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17 Febbraio 2023
10:03

Salvata tartaruga marina verde nelle acque del Salento: è raro trovarle in Italia

Una tartaruga marina è stata salvata a San Foca. Molti la conoscono come tartaruga verde, ma il suo nome scientifico è Chelonia mydas e raramente è stata avvistata in Italia.

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È lunga poco più di 20 centimetri, probabilmente con un’età di 4 anni. La Delegazione di Spiaggia della Guardia Costiera di San Foca di Melendugno ha recuperato nel mare salentino un esemplare di tartaruga verde (Chelonia mydas), rettile marino che si trova più facilmente nella parte orientale del mediterraneo e più raramente raggiunge le coste pugliesi.

A prenderla in carico ci ha pensato il Centro Recupero Tartarughe Marine di Calimera. Piero Carlino, responsabile della struttura, ha raccontato a Kodami le operazioni di recupero: «Sono stato contattato dal Comandante Claudio Giannuzzi nella mattinata di giovedì – ha spiegato – durante la normale attività di pattugliamento gli uomini della Guardia Costiera avevano rinvenuto una tartaruga in galleggiamento. All’inizio pensavano che fosse morta. Grazie alle indicazioni telefoniche, dopo averla portata a bordo, abbiamo fornito loro tutte le indicazioni su dove toccarla per verificare se ci fossero reazioni».

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Dopo aver presupposto che fosse morta sono state compiute, dunque, tutte le operazioni di routine da adottare in questi casi: «Quando la tartaruga è stata toccata sulla palpebra ha reagito muovendo l’occhio – ha proseguito Piero Carlino – una volta appurato che era viva, allora, siamo partiti da Calimera per provvedere al recupero dal Porto di San Foca. L’abbiamo così portata nel nostro centro e l’abbiamo collocata in una vasca in acqua bassissima. Questo perché si mostra ancora poco attiva. Apparentemente non ha niente, lo stato di nutrizione è nella norma. Bisognerà vedere nei prossimi giorni: sono animali che soffrono molto di stress reagendo con l’immobilità. La temperatura interna dell’animale era comunque molto bassa. Noi la verifichiamo inserendo un termometro all’altezza della cloaca. Del resto l’acqua in questi giorni è fredda. Lo stato di debilitazione l’ha portata in superficie dove si sarà abbassata ulteriormente la sua temperatura. Se pensiamo che il recupero è avvenuto a 500 metri dalla costa è molto probabile che nel giro di poco si sarebbe ritrovata a terra».

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Da diversi anni capita spesso di trovare delle tartarughe Caretta caretta sulle coste italiane e nello specifico pugliesi. Anche questa estate vi abbiamo raccontato delle numerose nidificazioni ritrovate proprio in Salento. Più raramente, invece, capita di recuperare una Chelonia mydas, conosciuta come tartaruga verde. Questo perché, come detto, è una specie che vive principalmente nel mediterraneo orientale. È facile trovare sue nidificazioni in Libano, in parte della Turchia, in Siria, Israele e qualcuna anche sull’isola greca di Rodi.

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«È lì che si localizzano gli esemplari più grandi di questa specie – continua a spiegarci il referente del Centro Tartarughe – le giovani, invece, si spostano in tutto il Mediterraneo per alimentarsi. Hanno una dieta diversa dalle Caretta caretta, perché è prettamente vegetariana. Soprattutto da adulte mangiano piante marine che crescono sulle rocce, alghe, al massimo meduse e non disdegnano i molluschi che, però, rappresentano una minima parte della loro alimentazione. Mentre per le Caretta è sbilanciata in questa direzione. Adesso i cambiamenti climatici le fanno spostare più a Nord (come abbiamo raccontato a suo tempo per le Caretta, ndr) quindi in futuro potrebbero localizzarsi in queste zone anche esemplari più grandi di età. Naturalmente siamo sul piano delle ipotesi, seppur plausibili».

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Tornando alla tartaruga Chelonia mydas salvata a San Foca, sarà ora sottoposta a tutti gli esami necessari per comprendere se la sua situazione sia stata causata da un problema di salute. Prima di tutto sarà fatta una radiografia (che potrebbe per esempio far capire se ha ingoiato un amo) e gli esami del sangue. Dopodiché si proverà pian piano ad alzare il livello dell’acqua. Per ora gli esperti non l’hanno ritenuto prudente, rischierebbe di annegare. Laddove dagli esami non venisse riscontrato nessun problema si dovrà soltanto aspettare che l’animale si stabilizzi per poi provvedere alla liberazione in mare.

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Roberto Maggi
Giornalista
Sono nato a Bari nel 1985. Sono un giornalista, fotografo e videomaker. Amo raccontare storie di animali sia con le parole che con le immagini. Sono laureato in giurisprudenza e da anni seguo la cronaca locale in Puglia. Amo tutti gli animali, ma in particolar modo i gatti. Faccio spesso amicizia con loro quando viaggio con la mia moto.
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