video suggerito
video suggerito
7 Luglio 2022
10:57

«Se me ne vado, morirà senza di me», la lettera di Fiona Apple al suo cane malato

Janet non c’è più ormai da dieci anni, ma ogni volta che sui social riappare questa lettera di Fiona Apple dedicata alla sua cagnolina malata, è impossibile non commuoversi.

12.274 condivisioni
Immagine

Janet non c’è più ormai da dieci anni, ma ogni volta che sui social riappare questa lettera di Fiona Apple dedicata alla sua cagnolina molto malata, per chi ama gli animali è impossibile non commuoversi.

Il 20 novembre 2012, con un post sul suo profilo Facebook, la cantante pianista spiega ai suoi fan perché ha cancellato il suo tour in Sud America: Janet la sua Pitbull, sta morendo. E lei non vuole lasciarla sola. Vuole essere con lei quando se ne andrà.

Diciamolo, il mondo ha bisogno di più di questo. Ecco la lettera.

Sono le 18 di venerdì e scrivo a qualche migliaio di amici che non ho ancora incontrato. Scrivo per chiedere loro di cambiare i nostri piani e incontrarci un po' più avanti. Ora vi spiego come stanno le cose. Ho una cagnolina, Janet, che è malata da circa 2 anni ormai. Ha un tumore nel petto che non smette di crescere. Ora ha quasi 14 anni. L'ho presa quando aveva 4 mesi. Avevo 21 anni allora, io ero un'adulta,  e lei era la mia bambina. È un Pitbull, ed è stata trovata a Echo Park, con una corda al collo e con morsicature su tutte le orecchie e il viso.

Era quella che usavano nei combattimenti tra cani per far arrabbiare gli altri contendenti. Ha quasi 14 anni e non l'ho mai vista iniziare una rissa, o mordere, o addirittura ringhiare, quindi posso capire perché avessero scelto lei per questo ruolo orribile. È una pacifista. Janet è stata la relazione più coerente e costante della mia vita adulta. Abbiamo vissuto in numerose case e abbiamo fatto parte di alcune famiglie improvvisate, ma in realtà siamo sempre state solo noi due. Ha dormito nel letto con me, la sua testa sul cuscino, e ha accettato il mio viso isterico e lacrimevole nel suo petto, abbracciandomi con le sue zampe ogni volta che avevo il cuore o lo spirito spezzato, o semplicemente perso. E man mano che sono passati gli anni mi ha lasciato prendere il ruolo della bambina, mentre mi addormentavo con il suo mento sulla mia testa.

Lei era sotto il pianoforte quando scrivevo canzoni, abbaiava ogni volta che provavo a registrare qualcosa, ed era in studio con me per tutto il tempo che abbiamo registrato l'ultimo album. L'ultima volta che sono tornata dal tour, era vivace come sempre essendo abituata alla mia assenza per qualche settimana ogni sei sette anni. Janet ha il morbo di Addison,  che le rende più pericoloso viaggiare, poiché ha bisogno di iniezioni regolari di Cortisolo. Nonostante tutto questo, è gioiosa e giocherellona e ha smesso di comportarsi come una cucciola solo 3 anni fa.

Lei è la mia migliore amica, mia madre, mia figlia, la mia benefattrice, ed è lei che mi ha insegnato cos'è l'amore. Non posso venire in Sud America. Non ora. Da quando sono tornata dall'ultima tappa del tour statunitense, non è più la stessa. Non vuole nemmeno più andare a passeggiare. So che non è triste per la morte. Gli animali hanno un istinto di sopravvivenza, ma non un senso della mortalità. Ecco perché sono molto più presenti delle persone. Ma so che si avvicina al momento in cui smetterà di essere un cane, e inizierà invece a far parte di tutto. Lei sarà nel vento, nella terra, nella neve, e in me, ovunque io vada. Non posso lasciarla ora, per favore cercate di capire.

Se vado via di nuovo, ho paura che lei muoia e non avrò l'onore di cantare per lei per addormentarla. A volte mi ci vogliono 20 minuti solo per decidere quali calzini mettere a letto. Ma questa decisione è istantanea. Queste sono le scelte che facciamo, che ci definiscono. Non sarò la donna che mette la sua carriera davanti all'amore e all'amicizia. Io sono la donna che sta a casa a cucinare la Tilapia per la mia carissima e vecchia amica. E la aiuta a stare comoda confortata e sicura. So che sentirò la più travolgente consapevolezza di lei, della sua vita e del mio amore per lei, negli ultimi istanti. Devo fare del mio meglio per esserci.

Perché sarà l'esperienza di vita più bella, più intensa, più arricchente che avrò mai provato. Così resto a casa e la ascolto russare e rantolare e rigirarsi nel respiro più paludoso e orribile che sia mai stato emanato da un angelo. E vi chiedo la vostra benedizione. Ci vediamo. Fiona.

L’esperienza vissuta da Fiona Apple è quella vissuta da tante persone ogni giorno. Un’esperienza complessa, perché non riguarda solo la perdita di un grande amore, ma riguarda la possibilità di vivere il dolore per quell'addio, liberamente, qualunque cosa si provi.

Sulla morte degli animali, nonostante siano ormai definiti e comunemente accettati come parte della famiglia, c’è ancora una percezione molto forte che la loro scomparsa non sia una “sofferenza veramente valida”.

I consueti riti funebri degli umani contribuiscono a rendere più comprensibile a tutti la disperazione emotiva dei familiari della persona che non c’è più. Al contrario, non avere tradizioni definite associate alla morte degli animali, complica di molto le cose, perché rende le persone perse, senza mezzi adeguati per esprimere il proprio dolore.

Il fatto di provare un dolore in maniera così forte e vedere che chi sta intorno non comprende quel lutto come reale e normale, causa un forte senso di colpa che impedisce di parlarne con sincerità. Ma comprimere il dolore non è mai stato il modo migliore per superarlo.

In sostanza, tante persone ritengono che il dolore per la morte di un animale domestico non debba avere lo stesso riconoscimento della morte di una persona. E questo, chiaramente, tende a inibire le persone nel vivere una piena e libera sofferenza per quella perdita.

La nostra società, anche se meno di un tempo, tratta ancora la morte di un animale come la fine di un oggetto. Quando si consuma, basta semplicemente comprarne un altro. Insomma, la perdita dei nostri amati compagni di vita, è un dolore senza diritti.

Non per niente negli Stati Uniti l’assistenza sociale veterinaria e i gruppi di sostegno per persone in lutto per la morte dei loro amici rappresentano un fenomeno in crescita. Ovviamente, ancora, da nascondere.

In Italia la sensibilità sicuramente è aumentata sul tema ma il messaggio che qui si Kodami ci teniamo a dare è che la condivisione è un passaggio importante nell'elaborazione di un lutto e che il sostegno degli altri è sicuramente importante. Ma non vi è alcun dubbio che quel "senso di colpa" non abbia alcun motivo di essere provato e che la perdita di un compagno di vita prescinde da qualsiasi sia la sua "specie" di appartenenza. Questa lettera racconta, del resto, la storia di un'amicizia profonda, sincera e fatta di amore e rispetto. Tutte caratteristiche che, semplicemente, descrivono il senso di una vera relazione.

Avatar utente
Simona Sirianni
Giornalista
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views