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19 Maggio 2023
13:15

Quanto sono davvero pericolose le zecche?

Le zecche sono parassiti molto pericolosi sia per gli uomini che gli altri animali, in quanto possono trasmettere malattie come quella di Lyme. In caso di morso, però, non bisogna preoccuparsi eccessivamente: è possibile arginare i danni peggiori, confidando nella scienza e in qualche piccolo strumento.

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Le zecche sono un particolare gruppo di acari, appartenenti al sottogruppo degli Ixodida. Noti per essere degli organismi parassiti obbligati, sia i maschi che le femmine succhiano il sangue da diversi ospiti per crescere, svilupparsi e produrre un'ingente quantità di uova. Principalmente gli scienziati li dividono in tre famiglie: le zecche dure (Ixodidae), le zecche molli (Argasidae) e le zecche nuttalliellidi, che comprendono un'unica specie arcaica sudafricana, nota come Nuttalliella namaqua.

Imparentati con i ragni, le zecche sono fra i più pericolosi aracnidi presenti in natura, in quanto è più facile incappare in un loro morso che in quello di un ragno velenoso e la loro saliva è abitata da diversi microrganismi che potenzialmente sviluppano malattie.

Hanno un ciclo vitale che gli permette di affrontare adeguatamente qualsiasi stagione, soprattutto in quei territori che presentano un clima mite come il bacino del mediterraneo, ma le loro stagioni preferite sono la tarda primavera e l'estate, il periodo in cui balzano addosso ai loro ospiti e cominciano a cibarsi del loro sangue, in un primo momento per crescere e poi riprodursi.

Sfortunatamente sono delle creature molto resistenti e che vivono anche a lungo. Nel caso per esempio della comune zecca del legno (Dermacentor andersoni) un esemplare adulto può sopravvivere senza nutrirsi per oltre 36 mesi e resistere a lavaggi in lavatrice con acqua a 50 gradi. Per questa ragione in Svizzera, dove questa specie è molto presente e colpisce anche in Inverno, all'interno delle baite, le autorità sanitarie consigliano di pulire i vestiti, di ritorno dalle vacanze sciistiche in montagna, con lavaggi con temperatura superiore ai 60 gradi.

A causa del fatto inoltre che le campagne e i boschi sono stati parzialmente abbandonati e che è presente sempre meno manodopera, a pulire i margini dei sentieri come le strade delle periferie urbane, il numero di questi acari ha cominciato ad aumentare spaventosamente nel corso degli ultimi decenni, con un incremento del numero di casi che ha portato l'OMS per alcune regioni del globo a dichiarare l'emergenza. Sono infatti circa 12000 i casi di encefalite da zecche che sono stati segnalati l'ultimo anno. Un altro fattore importante che sicuramente però partecipa a questo processo è l'innalzamento delle temperature dovuto dal cambiamento climatico, che favorisce la maturazione delle larve in adulte in molteplici specie.

In Italia sono note ben 36 specie di zecche, che vengono raggruppate in 7 generi, mentre nel mondo se ne contano circa 900, tutte pericolose. Nel nostro paese la specie più comune è Argas reflexus detta anche “zecca del piccione”, ma le specie più rilevanti da un punto di vista sanitario sono Ixodes ricinus (la zecca dei boschi), Rhipicephalus sanguineus (la zecca del cane), Hyalomma marginatum e Dermacentor reticulatus.

Quando la zecca è pericolosa?

Bisogna destare sempre particolare attenzione al morso di una zecca, ma sicuramente risulta essere molto più rischioso un morso di un esemplare già gonfio di sangue. Questo perché, essendo l'animale già al limite, con l'addome colmo di liquidi, per la zecca risulta molto più difficile "trattenersi" dal rigurgitare parte del sangue ingerito e infettare l'ospite con la sua saliva. In questi casi infatti bisogna subito correre ai ripari, chiamando un medico o cercando di strappare la zecca tramite la pinzetta specificatamente inventata per quest'operazione, senza spremere o bruciargli l'addome, processo che potrebbe infatti provocare il rilassamento completo della muscolatura che controlla il rostro (l'organo principale della bocca), con il conseguente rilascio della saliva.

