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30 Settembre 2023
15:00

Quanti tipi di squali esistono?

Esistono più di 500 specie di squali che vivono negli Oceani di tutto il mondo. La verdesca, il grande squalo bianco, lo squalo martello e squalo elefante sono alcune delle specie che vivono nel Mediterraneo.

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Gli squali sono fra i pesci che hanno avuto maggior successo nella storia del Pianeta, essendo comparsi circa 409 milioni di anni fa in pieno periodo Devoniano e sopravvivendo a ben 4 grandi estinzioni di massa. Attualmente, esistono oltre 500 specie di squali e, anche se questo numero può sembrare elevato, ci sono stati periodi geologici in cui il numero di squali presenti sulla Terra era notevolmente più alto, tanto da raggiungere il triplo delle specie.

Non tutti gli squali viventi presentano la tipica morfologia dei pesci cane, molta apprezzata dai film di Hollywood. Le forme degli squali infatti sono molto variabili e all'interno degli stessi generi possono esserci forme e dimensioni molto variabili. Nel Mediterraneo vivono diverse specie di squali, come il gattuccio, la verdesca e il grande squalo bianco – protagonista del film di Spielberg – ma anche diverse tipologie di squalo martello, squalo volpe e squalo elefante.

Gli squali sono animali molto temuti ma che in realtà sono estremamente minacciati per colpa delle attività umane.

Classificazione e caratteristiche principali degli squali

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Gli squali, le razze e i pesci sega fanno parte del gruppo degli Elasmosbranchi, pesci cartilaginei senza vescica natatoria e dotati di piccole scaglie placoidi che rendono la loro pelle leggermente ruvida, ma idonea per il nuoto idrodinamico. A loro volta gli squali in senso stretto, quelli che possiamo definire anche come pesce cani, fanno parte invece del sottogruppo dei Selachimorpha.

Questi animali si dividono a loro volta in altri gruppi, via via più piccoli, che permettono agli scienziati di identificare le specie in maniera sempre più precisa. In generale però, la principale caratteristica che possiamo osservare per riconoscere uno squalo è l'eventuale presenza o assenza della pinna anale. Questo elemento infatti è tra i più importanti nella classificazione di questi animali.

Nel caso infatti ci trovassimo di fronte ad uno squalo che non presenta una pinna anale, ovvero quella della coda, avremmo di fronte specie che appartengono all'ordine degli Squatiniformi (che presentano un corpo appiattito simile a quelle delle razze), degli Squaliformi ( che hanno un corpo no appiattito e un muso relativamente corto) e degli Pristioforiformi, noti anche come pesci sega.

Nell'altro caso, ovvero se avessimo l'opportunità di osservare uno squalo che presenta una pinna anale, sarebbero altri gli ordini a cui dovremmo fare riferimento. Per esempio, gli Hexanchiformi, che sono gli unici squali che presentano fino a 7 fessure branchiali e una sola pinna dorsale senza raggi, o gli Orectolobiformi, che hanno pigmentazioni superficiali molto peculiari che gli permettono di mimetizzarsi sul fondale e di essere conosciuti anche con il nome forse poco lusinghiero, di pesci tappeto.

L'ordine dei Lamniformi invece è il gruppo di squali veri e proprio e che conosciamo meglio, a cui appartengono le specie più famose come lo squalo bianco, lo squalo toro e le altre. Queste specie presentano occhi senza palpebre nittitanti, una valvola intestinale ad anello che aumenta notevolmente la superficie di assorbimento dei nutrienti e sensi particolarmente sviluppati. I Carcharhiniformi, invece, che comprendono circa 270 specie, sono il gruppo di squali più numeroso e che presentano il maggior numero di adattamenti. Morfologicamente sono simili ai lamniformi, ma sono caratterizzati dalla presenza di una membrana nittitante sopra l'occhio e due pinne dorsali, una pinna anale e cinque fessure branchiali.

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Gli Heterodontiformi, infine, sono degli squali che si differenziano morfologicamente di più dagli altri ordini degli elasmobranchi. Noti anche come squali testa di toro, hanno infatti gli occhi molto indietro rispetto alla bocca e la forma generale del cranio che non ricorda per nulla quella delle altre specie. Presentano delle spine molto appuntite sulle pinne dorsali e in generale si cibano di molluschi, crostacei e ricci di mare.

In linea generale, possiamo tuttavia definire uno squalo come un pesce cartilagineo, dotato di scaglie placoidi, il cui fegato è ricco di uno speciale olio – lo squalene – che risulta molto utile per galleggiare. Molte specie, inoltre, presentano le ampolle di Lorenzini, che permettono d'individuare i campi elettromagnetici prodotti dalle prede e sono in grado di percepire il campo magnetico terrestre per orientarsi.

