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16 Febbraio 2023
10:11

Stop al volo dei droni sulle aree protette del Lazio per tutelare l’avifauna

Lo ha stabilito un supplemento pubblicato il 15 dicembre che istituisce il divieto con periodo di validità dal 26 gennaio 2023 al 28 dicembre 2023: un centinaio le aree individuate.

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Divieto di atterraggio, decollo e sorvolo di aeromobili e di apparecchi a motore per il volo da diporto o sportivo, droni compresi, per alcune aree protette della Regione Lazio. Lo ha stabilito l’Enav (Ente Nazionale di Assistenza al Volo) con un supplemento pubblicato il 15 dicembre che istituisce, con periodo di validità dal 26 gennaio 2023 al 28 dicembre 2023. Con ricadute positive sul benessere in particolare dell’avifauna selvatica, per cui i droni rappresentano molto spesso fonti di disturbo, stress e in alcuni casi paura e cui possono reagire con la fuga o l’attacco.

Tutti i nuovi divieti comprendono il decollo, atterraggio e sorvolo di tutti gli aeromobili o apparecchi VDS dal suolo fino a 150, 300 o 500 metri dal suolo a seconda dell’area, rivolgendosi in particolar modo quindi ai mezzi a pilotaggio remoto, e cioè ai droni. Il supplemento ha per ora validità sino alla fine dell’anno, ma l’intenzione dell’Enav sembra essere quella di renderlo permanente. Sono esentati dal divieto il volo libero, ovvero i mezzi senza motore, e gli aeromobili per reali attività di soccorso, di emergenza, di antincendio, di protezione civile, di vigilanza e salvaguardia della pubblica incolumità.

Le aree individuate nel supplemento sono un centinaio, disseminate in tutto il Lazio: tra loro il Monumento Naturale Montecassino e quello del Parco della Cellulosa, la Riserva Naturale Regionale dell’Insugherata e quella del lago di Posta Fibreno arrivando sino al Parco Naturale Regionale Castelli Romani. Proprio l’Ente Parco Naturale Regionale Castelli Romani ha espresso soddisfazione per la decisione dell’Enav, ricordandone l’importanza.

«Ai fini della tutela della fauna selvatica. È largamente documentato quanto il sorvolo di droni arrechi un grande disturbo agli animali, in special modo agli uccelli – hanno sottolineato – in particolare, la conseguenza più grave di tale disturbo è l’abbandono delle covate. In rete si trovano moltissimi video di volatili che attaccano droni per difendersi dagli stessi o per scacciarli, alcuni registrati anche nel nostro territorio, e i droni possono avere conseguenze drammatiche per gli uccelli».

Uno studio della Stazione ornitologica svizzera di Sempach, in particolare, ha analizzato l'impatto dei droni sugli animali selvatici, dimostrando che, in generale, gli uccelli reagiscono negativamente nei confronti dei droni rispetto ad altri animali: «Uccelli in cova non abbandonano il nido neanche se disturbati. Malgrado ciò sono comunque sotto stress. I disturbi da parte di droni sono un problema in crescita, da prendere in considerazione seriamente. È particolarmente drammatico quando gli uccelli smettono di covare, oppure non iniziano nemmeno proprio per colpa del disturbo recato da queste apparecchiature. Inoltre, se un uccello o un altro animale selvatico viene periodicamente costretto a fuggire, in casi estremi può morire per sfinimento».

La Stazione ornitologica svizzera aveva anche diffuso una serie di raccomandazioni per prevenire il disagio arrecato all'avifauna, tra cui non far volare mai direttamente i droni verso gli uccelli, preferire piccoli apparecchi silenziosi ed evitare i voli lungo pareti rocciose, in particolare tra febbraio e luglio, periodo di nidificazione di specie sensibili come il Falco pellegrino o il Gufo reale.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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