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8 Settembre 2023
16:21

Ruben, “il leone più solo al mondo” ha una nuova vita: primo ruggito in 5 anni nel rifugio in Sudafrica

Il leone Ruben, nato e cresciuto in cattività in uno zoo armeno, ha trascorso gli ultimi 5 anni in totale solitudine. Grazie alla mobilitazione dell'Adi, è arrivato in un santuario in Sudafrica dove finalmente è tornato a ruggire.

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La nuova vita di Ruben, ribattezzato “il leone più solo al mondo”, è ufficialmente iniziata, ed lo ha fatto nel migliore dei modi: con un ruggito, lo stesso che da anni ormai non si sentiva più per le condizioni proibitive in cui ha vissuto, abbandonato a se stesso per cinque lunghi anni in uno zoo dell’Armenia.

Ruben a fine agosto è arrivata nel santuario dell’Adi (Animal Defenders International) in Sudafrica, dopo mesi di attesa e mobilitazione. Il viaggio verso la salvezza era iniziato a novembre 2022 con una raccolta fondi finalizzata a spostare temporaneamente Ruben in un santuario armeno, prima del trasferimento definitivo nel santuario che l’associazione gestisce in Sudafrica. A metà dicembre i volontari dell’Adi entrati in azione, prelevando Ruben dallo zoo fantasma e trasferendolo nel santuario della Foundation for Preservation of Wildlife and Cultural Assets. Qui il leone, acquisto da un oligarca russo come giocattolo e poi abbandonato in completa solitudine, ha trascorso la quarantena in attesa di partire alla volta del Sudafrica.

Un nuovo problema si è presentato, però, per lo spostamento. Sembrava infatti impossibile trovare un aereo adatto, ed è qui che entrata in gioco l’iniziativa di beneficenza “WeQare” di Qatar Airways Cargo, che ha messo a disposizione un mezzo più grande e in grado di contenere la cassa con Ruben al suo interno per decollare sulla rotta passeggeri programmata in partenza da Yerevan. Sull’aereo è stato caricato anche un camion dotato di aria condizionata per spostare il leone tra i vari aerei all’aeroporto di Doha, e Ruben ha potuto viaggiare agevolmente insieme con il presidente e il vicepresidente dell’Adi, Jan Creamer e Tim Phillips.

Una volta arrivato in Sudafrica, Ruben è stato sottoposto a nuove visite veterinarie. La lunga permanenza in cattività – 15 anni – e i 5 anni trascorsi in totale solitudine gli hanno provocato gravissimi danni fisici e psicologici. Il leone sembra avere un problema neurologico, potenzialmente una lesione alla colonna vertebrale o al cervello, e tende a zoppicare visibilmente a non riuscire a mantenersi in equilibrio. In uno dei filmati condivisi dall’Adi, però, lo si vede uscire dalla sua cassa, pur traballante, e dirigersi verso un sacco pieno di erba gatta per iniziare a giocare. Con il passare dei giorni, il leone ha dimostrato una caparbietà e una forza inaspettate, che hanno piacevolmente stupito, e anche commosso, i volontari.

«Ruben ha dormito sotto le stelle africane per la prima volta nella sua vita -hanno fatto sapere i volontari immortalandolo all’interno del recinto del santuario – La primavera è arrivata e le notti si stanno facendo più calde, il team di assistenza aveva intenzione di lasciare la porta di Ruben aperta durante la notte entro la fine della settimana, ma lui ha preso in mano la situazione e ha scelto per sé. Era una bella serata, e ha deciso di restare fuori al tepore del tramonto. È stato monitorato tutta la notte, alla fine si è spostato a dormire nel rifugio protetto. Al mattino era molto attivo e loquace. e sembrava contento di far valere il suo diritto di scelta. Si sta abituando alla sua nuova vita».

Ruben, infatti, è stato inizialmente rimasto al chiuso durante la notte, per abituarsi al passaggio dal soffocante caldo estivo armeno alle fredde notti di fine inverno in Sudafrica.  A emozionare di più i volontari dell’Adi, però, è stato il suo primo ruggito: «Era solo un piccolo ruggito, si stava annunciando con cautela, ma significa tantissimo per tutti coloro che tifano per questo vecchio guerriero malconcio – è stato il commento – Ci aspettiamo che il suo ruggito diventi più forte man mano che cresce la sua fiducia».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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