Queste ampolle sono presenti in particolar modo sulla testa degli squali e sono formati da delle celle (noi all'esterno li vediamo come dei pori neri) ricolme di gel elettro-conduttivo. Gli squali, infine, sono ovipari o ovovivipari e sono fra i pochi pesci che riescono a regolare la loro temperatura corporea, tramite un metabolismo accelerato e alla sua particolare circolazione sanguigna. Un altro pesce che riesce a fare ciò è il tonno, in pratica un altro grande predatore.

Le specie di squali più comuni

Le specie di squali presenti nel Mediterraneo sono almeno 50 e molte di queste sono piuttosto comuni anche al di fuori del bacino. Non tutte sono carnivore e le specie davvero pericolose, che possono risultare una minaccia per i bagnanti e i sub, si contano sulle dita di una mano. Anche però queste specie non sono le terribili creature immaginate dal cinema o dai romanzi d'avventura. In media, infatti, il numero globale e annuale di attacchi di squali è molto basso e arriva a stento alle 70 unità. Il numero di morti è inoltre ancora più basso, tanto che gli zoologi hanno tolto gli squali all'interno della lista degli animali più pericolosi del Pianeta.

Squalo bianco (Carcharodon carcharias)

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Lo squalo bianco, conosciuto anche come carcarodonte, è probabilmente la specie più famosa al grande pubblico. Grande predatore, questo squalo è la terza specie di pesce più grande in assoluto ed è anche uno degli animali più veloci del mondo nel nuotare. Caratterizzato dal suo ventre bianco e da un sorriso dotato da micidiali denti triangolari, capaci di strappare bocconi grandi quanto un cane, questo pesce può raggiungere fino ai 5 m di lunghezza e a 1.110 kg di peso, in particolare quando le femmine portano nel grembo materno i loro piccoli.

Questa specie presenta una grande pinna dorsale e la sua pelle non è ricoperta di scaglie, ma da dentelli dermici appuntiti, che hanno la funzione di far scorrere velocemente l'acqua lungo il corpo dello squalo, mentre nuota.

Vive in gran parte degli oceani del mondo, tranne ai poli, e può risultare pericolosa, perché attacca gli esseri umani (soprattutto i surfisti) confondendoli per prede. Tuttavia, non sono gli squali più pericolosi in assolute né godono del sapore della carne umana. Quasi tutte le vittime dei loro attacchi vengono infatti liberate dal loro morso, perché sembrano non apprezzare il nostro sapore o la consistenza dei nostri vestiti.

Per capire la pericolosità della specie all'interno del Mediterraneo, basta vedere i dati disponibili in Italia. In tutta la storia sono stati registrati solo 18 attacchi di squalo bianco nel nostro paese, di cui 4 con esito fatale. Eppure il Canale di Sicilia e il Mar Tirreno sono abbastanza frequentati da questi animali, visto che seguono quasi sempre le scie odorifere delle loro prede preferite: i tonni, i pesce spada, i delfini e le tartarughe marine.

Squalo balena (Rhincodon typus)

squalo balena

Gli squali balena fanno parte dell'ordine degli squalo tappeto e sono i pesci più grandi in assoluto del pianeta. Sono molto famosi per via della loro indole docile, per essere del tutto innocui e perché si nutrono esclusivamente di plancton, sia di origine animale che vegetale.

Animali tranquilli, questi squali possono raggiungere fino ai 18,8 metri di lunghezza e vivono prevalentemente all'interno dei mari tropicali e temperati della Terra, che hanno una temperatura dell'acqua superiore a 21 °C. Sono molto rari nel Mediterraneo, ma qualche esemplare è stato avvistato nei pressi di Gibilterra e nel mar d'Alboran.

Sono tra i pesci a maggior rischio di estinzione, perché la loro popolazione è ridotta e hanno una capacità riproduttiva non molto elevata. Spesso vengono confuse dagli inesperti per delle vere e proprie balene.

Squalo tigre (Galeocerdo cuvier)

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Lo squalo tigre può superare anche i cinque metri di lunghezza

Il nome dello squalo tigre deriva dalle macchie scure che presenta lungo il suo corpo, che ad alcuni scienziati hanno ricordato il manto di una tigre. Le sue popolazioni si trovano soprattutto nelle calde acque tropicali, ma è possibile avvistarli anche nei mari temperati. All'interno del Mediterraneo è stato avvistato solo poche volte, ma questo viene considerato normale dagli esperti.

Questo animale infatti è un grande migratore e ama esplorare nuove mete, andando a pattugliare le zone vicino la costa o le grandi barriere coralline. Più piccolo dello squalo bianco, lo squalo tigre raggiunge al massimo i 4 m di lunghezza e il suo peso varia dal sesso e dall'età. In media i giovani pesano 175 kg, mentre le femmine adulte incinta hanno un peso che supera di poco i 635 kg.

Per quanto sia un grande predatore, talvolta finisce vittima delle attenzioni delle orche, che si dilettano a cacciarne gli esemplari giovani e a uccidere le femmine appesantite dal parto.

In America viene considerata una specie pericolosa, per via del grande numero di incidenti provocati ai danni dei bagnanti, ma rispetto ad altre specie non provoca un grande numero di morti né sembra essersi reso protagonista di molti attacchi in altre aree del mondo.