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Una comune pinzetta antizecche per uso umano

Qualora invece avessimo di fronte una zecca che non ha ancora cominciato a gonfiarsi notevolmente, bisogna valutare altri fattori per comprendere se rischiamo seriamente di contagiarci con qualche brutta malattia o di cadere vittima di una potenziale allergia. Per esempio, se compare un alone rossastro che tende ad allargarsi dal punto in cui la zecca ha praticato il suo morso oppure se si comincia a percepire una leggera febbricola o un acuto mal di testa è necessario avvertire subito il proprio medico, al di là delle dimensioni dell'animale.

Se notate inoltre successivamente a una passeggiata nel bosco dei dolori articolari, uno strano e repentino ingrossamento dei linfonodi e debolezza non provocata dalla semplice stanchezza, dovuta per esempio ad un'escursione, allarmatevi, soprattutto se non vi siete ancora ritrovati la zecca addosso. Questi animali infatti  talvolta mordono una prima volta, assaggiando il sangue del loro ospite, per decidere poi di abbandonarlo e spingersi verso un'altra preda. Ciò comporta che potreste essere stati punti senza accorgervene e che in qualche area nascosta della vostra pelle si nasconda il segno del passaggio della zecca.

Questi "morsi nascosti" sono i più insidiosi, poiché possono comunque portare all'infezione ed essere ignorati nelle prime ore necessarie al medico per scongiurare le più gravi conseguenze della malattia.

Per questa ragione i medici esperti consigliano ai loro pazienti di (1) portare sempre con sé, durante una passeggiata in natura, delle pinzette antizecche o uno spray repellente, (2) di camminare sempre con pantaloni lunghi e di indossare calze da trekking.

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Tipico alone di un morso da zecca su una gamba. Da notare che in questo caso l’animale ha deciso di allontanarsi

Quali malattie possono trasmettere le zecche?

Le zecche possono trasmettere decine di malattie diverse e a secondo delle regioni geografiche, esistono anche delle malattie esotiche ancora poco conosciute, per via delle difficoltà d'analisi. Qui prenderemo però in considerazioni le patologie principali diffuse da questi parassiti, soprattutto in America e in Europa.

La malattia di Lyme di sicuro è tra le malattie più temute tra quelle che le zecche normalmente trasmettono, poiché anche se non risulta sempre fatale comporta delle gravi conseguenze in una buona percentuale di casi. È originata da un batterio spiraliforme, la Borrelia burgdorferi, che vive nella saliva di moltissime zecche e che colpisce, tra i tanti organi, anche il sistema nervoso centrale.

Tra i sintomi si ha l'eritema cutaneo nel punto in cui è avvenuto il morso, molteplici dolori muscolari e articolari (che impediscono al malato di muoversi), cefalea, vomito, rigidità estrema del collo (che rende difficile la deglutizione e comporta spossatezza), febbre e paralisi facciale. In alcuni casi può favorire anche l'insorgere della meningite, la pericolosa infiammazione delle membrane che circondano il cervello, e un'artrite caratteristica, nota come artrite di Lyme.

Fortunatamente oggi giorno la medicina è riuscita a produrre un trattamento che – qualora la malattia dovesse essere diagnosticata in tempo – guarisce quasi completamente un paziente, andando a uccidere la B. burgdorferi  con una terapia antibiotica mirata.

Anche l ‘encefalite trasmessa da zecche o meningoencefalite colpisce il sistema nervoso centrale, solo che in questo caso a provocare danni nel corpo dell'ospite è il virus a RNA Flavivirus, che è presente soprattutto nelle popolazioni orientali di alcune zecche europee e che si annida all'altezza del rostro del parassita. I sintomi della malattia coinvolgono principalmente la testa e sono di natura neurologica, con il soggetto che perde conoscenza o non è più in grado di muoversi e parlare.

Attualmente non esiste una terapia farmacologica specifica per la meningoencefalite da zecca. Una persona quindi che ne è colpita richiede di solito il ricovero in ospedale e l'uso intensivo di farmaci anti-infiammatori, come i corticosteroidi, che in talune circostanze possono dare anche un sollievo sintomatico. Paradossalmente, il numero di decessi collegati a questa patologia sono molto meno numerosi rispetto i malati della sindrome di Lyme, perché oggi esiste un vaccino efficace contro il Flavivirus e perché di solito tale patogeno perde naturalmente la sua viralità, dopo un paio di giorni. Basti pensare che in passato alcuni soggetti comatosi si sono risvegliati dopo qualche settimana, con il semplice ausilio di una vigilanza medica.

