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23 Dicembre 2021
13:00

Tartaruga di terra, un indistruttibile rettile corazzato

Le tartarughe di terra o testuggini sono rettili antichi e affascinanti spesso minacciati di estinzione. Alcune specie sono diventate comuni animali da compagnia, ma non bisogna mai dimenticare che si tratta di animali selvatici.

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Le tartarughe di terra sono un gruppo di rettili molto antico e incredibilmente affascinante. Sarebbe più corretto chiamarle testuggini, termine utilizzato proprio per le specie con abitudini terrestri e per quelle adattate alla vita acquatica, tuttavia è ormai piuttosto diffuso nel linguaggio comune l'utilizzo di entrambe le espressioni. Da un punto di vista tassonomico le testuggini terrestri appartengono tutte alla famiglia testudinidae all'interno del sottordine dei criptodiri, cioè tartarughe e testuggini che ritraggono la testa all'interno della corazza formando una curva a S col collo verso l'alto.

Le caratteristiche delle tartarughe di terra

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L'elemento che più caratterizza le tartarughe di terra e i testudinati in generale è senza dubbio il guscio. Come per tutte le altre tartarughe anche la corazza delle testuggini terrestri è formata da un carapace (la parte superiore) e un piastrone (quella inferiore). A differenza delle testuggine acquatiche o palustri la corazza delle tartarughe di terra non è schiacciata e idrodinamica, ma alta e a cupola. Fa eccezione solo la curiosa e minacciata testuggine frittella o pancake (Malacochersus tornieri), che possiede invece un guscio insolitamente sottile, piatto e flessibile.

Al mondo esistono circa 50 specie di testuggini di terra, diffuse praticamente in tutti i continenti a eccezione dell'Australia e dell'Antartide. Vivono in una gran varietà di habitat differenti, dagli aridi deserti alle umide foreste tropicali, e quasi tutte le specie sono erbivore e si nutrono soprattutto di foglie, fiori e frutti. Nono sono però così rari i comportamenti opportunistici verso carogne o piccoli invertebrati o addirittura insoliti comportamenti di caccia attiva: come il video girato di recente alle Seychelles e che ritrae una testuggine gigante che caccia una giovane sterna caduta dal nido. Come tutti gli altri testudinati non hanno denti, ma al loro posto c'è un un becco forte e tagliente adatto a tranciare foglie, vegetazione ed eventualmente carne.

L'accoppiamento tra maschi e femmine non è proprio un'impresa da poco per questi rettili corazzati. Carapace e piastrone possono essere piuttosto ingombrati, ma come al solito la natura e l'evoluzione sono riuscite a raggiungere un compromesso biologico che tutto sommato funziona decisamente bene da milioni di anni. I maschi di quasi tutte le testuggini possiedono infatti un piastrone leggermente concavo, che li aiuta a posizionarsi in maniera più agevole sul carapace tondo delle femmine. Inoltre la loro coda è nettamente più grossa e lunga, e anche questa caratteristica li aiuta a portare a termine comodamente l'accoppiamento. Sono perciò soprattutto queste due caratteristiche che aiutano a riconoscere una tartaruga terrestre maschio da una femmina.

Le tartarughe di terra

Al mondo esistono circa 50 specie di testuggini o tartarughe di terra, diffuse praticamente in tutti continenti a eccezione di Australia e Antartide. Essendo animali a sangue freddo particolarmente legati alle alte temperature sono maggiormente diffuse e abbondanti nelle zone più calde del Pianeta. Fin dall'antichità per via delle loro caratteristiche uniche tra gli animali, le tartarughe sono apparse nei miti e nei racconti di tutto il mondo. Alcune specie sono anche diffusamente tenute come animali da compagnia, non solo tra erpetofili, e ciò è possibile sia per la loro relativa facilità d'allevamento sia per l'incredibile resistenza e longevità.

Ogni specie ha però le sue peculiari caratteristiche e molte sono purtroppo seriamente minacciate d'estinzione, anche per colpa della cattività. Vediamo quindi un po' più da vicino alcune delle specie più iconiche, diffuse e affascinanti tra tutte le testuggini.

