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12 Agosto 2022
15:02

Salvo il lupo che doveva essere abbattuto in Svizzera. «Non è più nel Cantone»

Il lupo, che avrebbe dovuto essere abbattuto in Svizzera perché responsabile dell'uccisione di cinque capre e tredici pecore, non si trova più nel territorio ed è quindi salvo.

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lupo trentino

La convivenza con il lupo continua a tenere banco in Svizzera, dove le autorità portano avanti una gestione basata in gran parte sugli abbattimenti. Questa volta però una delle ordinanze emesse per l’abbattimento di un esemplare si è chiusa in un nulla di fatto: il lupo che, per le autorità del Canton Uri, avrebbe dovuto essere ucciso perché responsabile della predazione di capre e pecore in alcuni pascoli, non si trova più nel territorio ed è quindi, di fatto, salvo.

Il Cantone aveva rilasciato l’autorizzazione all’abbattimento a inizio giugno, dando ai guardiacaccia 60 giorni di tempo per sopprimere il lupo. La scadenza però è trascorsa senza che l’animale venisse avvistato, e il sospetto è che possa avere lasciato il territorio dell’Uri. All’agenzia di stampa Keystone-ATS Josef Walker, responsabile per la gestione della caccia, ha confermato che dalle loro rilevazioni il lupo non è più tornato nei luoghi di predazione né ha ucciso altri animali (quantomeno non vi è la certezza che il responsabile di altre predazioni di pecore avvenute nei giorni scorsi sia proprio questo esemplare).

La legge federale svizzera sull'abbattimento del lupo

Il lupo sarebbe insomma in salvo, ma la situazione è in continua evoluzione. La legge federale svizzera consente ai Cantoni di emettere ordinanze di abbattimento quando un lupo si rende responsabile di almeno dieci uccisioni, e secondo i guardiacaccia tra il 14 e il 23 maggio il lupo dell’Uri ha attaccato e ucciso cinque capre e tredici pecore a Wassen, superando così il limite di legge. L’autorizzazione all’abbattimento è però limitata sia a livello territoriale sia temporale, e trascorsi 60 giorni, con il lupo ormai fuori dal territorio del Canton Uri, i guardiacaccia non possono più intervenire.

In difesa del lupo aveva manifestato, a giugno, l’associazione CHWolf, che nel tentativo di prevenire l’abbattimento aveva sottolineato come il limite delle dieci uccisioni non fosse in realtà stato raggiunto. Per l’associazione, infatti, sette pecore erano state predate in attività agricole non sufficientemente protette, e non avrebbero dunque dovuto essere include nel “conteggio” su cui si basano le autorità per emanare i permessi. Di fatto un cavillo, cui gli attivisti si erano però agganciati per cercare di impedire che l’animale venisse ucciso.

Soltanto una decina di giorni fa due lupi sono stati abbattuti nel territorio del Cantone Grigioni, dove le autorità sono determinate, in realtà, ad abbattere l’intero branco di cui i due giovani esemplari facevano parte. L’abbattimento era stato disposto dopo che  i due lupi avevano attaccato per due volte altrettante mucche sull'alpe Nera sullo Schamserberg, e le autorità del Cantone avevano specificando che «l’obiettivo rimane l'eliminazione dell'intero branco e l'abbattimento del maschio adulto M92, che manifesta un comportamento particolarmente anomalo, nel quadro dell'ordinamento giuridico svizzero».

La complessa gestione del lupo in Svizzera

In Svizzera, come fa sapere l’Ufficio Federale dell’Ambiente, le popolazioni di lupi sono in continuo aumento, e a fine 2021 vivevano circa 150 lupi divisi in 15 branchi, diventati a luglio 2022 180 in 17 branchi. Il Consiglio federale, determinato a tutelare gli allevamenti, aveva lavorato a una revisione della legge sulla caccia per allargare le maglie che limitano gli abbattimenti, ma a settembre 2020 la revisione era stata respinta in votazione popolare.

Il Consiglio federale ha quindi modificato l’ordinanza sulla caccia consentendo ai Cantoni di intervenire con urgenza nei casi in cui si ritiene concreta la minaccia rappresentata dai lupi, da qui la decisione di abbattere i due lupi del Beverin e di emettere una simile ordinanza per quello del Canton Uri. L’obiettivo del Parlamento svizzero sembra però essere quello di modificare all’origine la legge sulla caccia, in modo da prevedere in futuro che «si possa intervenire in modo proattivo nei branchi per regolarne gli effettivi». Ovvero abbattere alcuni esemplari – o tutti, come sembra essere nel caso del Beverin – per evitare che il branco possa espandersi.

Contro questa visione si sono già schierate diverse associazioni animaliste, che hanno ricordato l’importanza del lupo e il ruolo chiave che questo predatore riveste nel garantire la salute dei boschi e dell’ecosistema. Il Wwf, in particolare, pur ammettendo che «la Svizzera da sola è troppo piccola per ospitare effettivi in grado di sopravvivere», grazie alla sua posizione centrale «funge anche da importante corridoio tra le Alpi occidentali e settentrionali», ed è dunque fondamentale mettere a punto strategie in grado di garantire una convivenza pacifica tra l’uomo e questi predatori, senza necessariamente ricorrere agli abbattimenti.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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