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8 Giugno 2023
17:11

Quattro tartarughe Caretta caretta trovate morte sulle spiagge in Sardegna: ignote le cause

Quattro tartarughe Caretta caretta sono state trovate morte lungo la costa dell'Ogliastra, in Sardegna. Dalle prime analisi non è ancora stato possibile risalire con certezza alle cause che hanno portato al decesso, ma gli esperti ipotizzano catture accidentali o ingerimento di reti e di plastica.

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Non si è ancora riusciti a comprendere cosa possa essere stato ad uccidere ben quattro tartarughe marine della specie Caretta caretta i cui cadaveri sono stati ritrovati dai Forestali della Base Navale di Arbatax in avanzato stato di decomposizione lungo le coste dell’Ogliastra, in Sardegna.

Il primo esemplare di grandi dimensioni è stato trovato vicino a Cala Luna che si trova nel comune di Baunei, un secondo nella spiaggia della Capannina nel comune di Tortolì e infine gli altri due nei pressi della Torre, nel litorale di Bari Sardo.

Dalle prime analisi non è ancora stato possibile risalire con certezza alle cause che hanno portato al decesso, ma gli esperti del CNR, il Consiglio nazionale delle ricerche e del CRES, il Centro di recupero delle tartarughe marine e dei cetacei a cui è affidato il coordinamento scientifico della Rete regionale per la conservazione della fauna marina, qualche ipotesi la cominciano a fare.

In primo luogo che si possa trattare di catture accidentali, visto che gli eventi sono accaduti in concomitanza con la ripresa stagionale della pesca col palamito. In seconda battuta possono c'entrare anche la ripetuta ingestione di plastiche che si accumula nello stomaco delle tartarughe marine provochi a lungo andare difficoltà di nutrizione fino alle estreme conseguenze. Una disavventura comune purtroppo a molte creature marine, e che colpisce in modo particolare le tartarughe, come dimostra la storia di Osimhen, salvato dagli esperti del  Turtle Point della Stazione Zoologica di Napoli dopo essere rimasto intrappolato in una rete.

In ogni caso sarà necessario fare ancora altre indagini e altre analisi. Intanto il Corpo forestale collabora con i due Enti al monitoraggio dei litorali, segnalando il transito di esemplari e ogni dato ambientale utile, tutelando i siti di nidificazione fondamentali per la conservazione della specie e soccorrendo gli esemplari in difficoltà.

Azioni che sono ancora più importanti questo periodo dell’anno dato che le tartarughe marine si avvicinano alle nostre coste per nutrirsi e per cercare siti adatti alla deposizione delle uova.

Purtroppo, però, la vita delle Caretta caretta non è per niente facile perché questa bellissime tartarughe vanno incontro a diversi pericoli: trascurando quelli naturali, rappresentati dalla predazione, dalla riduzione o scomparsa dei siti idonei alla nidificazione, la maggior causa di mortalità per la specie sono gli impatti con le eliche di barche e gommoni, le attività di pesca e, naturalmente, l’inquinamento marino.

Gli oggetti di plastica o di nylon di varia natura e consistenza vengono scambiati per piccoli pesci o meduse ed ingeriti e le conseguenze sono il soffocamento dell’animale e l’ostruzione dell’esofago o dell’intestino che non gli consente di continuare a nutrirsi, portandolo anche alla morte.

Legambiente è da anni attivamente impegnata nella salvaguardia di questi animali attraverso un’azione integrata di attività di recupero e cura, monitoraggio dei nidi, attività di informazione e sensibilizzazione nei confronti dei pescatori, dei turisti e delle popolazioni locali.

E non è mai abbastanza: studiosi, infatti, stimano che ogni anno in Italia oltre 40.000 tartarughe marine vengano catturate accidentalmente durante le attività di pesca professionale: di queste sono circa 10.000 quelle che non sopravvivono, un numero davvero preoccupante.

Sempre i numeri servono a dire qualcosa anche sulle nidificazioni: dopo due anni record per le spiagge italiane, con rispettivamente 249 e 256 nidificazioni individuate, infatti, l’estate 2022 ha subito un netto calo con soli 129, di cui 5 non schiusi/distrutti, messi in sicurezza o scoperti a seguito di schiusa a sorpresa, dunque circa il 50% in meno delle due precedenti stagioni di riproduzione.

Questa diminuzione però, se per i non addetti ai lavori può sembrare preoccupante, in realtà era attesa dagli esperti, in quanto le femmine di Caretta caretta per natura depongono ogni due/tre anni.

Le regioni che nel 2022 hanno fatto registrare numeri decisamente superiori rispetto a tutte le altre sono la Calabria e la Sicilia, con subito dietro la Campania che da due anni è diventata stabilmente la terza meta italiana preferita delle tartarughe marine.

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Simona Sirianni
Giornalista
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