La testuggine di Hermann

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La testuggine di Hermmann (Testudo hermanni), spesso nota semplicemente come tartaruga di terra, è l'unica specie di testuggine originaria dell'Italia. È un rettile diffuso in Europa meridionale, dove vive con diverse popolazioni frammentate nei paesi che affacciano sul Mar Mediterraneo. Frequenta prevalentemente habitat costieri, con vegetazione bassa e macchia, ma può sopravvivere anche in ambienti boschivi collinari. È una delle specie allevate più diffuse in cattività e questo, purtroppo, ha contribuito al declino delle popolazioni in natura, insieme a tutti gli altri fattori di disturbo legati alla distruzione degli habitat e alle attività umane. Per questi motivi l'allevamento e la detenzione sono regolamentati da numerose norme e convenzioni che cercano di contrastare il prelievo in natura e controllarne il commercio.

La testuggine greca

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La testuggine greca (Testudo graeca) è molto simile a quella di Hermann per aspetto e abitudini. È originaria però dei Balcani, del Nord Africa e del Vicino Oriente, tuttavia sono presenti piccole popolazione selvatiche sparse qua e là anche in Italia. La specie è stata infatti introdotta dall'uomo in epoca storica e di tanto in tanto qualche esemplare finisce ancora oggi per sfuggire alla cattività oppure viene inconsciamente liberato in natura. Come tutte le altre specie del genere Testudo anche questa tartaruga è protetta da diverse convezioni e norme nazionali e internazionali, per questo il suo allevamento è strettamente regolamentato e consentito solo con documentazione CITES.

La testuggine marginata

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Anche la tartaruga o testuggine marginata (Testudo marginata) ha origini elleniche, ma proprio come la T. graeca è stata introdotta in Italia in epoca storica. In natura è presente quasi esclusivamente in Sardegna perciò è conosciuta anche col nome di tartaruga sarda. A differenze delle altre due specie presenti nel nostro Paese è però più scura, quasi nera, raggiunge dimensioni notevoli ed soprattutto caratterizzata da un margine appiattito e allungato del bordo posteriore del guscio che forma una sorta di "gonnellina", da qui il nome marginata.

La testuggine di Horsfield

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La testuggine o tartaruga di Horsfield (Agrionemys horsfieldii), conosciuta anche come tartaruga russa o delle steppe, è diffusa tra le praterie dell'Asia centrale. È caratterizzata da un carapace arrotondato e schiacciato, con una colorazione che varia dal giallo, all'ocra e all'olivastro a seconda della provenienza geografica. Anche questa è una specie comunemente allevata in cattività ma in natura è una di quelle che maggiormente rischia l'estinzione ed infatti inserita nella categoria Vulnerabile della Lista Rossa IUCN delle specie che rischiano di scomparire.

La testuggine africana

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La testuggine africana (Centrochelys o Geochelone sulcata) è la terza tartaruga terrestre più grande al mondo, dopo le testuggini giganti delle Galapagos e delle Seychelles. Ha un carapace lungo fino a 85 cm e può pesare anche 100 kg. È una specie afrotropicale, presente in natura in Ciad, Etiopia, Mali, Mauritania, Niger, Senegal e Sudan. Tipica i habitat aridi e semiaridi anche questa specie è diventata molto comune come animale da compagnia, soprattutto negli ultimi anni. Purtroppo la Lista Rossa IUCN considera la testuggine africana In pericolo di estinzione, a causa della caccia e dell'alterazione dell'habitat.

Come tenere le tartarughe di terra in cattività

Prima di una qualsiasi adozione di un animale selvatico da compagnia bisogna sempre chiedersi : vale davvero la pena farlo? Anche se questi rettili, come le cugine d'acqua dolce, si adattano piuttosto bene alla vita tra le mura domestiche o in giardino, non bisogna mai dimenticare che tutte le tartarughe "da compagnia" restano specie selvatiche, spesso esotiche. Non sono quindi animali domestici come il cane o il gatto, selezionati da migliaia di anni di domesticazione proprio per convivere al nostro fianco. Occorre quindi riflettere bene ed essere consapevoli che si sta decidendo di convivere con un animale selvatico estremamente longevo (alcune specie superano tranquillamente i 60 anni di vita), con le sue esigenze, le sue necessità e i suoi bisogni.

