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19 Marzo 2023
15:00

Salvati 14 gatti tenuti in condizioni igieniche precarie

È stato necessario l'intervento di una rete di volontari per salvare dei gatti, detenuti in tre diverse palazzine tutte facenti capo a una coppia di anziani.

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Almeno 14 gatti tra i 6 mesi e i 3 anni di età, detenuti in stato di malnutrizione e cattive condizioni igienico sanitarie. Alcuni addirittura legati a catena. Due di questi trovati già deceduti. L’Associazione Leidaa è riuscita a salvare dei gatti che erano tenuti rinchiusi in tre diverse palazzine a Margherita di Savoia, tutte facenti capo a degli anziani signori del paese. Ad accorgersi della situazione alcuni cittadini che avevano capito che all’interno degli immobili non si trovavano soltanto oggetti abbandonati.

La volontaria che si è fatta carico della vicenda, Octavia Bochie che, dopo aver eseguito una serie di sopralluoghi, si è attivata per capire come realizzare l’intervento: «Sono 4-5 anni che ci veniva segnalata la situazione di un signore che teneva dei gatti chiusi in un ufficio, alcuni di questi legati a catena – ha raccontato a Kodami – Lui si giustificava dicendo che il posto era vicino a una strada a scorrimento veloce e che quindi lo faceva per proteggerli. Nell’ultimo periodo, poi, l’uomo è diventato più anziano. Avevo così tante segnalazioni, soprattutto di turisti, però era difficile intervenire. L’episodio scatenante è stato il ritrovamento di due gatti feriti: entrambi erano caduti da qualche parte. Più tardi avremmo scoperto che si erano gettati dal terzo piano di una mansarda dove erano tenuti rinchiusi. Abbiamo provato a far ragionare la coppia di anziani. Prima ho avuto il sostegno di un parente che mi ha fatto entrare e vedere questi gatti, poi sono dovuta tornare con il Comandante della Polizia Locale e abbiamo convinto l’uomo a lasciarci recuperare gli animali».

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Per salvare i gatti, infatti, è stata necessaria un’intensa opera di convincimento nei confronti degli anziani, che pure non comprendevano di cagionare in quel modo un male agli animali. Altrettanto complessa è stata l’attività di recupero, organizzata a più riprese proprio perché l’accesso nei locali doveva essere autorizzato dai proprietari, trattandosi di luoghi privati rispetto ai quali non c’era un’effettiva conoscenza della situazione. Purtroppo per almeno uno dei gatti non c’è stato niente da fare: era morto per fame. Un altro è probabilmente fuggito precipitando dalla veranda dell’abitazione, forse nel tentativo di fuggire dalla situazione di detenzione. Non si sa poi se in passato la situazione abbia riguardato altri animali. In una delle palazzine c’erano anche due corvi, trovati anch’essi morti, che erano stati catturati e messi in una gabbia.

I gatti recuperati erano in cattive condizioni di salute: affamati, pieni di pulci e in alcuni casi ammalati. E' stato chiesto aiuto al Comando Provinciale delle Guardie Ecozoofile del Nogez di Bari che si è messo subito a disposizione per dare una mano a ricercare sistemazione a una parte degli animali. Occorrerà provvedere anche a un recupero psicologico, considerato il trauma vissuto con la reclusione durata per parecchi mesi. I proprietari degli appartamenti, naturalmente, sono stati segnalati agli organi competenti.

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«Gli animali sono tutti molto spaventati – racconta a Kodami la Guardia Zoofila Roberta Mura dei Nogez, riportando anche il pensiero di altre volontarie  – puoi fare loro di tutto, rimangono inermi, neanche scappano. Quando ricevono una carezza, non fanno fusa, non si muovono. È come se fossero rassegnati all’idea di un triste destino. Solo una di loro ha capito che sono coccole e non botte e chiama per riceverne altre. Gli animali saranno affidati in adozione non appena si saranno stabilizzate le loro condizioni».

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Anche in questa occasione tutta la fase successiva sta trovando il supporto di una rete di volontari che a distanza di chilometri sta provando a cambiare definitivamente la vita di questi poveri mici. Oltre all’aiuto dei Nogez va sottolineato anche l'intervento di Silvana Facchiano, una volontaria delle Marche che sta fornendo il suo supporto per coprire i costi delle cure e cercare loro una nuova casa: «Dopo anni di sofferenze, queste creature meritano un po’ di serenità – scrive sulle sue pagine social – dalle catene sono passati alle gabbie perché non si può farli stare con gli altri finché non vengono curati».

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Le volontarie

Spetterà alle autorità competenti accertare l’eventuale perseguibilità dei responsabili di questa situazione. Capita purtroppo con una certa frequenza di imbattersi in situazioni di accumulo seriale di animali, il più delle volte in condizioni igienico sanitarie precarie, soprattutto nei piccoli centri della provincia. Poche settimane fa vi avevamo raccontato una situazione con molte analogie, anche se in quel caso si era trattato invece di cani, in un altro comune pugliese: Alliste. Dimostrare che la detenzione degli animali è legata a comportamenti patologici è molto più complicato di quanto ci si possa immaginare. Soprattutto perché questi episodi avvengono all’interno di proprietà private dove l’intervento è reso più complesso dalla stessa normativa. La strada più semplice per un intervento tempestivo è dunque quella del dialogo, arte di cui i volontari stanno diventando pazientemente esperti. Per informazioni sui gatti è possibile contattare il numero +32 82 67 04 64 (Leidaa), +39 339 4765657 (solo whatsapp) o le pagine Facebook di Leidaa Margherita di Savoia, dei Nogez di Bari o Instagram di Silvana Facchiano.

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Roberto Maggi
Giornalista
Sono nato a Bari nel 1985. Sono un giornalista, fotografo e videomaker. Amo raccontare storie di animali sia con le parole che con le immagini. Sono laureato in giurisprudenza e da anni seguo la cronaca locale in Puglia. Amo tutti gli animali, ma in particolar modo i gatti. Faccio spesso amicizia con loro quando viaggio con la mia moto.
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