Le rickettsiosi sono invece delle malattie molto più comuni quando si viene morsi da una zecca. Sono provocate da batteri non sporigeni e parassiti, che possono colpire sia animali domestici che esseri umani. I sintomi sono febbre repentina e molto alta, cefalea, malessere generale, diarrea e vasculite periferica. La febbre bottonosa è una tipologia di febbre trasmessa dalle rickettsie, trasmessa principalmente da Rhipicephalus sanguineus, la zecca parassita abituale del cane. Fortunatamente oggi esistono molteplici strumenti che permettono di combattere efficacemente e in fretta queste patologie, tra cui i farmaci antibiotici, alcuni vaccini inventati negli anni Quaranta del secolo scorso e le tetracicline.

In passato le rickettsiosi hanno arrecato diversi danni alle popolazioni animali e umane di alcune aree del globo, come le coste del Mediterraneo, ma una migliore pulizia delle città, delle abitazioni e dei boschi ha permesso di ridurre drasticamente i casi.

Infine la Febbre Q e la babesiosi sono altre due malattie trasmesse dalle zecche, facendo da tramite per alcuni protozoi del genere Babesia e per il batterio Coxiella burnetii. Entrambi i microrganismi vengono considerati delle potenziali armi biologiche e questo può far capire quanto pericolosi possono essere per la salute di animali domestici e popolazioni umane. Questi microrganismi colpiscono le cellule del plasma sanguigno, ovvero i globuli rossi o i globuli bianchi, facendoli letteralmente esplodere. I casi d'infezione hanno per fortuna un basso tasso d'incidenza, ma si riscontrano moltissimi casi negli allevamenti intensivi di pecore, mucche e maiali.

Cosa fare se si viene morsi da una zecca?

Se si viene morsi da una zecca, per prima cosa bisogna sincerarsi se è già colma di sangue o è ancora in fase "d'ingestione". In tutti i casi, non bisogna mai far scoppiare l'addome o strappare di netto con le dita l'animale. Il pericolo maggiore in questi casi è infatti la rottura del rostro, che può diffondere nel sangue i patogeni presenti nella saliva della zecca.

Dunque, senza cadere nel panico, bisogna scegliere se è il caso di tentare di eliminare la zecca autonomamente o se è meglio aspettare un medico o del personale esperto. Per tranquillizzarvi, ricordate che fino a quando la zecca continuerà a succhiare il sangue, ci sono meno probabilità che riversi i patogeni che potrebbero dar via alle malattie.

Qualora sceglieste di tentare di eliminare la zecca da soli, perché per esempio avete una pinzetta a portata di mano, ricordate di afferrare la zecca nel punto più vicino alla cute, per evitare proprio la rottura dell’apparato boccale. Rimuovetela dolcemente e cercando di imprimere un movimento rotatorio, senza strattonare la pelle che potrebbe andare incontro a lesioni. Per facilitare il processo ed eventualmente convincere la zecca ad allentare in parte o del tutto la presa, potete utilizzare dell'olio per asfissiare l'animale e fare in modo che il rostro stringa di meno la vostra pelle.

Non usate acqua, non usate alcol o della benzina.Per quanto la nostra nazione sia ricca di tradizionali metodi fai da te, l'utilizzo di questi prodotti spingeranno la zecca infatti a rigurgitare parte del sangue che ha in bocca, con il conseguente maggior pericolo d'infezioni.

Se il rostro dovesse rompersi, non preoccupatevi. Siete ancora in tempo per risolvere la situazione. Noterete un puntino nero al centro del sito del morso. Estraetelo aiutandovi con la punta di un ago sterile oppure operando una piccola incisione in campo sterile con un bisturi. Ciò può far sì che i patogeni non entrino in circolo. Disinfettate inoltre la cute, evitando disinfettanti colorati in modo tale da monitorare l'eventuale comparsa di segni di infezione o infiammazione.

Ricordatevi che l'azione più importante da compiere è quella di contattare un medico, anche se avete scelto di togliervi di dosso la zecca autonomamente. Solo un dottore infatti potrà chiarire se siete ancora in pericolo e se necessitate di un eventuale trattamento preventivo, che il più delle volte salvaguarda la salute dei pazienti più dei trattamenti successivi, legati alla comparsa dei sintomi più gravi.

Ricordatevi infine con non tutti i morsi di zecca comportano una malattia. La maggioranza dei morsi infatti si concludono senza particolari sintomi, al di là degli eritemi e delle piccole allergie provocate dal morso.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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