proprio a causa del grande stress subito dalle madri, e del prematuro distacco, i cuccioli del mercato nero sono destinati ad avere numerosi problemi di salute.

A una fragilità acquisita alla nascita si aggiunge l'assenza di qualsiasi vaccinazione o controllo sanitario. Infatti, per poter vendere il cucciolo prima dei tre mesi necessari per acquisire le vaccinazioni obbligatorie, il trafficante attesta una falsa età e una falsa storia sanitaria.

Una volta giunti in Italia basta mettere il cucciolo in bella mostra all'interno di una vetrina virtuale. Sulle principali piattaforme online si possono trovare decine di Bouledogue francesi, barboncini e altri cani di piccola taglia, i più popolari in questo momento.

Anche una volta giunti nella famiglia di destinazione, la vita di questi animali non migliora, come ricordano dalla trasmissione «la loro vita è già segnata: il 15 per cento si ammala o muore nei primi 12 mesi, quattro su dieci muoiono prima del quinto anno».

La denuncia è giunta fino in Parlamento dove Tiziana Beghin, capodelegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo, in una nota ha sottolineato: «Nel febbraio 2020 il Parlamento europeo ha votato una risoluzione in cui si chiede alla Commissione europea di agire: servono un sistema comunitario obbligatorio per la registrazione di cani e gatti, sanzioni più severe estese anche verso chi acquista animali domestici illegali e maggiori controlli nella rotta Ungheria-Italia, perché è a Budapest il centro europeo di queste fabbriche per cuccioli. È arrivato il momento di agire o saremo complici di questa vergogna».

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