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15 Agosto 2022
15:00

Perché il gatto piange quando me ne vado?

Perché alcuni gatti piangono quando usciamo di casa? C'è chi pensa si tratti di ansia da separazione, ma i motivi potrebbero essere altri. Vediamo quali e come comportarci.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Per alcuni gatti l’uscita di casa del loro pet mate diventa un momento in cui lasciarsi andare a miagolii ripetuti e insistenti ma le ragioni possono essere diverse e legate, fra le altre cose, all’età. Ma perché i gatti piangono quando andiamo via?

Alcuni ricercatori parlano di ansia da separazione, ma è un’espressione che non amo particolarmente usare perché incoraggia dei parallelismi con aspetti peculiari dell’attaccamento umano e canino che, a mio parere, non sono stati sufficientemente dimostrati con i gatti.

Vediamo quindi quali possono essere le motivazioni di questo comportamento.

Attaccamento agli umani nei gatti giovani

Il micetto, soprattutto se molto piccolo e orfano, tende a sviluppare un atteggiamento particolarmente adesivo verso gli umani di casa che sono visti come gli unici riferimenti sociali su cui possa contare. In generale, i piccoli di mammifero sono “programmati” per cercare la prossimità con delle figure che possano proteggerli dai pericoli e, nel contempo, incoraggiarli a esplorare il mondo.

Un gattino di poche settimane che resti solo in casa, quindi, potrebbe sentirsi allo scoperto, senza la necessaria spalla per continuare a sperimentare con serenità l’ambiente che lo circonda e il miagolio è un tentativo di richiamare vicino a sé il caregiver (umano o animale) di riferimento.

I gatti molto giovani, invece, potrebbero miagolare e richiamare il pet mate per mancanza di esperienza. Non hanno vissuto sufficientemente a lungo da aver consolidato una routine chiara circa le abitudini e gli orari degli umani di casa e, quindi, un po’ confusi, cercano di attirare l’attenzione, di tenere viva la connessione, di trovare una spiegazione a tutto quell’agitarsi di cui proprio non capiscono il senso.

Malinconia nei gatti adulti

Negli adulti, invece, è più probabile che il miagolio sia legato alle aspettative del micio: l’esperienza e la saggezza dell’età gli suggeriscono che l’uscita del pet mate verrà seguita da lunghe ore di monotonia e di immobilità in casa e questo può generare uno stato di ansia manifestato, appunto, dalle vocalizzazioni. Da notare che questo non è prerogativa dei gatti che vivono soli: anche quelli che convivono con dei simili possono manifestare questo genere di comportamento perché il pet mate è un referente specifico, unico nel suo genere.

Senso di smarrimento nei gatti anziani

Infine, gli anziani potrebbero essere indotti a richiami insistenti dal timore di perdere – anche se solo per qualche ora – i loro riferimenti sociali ed olfattivi in un momento della vita in cui si sentono persistentemente fragili, esposti, vulnerabili. Alcuni possono anche soffrire di forme di demenza che li portano letteralmente a “smarrirsi” dentro casa, a perdere i riferimenti spaziali, tanto da arrivare a miagolare malgrado la presenza dei petmate in casa.

Sia chiaro: un micio può miagolare all’uscita del petmate anche perché, banalmente, l’abitudine lo ha portato ad impostare quella routine, come si trattasse di un rituale di saluto. Il gatto, quindi, non esprime alcun disagio, non ha nulla che non va, semplicemente “scandisce” le sue giornate e quelle di chi vive con lui (anche) attraverso queste piccole cerimonie sociali.

Cosa fare se il gatto piange quando andiamo via?

Se il gatto ha questo tipo di comportamento, la prima cosa da fare è capire se si tratta di un segnale preoccupante o se il micio ha semplicemente scelto questa modalità comunicativa, anche incoraggiato dalle risposte, consapevoli e non, ricevute dal suo pet mate. Se siamo in presenza di un rituale di saluto, infatti, non c’è nulla per cui allarmarsi.

Se siamo in presenza di un cucciolo, invece, si può tentare di placare la sua ansia mettendogli a disposizione una cuccia o altro luogo raccolto dove, magari, possa appisolarsi a contatto con un nostro indumento (questo forse non eviterà il miagolio ma lo aiuterà a tranquillizzarsi prima).

Con i giovani e gli adulti, la cosa migliore sarebbe cercare di arricchire il loro tempo anche in assenza di persone in casa, ottimizzando l’ambiente e lasciando a disposizione dei giochi con cui possano intrattenersi.

Infine, gli anziani vanno trattati con sensibilità e delicatezza, soprattutto in presenza di deficit cognitivi. Con loro potrebbe essere d’aiuto costruire delle routine molto chiare, predisporre angoli dove possano riposare e sentirsi al sicuro e anche loro potrebbero trovare giovamento da oggetti o indumenti lasciati a disposizione per ridurre il senso di smarrimento.

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Sonia Campa
Consulente per la relazione uomo-gatto
Sono diplomata al Master in Etologia degli Animali d'Affezione dell'Università di Pisa, educatrice ed istruttrice cinofila formata in SIUA. Lavoro come consulente della relazione uomo-gatto e uomo-cane con un approccio relazionale e sono autrice del libro "L'insostenibile tenerezza del gatto".
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