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23 Novembre 2022
12:57

End The Slaughter Age: iniziativa dei cittadini europei per arrivare a chiudere i macelli

Dopo il successo dell’ICE End The Cage Age, che ha raccolto quasi un milione e quattrocentomila firme per chiedere l’abolizione degli allevamenti in gabbia, le associazioni europee hanno lanciato una nuova azione per chiedere che gli allevamenti di animali siano esclusi dai finanziamenti europei.

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Visto il successo dell’ICE (Iniziativa dei Cittadini Europei) End The Cage Age, che ha raccolto quasi un milione e quattrocentomila firme in tutta Europa per chiedere l’abolizione degli allevamenti in gabbia, le associazioni europee hanno lanciato una nuova azione collettiva per chiedere chea sostegno di queste attività.

End The Slaughter Age si propone di raccogliere entro il 5 giugno 2023 un milione di firme per portare la questione all’attenzione del Parlamento Europeo, che dovrà poi decidere di conseguenza. A questa nuova ICE hanno aderito decine di organizzazioni italiane che a vario titolo si occupano di tutelare gli animali e moltissime organizzazioni europee, consapevoli della responsabilità della zootecnia nel generare emissioni clima alteranti e di causare gravi maltrattamenti agli animali, che vengono detenuti in condizioni contrarie al loro benessere.

Gli organizzatori chiedono alla UE di sostenere i produttori di proteine vegetali che hanno un’impronta ecologica decisamente inferiore, con il vantaggio di non causare sofferenze agli animali. In attesa che la carne coltivata, ottenuta mediante tecniche di riproduzione cellulare oramai molto avanzate, riesca a raggiungere una produzione su larga scala che renda questo alimento disponibile a prezzi accettabili per il mercato.

Al momento l’ICE End The Slaughter Age, avviata nel giugno 2022, sta procedendo con un sostegno molto limitato, essendo attestata attualmente a poco più di 40.000 firme, un dato che non pare rassicurante per garantirne il successo. Questo avvio molto lento trova giustificazione nelle pesanti azioni di disinformazione messe in atto dalle lobby delle fabbriche di proteine animali, ma anche da una campagna di informazione e di diffusione di questa ICE, anche attraverso i media, che fatica a decollare.

L‘opinione pubblica non ha ancora un’opinione ben definita sulle necessità di compiere scelte radicali nelle abitudini alimentari, indispensabili per salvare la nostra specie che proprio in questi giorni ha raggiunto la cifra record di otto miliardi di persone che popolano il pianeta. Un numero di esseri viventi impossibile da sfamare se non si cambia il tipo di alimentazione, cercando di diminuire sino ad eliminare il consumo di proteine animali. Ne abbiamo parlato anche in un video di Kodami, proprio per mettere l'accento su una situazione non più sostenibile:

La produzione di carne e di tutti i derivati animali crea un ciclo di riconversione delle proteine del tutto sfavorevole, che comporta di fatto la distruzione di proteine vegetali destinabili all’alimentazione umana per sostenere il ciclo produttivo dell’allevamento animale, che alla fine ha una resa proteica molto bassa, con un consumo d’acqua elevatissimo e con la produzione di enormi quantità di gas clima alteranti.

Proprio in questi giorni le dichiarazioni fatte dal ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, hanno sollevato molte polemiche a proposito della presunta tossicità dei cibi prodotti in modo non tradizionale ed erroneamente etichettati come sintetici. Risposte fornite in un question time al Senato che hanno ripreso quasi integralmente un comunicato stampa di Coldiretti, molto critico ma anche disinformante, sulle proteine alternative e sui nuovi metodi di coltivazione cellulare per la produzione di alimenti. Quello del cibo è un argomento che molta parte dei cittadini non vuole mettere in discussione, probabilmente senza rendersi conto che il tempo delle scelte, anche alimentari, volge al termine se non è già decorso, lasciando sul campo solo la necessità di operare cambiamenti radicali, se vogliamo evitare il peggiorare del disastro climatico.

In questa fase questa ICE è importante perché consentirebbe di spostare finanziamenti europei dalla produzione di proteine animali alle più sostenibili proteine vegetali, ma anche ai nuovi prodotti che si stanno affacciando sul mercato. Quindi, se siete consapevoli della necessità di cambiare le nostre abitudini alimentari in nome della riduzione delle emissioni climalteranti e della tutela delle foreste, potete andare a firmare questa Iniziativa dei Cittadini Europei sul sito ufficiale dell’Unione Europea. Ricordante che per firmare è necessario indicare il numero del proprio documento, scelto fra passaporto e carta d’identità, perché si tratta di una petizione ufficiale che sarà soggetta a validazione delle firme digitali raccolte. Che dovranno raggiungere almeno un milione di sottoscrizioni, superando i valori stabiliti in almeno sette stati dell’Unione.

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Ermanno Giudici
Esperto in diritti degli animali
Mi occupo di animali da sempre, ricoprendo per oltre trent’anni diversi ruoli direttivi in ENPA a livello locale e nazionale, conducendo e collaborando a importanti indagini. Autore, formatore per le Forze di Polizia sui temi dei diritti degli animali e sulla normativa che li tutela, collaboro con giornali, televisioni e organizzazioni anche internazionali.
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