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18 Ottobre 2023
10:30

Se il cane muore durante l’operazione, il veterinario è responsabile?

Non sempre il veterinario risulta il responsabile del decesso dell'animale sottoposto ad operazione. Ci sono casi in cui il veterinario non deve e non può garantire la sopravvivenza dell'animale e altri in cui invece è tenuto a farlo. Nel caso in cui il decesso del cane operato dipenda dalla responsabilità del professionista, quest'ultimo potrà essere chiamato a risarcire il danno causato.

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Articolo a cura dell' Avvocato Salvatore Cappai
Civilista, esperto in diritto degli animali
cane veterinario

Purtroppo capita spesso che un cane (o un altro animale) non riesca a superare un intervento chirurgico a cui viene sottoposto. Ci si chiede in questa triste evenienza se la responsabilità della morte del cane durante l'operazione ricada in capo al veterinario che lo ha operato. La risposta è – evidentemente – "dipende".

Non sempre il veterinario risulta il responsabile del decesso dell'animale sottoposto ad operazione. Del resto, anche il medico che opera nel campo della medicina umana non sempre è chiamato a rispondere della morte di una persona verificatasi durante un intervento. Il veterinario che si occupa (anche chirurgicamente) dei nostri animali domestici è un libero professionista che svolge un'opera di tipo intellettuale, caratterizzata dalla prevalenza della qualità intellettuale della prestazione e assume nei confronti del pet mate delle obbligazioni di vario genere.

Come vedremo a seguire, ci sono casi in cui, pur dovendo operare con la massima diligenza, non deve e non può garantire un particolare risultato, come la sopravvivenza dell'animale, e altri in cui invece è tenuto a farlo. Nel caso in cui il decesso del cane operato dipenda dalla responsabilità del professionista, quest'ultimo potrà essere chiamato a risarcire il danno causato. Salvo il caso di volontarietà dell'uccisione – ipotesi che qui non si vuole neppure prendere in considerazione – il veterinario risponde soltanto in sede civile e non in quella penale. Non esiste, infatti, il reato di "animalicidio colposo", mentre esiste l'omicidio colposo e il medico può ben rispondere anche in sede penale nel caso di morte del paziente avvenuta per una sua colpa.

Le norme che regolano la responsabilità del veterinario

Come abbiamo appena accennato, il veterinario è un libero professionista (esattamente come un avvocato, un medico, un dentista) che svolge un'attività di tipo intellettuale, regolamentata dagli articoli 2230 e seguenti del Codice civile. Lo stesso assume nei confronti del proprio cliente delle obbligazioni contrattuali a cui deve adempiere con diligenza, con prudenza e con la perizia. In proposito l'articolo 1176 del Codice civile spiega che «nell’adempimento delle obbligazioni inerenti all’esercizio di un’attività professionale, la diligenza deve valutarsi con riguardo alla natura dell’attività esercitata».

L'articolo 2236 del medesimo Codice, poi, ci dice che «se la prestazione implica la soluzione di problemi tecnici di speciale difficoltà, il prestatore d'opera non risponde dei danni, se non in caso di dolo o di colpa grave». In altre parole, la normativa ci dice che il veterinario, così come ogni altro professionista, deve sempre operare con attenzione, competenza, abilità e deve ponderare con equilibrio le proprie scelte. Ci sono però attività che sono semplici e routinarie e altre che invece presentano un'elevata complessità.

Nelle prime è tenuto a garantire al cliente il risultato atteso (obbligazioni di risultato); nelle seconde deve lavorare con la dovuta diligenza ma non può assicurare che si arrivi ad un certo risultato (obbligazioni di mezzi). Con riguardo alle prime è ritenuto responsabile ogni qualvolta non raggiunga l'obiettivo proposto anche per via di una sua colpa solo lieve. Nelle seconde, invece, la sua opera viene valutata soltanto in termini di diligenza, prudenza e perizia e la colpa rilevante è solo quella grave (o il dolo).

I casi in cui il veterinario è responsabile della morte del cane

Fermo quanto abbiamo detto, il veterinario può essere ritenuto responsabile della morte del cane sottoposto ad intervento soltanto nell'ipotesi in cui la stessa sia stata determinata da una colpa, più o meno grave a seconda del tipo di intervento e della complessità dello stesso. Ovviamente una colpa deve sempre sussistere perché il professionista non può certo rispondere per decessi che siano provocati da eventi esterni o situazioni che non attengono al suo operato.

Come chiedere un risarcimento al veterinario

Per poter chiedere un risarcimento da responsabilità veterinaria è innanzitutto necessario dimostrare che detta responsabilità sussista. Non basta esserne convinti ma lo si deve fare attraverso degli accertamenti e valutazioni di natura tecnica. Sicuramente può risultare utile far sottoporre immediatamente la salma ad esame autoptico, così come è essenziale far redigere una relazione di parte ad un (altro) veterinario in ciò esperto. Accertata la presenza di una responsabilità, si dovrà procedere con la richiesta di risarcimento da indirizzare al singolo veterinario e/o alla struttura per cui opera.

In una prima fase si tenterà una soluzione bonaria stragiudiziale (nella quale solitamente viene anche coinvolta la compagnia assicurativa che copre la responsabilità professionale). Se non si dovesse pervenire ad un accordo, l'unica via consentita è quella del giudizio, preceduto da un procedimento di mediazione, in tal caso obbligatoria. Trattandosi di responsabilità di natura contrattuale, il danneggiato potrà agire entro il termine di prescrizione di dieci anni.

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Salvatore Cappai
Avvocato
Avvocato con la passione per la divulgazione. Mi occupo di diritto civile, con particolare riguardo ai campi della responsabilità civile, dell’assistenza alle imprese e del “diritto degli animali”. Mi sono avvicinato a quest’ultima materia circa dieci anni fa, quando ho incontrato Gaia, la mia cagnolina, che ha stravolto la mia visione sul mondo degli animali e sulla vita assieme a loro. La mia community social, nella quale da anni informo con semplicità su tematiche giuridiche, conta oltre 350.000 iscritti.
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