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16 Maggio 2021
15:00

Taglia orecchie e coda al cane per farlo sembrare più bello: condannato a 8 mesi

Taglia orecchie e coda al suo cane con l’obiettivo di farlo sembrare più bello durante i concorsi di bellezza. Questa pratica è costata una condanna a 8 mesi di reclusione a un 64enne di Roma. A deciderlo è stato il Tribunale della Capitale a seguito dell'inchiesta "Bellezza sporca" promossa dalle guardie zoofile dell’Oipa.

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Taglia orecchie e coda al suo cane con l’obiettivo di farlo sembrare più bello durante i concorsi di bellezza. Questa pratica è costata una condanna a 8 mesi di reclusione a un 64enne di Roma. A deciderlo è stato il Tribunale monocratico della Capitale a seguito dell'inchiesta "Bellezza sporca" promossa dalle guardie zoofile dell’Oipa.

L’indagine è partita a seguito di un controllo svolto durante una mostra canina al Palacavicchi di Roma, nel 2017. Le guardie zoofile dell’Oipa avevano scoperto il cane Corso con coda e orecchie mozzate. Il certificato veterinario che l'uomo aveva esibito, secondo quanto accertato, è risultato falso. Infatti, non ci sarebbero stati motivi di salute dietro la mutilazione.

La condanna è avvenuta per i reati di maltrattamento e di uso di atto falso, con un risarcimento di 3mila euro ad Oipa (che si è costituita parte civile), con il pagamento 1.700 euro di spese legali. «I molti controlli delle nostra guardie zoofile a livello nazionale hanno portato a oltre ottanta denunce all’autorità giudiziaria, anche nei confronti di veterinari. Questa è soltanto l’ennesima condanna ottenuta e siamo certi che ne arriveranno molte altre», spiega Claudio Locuratolo, coordinatore provinciale delle guardie zoofile Oipa di Roma e provincia. «Le pronunce dei Tribunali su nostre denunce stanno mettendo fine a questa pratica crudele e illegale e, grazie all’attività di repressione di questi reati, il fenomeno è in netta diminuzione», continua.

La caudotomia (il taglio della coda) e la conchectomia (il taglio delle orecchie) a fini estetici, sono illegali. Si tratta di pratiche vietate dalla Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia di Strasburgo del 13 novembre 1987, ratificata dall’Italia con la legge n. 201/2010. Il reato che viene configurato è quello di maltrattamento, che viene punito dall’art. 544 ter del codice penale, che prevede fino a 18 mesi di reclusione e una multa fino a 30 mila euro.

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