Non fermiamoci quindi solamente all'aspetto curioso e affascinante di questi antichi rettili ed evitiamo di acquistarle con troppa leggerezza. Anche se resistenti le testuggini possono essere impegnative da gestire e spesso finiscono poi per essere abbandonate. Inoltre è fondamentale ricordare che tutte le testuggini necessitano di documentazione CITES, altrimenti si rischiano sanzioni piuttosto salate. Rivolgetevi quindi solo ad allevatori seri ed esperti, che sappiano orientarvi su tutto ciò che c'è da sapere, sia da un punto di vista legislativo che dell'allevamento.

Fatte queste premesse se decidete comunque di adottare una tartaruga occorre essere preparati e impegnarsi a garantirle le miglior condizioni di vita possibili. Ovviamente ogni specie avrà le sue particolari esigenze legate a spazi, alimentazione, temperatura , ma ci sono indicazioni generali da cui partire che possono essere molto utili per capire a cosa si sta andando incontro.

Al chiuso o all'aperto

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Le specie da compagnia più comuni possono essere allevate sia al chiuso che all'aperto. Questo ovviamente dipende anche dalla latitudine e dal clima del luogo in cui vivete. Per l'allevamento indoor è fondamentale l'alloggio. Occorre quindi un terrario sufficientemente ampio e spazioso che dovrà avere un fondo quanto più naturale possibile a seconda della specie. Terriccio, sabbia mista a torba e fieno sono i substrati più utilizzati. Ogni terrario va ovviamente illuminato e adeguatamente riscaldato. In commercio esistono diverse soluzioni, come le lampade UV oppure a vapori di mercurio appositamente costruite per i rettili. L'illuminazione e la temperatura vanno controllati seguendo quanto più possibile i cicli naturali delle giornate e delle stagioni.

All'esterno invece bisognerà allestire una recinzione abbastanza alta e abbastanza profonda nel terreno per evitare che gli animali scappino. Le testuggini sono abilissime scavatrici e maghe della fuga, perciò bisognerà prestare molta attenzione. Fondamentale sarà anche mettere a disposizione dei rettili un rifugio o una casetta di legna coperta dove possono riposare o passare la notte. Se le testuggini sono molto piccole è preferibile non tenerle all'esterno, sia perché sono meno resistenti sia perché potrebbero diventare facile preda di rapaci, corvidi, gatti o altri animali.

Quasi tutte le specie hanno bisogno inoltre di andare in letargo in inverno. Quelle autoctnone, come la testuggine di Hermann, spesso possono farlo anche all'esterno ma la maggior parte avrà bisogno di essere alloggiata all'interno nei mesi più freddi. Ogni specie ha però le sue esigenze di temperatura, umidità e stagionalità. Consultate perciò un veterinario esperto in rettili che potrà darvi indicazioni più precise a seconda della specie.

L'alimentazione

Le testuggini sono tutte animali quasi completamente erbivori. Questo non vuol dire che dovranno essere nutrite con lattuga e basta, come fanno in molti. La dieta cambia ovviamente da specie a specie, ma quasi tutte le tartarughe mangiano soprattutto erbe spontanee, ortaggi, frutta e verdure di quasi tutti i tipi. Evitiamo mangimi industriali e alimenti per altre specie, pasta, pane, legumi e ovviamente dolci. Non andrebbero alimentate nemmeno con la parte verde delle patate e dei pomodori immaturi, che di solito sono tossici. La dieta vegetariana lascia spazio a una gran quantità di cibo stagionale, è possibile quindi variare molto seguendo una base di ortaggi e verdure, circa il 90%, e un 10% che può essere integrato invece dalla frutta.

Allevare una tartaruga di terra – o un animale di qualsiasi specie – è una responsabilità grossa, che va assunta con impegno e consapevolezza. Non dobbiamo mai dimenticare che ogni specie ha le sue esigenze e le sue necessità ed è fondamentale quindi consultare un veterinario esperto che possa darvi le giuste indicazioni prima, durante e dopo l'adozione. Chiedetevi davvero se siete pronti per questo passo o se vale la pena rinunciare. Un'adozione è per sempre, ancora di più per un rettile che potrebbe addirittura superare i 60 anni di vita.

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