I subacquei tra l'altro lo descrivono come uno squalo amichevole, visto che si avvicina agli esseri umani per essere accarezzato e coccolato.

Squali martello (famiglia Sphyrnidae)

squalo martello

Gli squali martello appartengono alla famiglia Sphyrnidae, che dispone di circa 10 specie. Ognuna di esse ha una lunghezza e una forma della testa diversa, ma in generale tutte presentano un grande numero di ampolle di Lorenzini sul capo. Utilizzano la loro testa come una sorte di sonda e in effetti sono gli squali con i sensi elettro ricettivi più sviluppati. Abitano tutti gli oceani e i mari del mondo, ad eccezione dei poli e del mar Nero, e sfruttano la forma della loro testa anche per stordire la preda, durante la fuga.

Le loro dimensioni possono cambiare parecchio. Un Eusphyra blochii può infatti misurare fino ai 186 cm di lunghezza, mentre lo Sphyrna mokarran può superare i 4 metri di lunghezza e i 350 kg di peso. Sono tra le specie di squali più a rischio di estinzione perché diversi mercati asiatici, fra cui quello giapponese, apprezza consumare le sue pinne in delle zuppe di pesce.

Squalo elefante (Cetorhinus maximus)

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Squalo elefante, foto di Greg Skomal via Wikimedia Commons

Lo squalo elefante è il secondo pesce più grande del mondo, dopo lo squalo balena, e anche lui è uno squalo filtratore molto particolare. Con i suoi 10-12 metri di lunghezza, questo animale quando va a caccia di plancton apre la bocca come le balene, e il suo nome deriva dalla punta del suo muso, che risulta essere più lungo del normale.

La sua specie è del tutto inoffensiva per l'uomo e spesso invece è divenuto vittima della nostra pesca industriale. Abita l'Atlantico e il Pacifico settentrionale e meridionale, ma talvolta è stato avvistato anche in acque italiane, intento a dirigersi verso il mar Egeo, che risulta essere molto più profondo rispetto al resto del Mediterraneo.

Squalo goblin (Mitsukurina owstoni) 

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Lo squalo goblin è un pesce abissale appartenente all'ordine dei lamniformi. Vive principalmente nelle profondità in alcune ristrette aree costiere dell'oceano, come il mare che si affaccia al Golfo di Biscaglia, le acque che separano le isole del Giappone, il golfo di Capo Verde, le zone vicino il Sud Africa, la California meridionale e l'Australia.

Questa specie può raggiungere fino a 3,3 metri di lunghezza per 159 kg di peso e come è possibile notare dalle ricostruzioni presenti nei musei (gli animali veri e propri sono difficili da conservare) presentano un naso, molto ricco di ampolle di Lorenzini, con cui intercettano le prede e si cibano nell'oscurità.

Per via delle loro forme, gli squali goblin sono stati definiti da alcuni giornalisti americani i pesci più brutti presenti in natura, un epiteto che ha dato molto fastidio agli esperti. Il concetto di bellezza umano infatti non può essere utilizzato su altre specie, soprattutto quando si sta parlando di specie molto rare di cui non conosciamo la grandezza della loro popolazione e le cui catture avvengono principalmente in modo accidentale, tramite le reti dei pescatori.

Squalo toro (Carcharias taurus)

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Gli squali toro sono considerati fra i pesci più pericolosi del mondo, anche perché un loro morso è capace di strappare facilmente enormi pezzi di carne. A differenza però del bull shark, ovvero lo squalo leuca, di cui parleremo fra poco, il numero di incendi provocati da questi animali sono molto bassi. Questa specie infatti è molto tranquilla e gli studiosi sommozzatori che si immergono per studiarli in natura raccontano che amano farsi accarezzare sulla punta del cranio, quando non si sentono minacciati dall'uomo.

Questa specie è inoltre fra le più minacciate perché per decenni i pescatori americani e africani hanno continuato a perseguitarli, ritenendoli colpevoli della rottura delle reti. Abita le coste delle Americhe, dell'Asia, dell'Australia e di buona parte dell'Africa, oltre ad essere stato avvistato all'interno del Mediterraneo e del Mar Rosso dai tempi degli antichi esploratori fenici ed egiziani.

I suoi denti, più sottili e aghiformi rispetto a quelli del grande squalo bianco, sono stati fra l'altro utilizzati come aghi per la tessitura per secoli, a dimostrazione del fatto che storicamente i pescatori entravano spesso in contatto con questi animali.

 Squalo leuca (Carcharhinus leucas)

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Gli squali leuca sono fra gli squali considerati più pericolosi del mondo, essendo abituati a cacciare nei pressi delle coste delle Americhe, dell'Africa e del sud est asiatico. Questa specie è assente nel Mediterraneo.

A rendere questi pesci così minacciosi sono anche i loro denti, fra i più adattati per penetrare e strappare la carne dalle loro vittime. Un solo morso può infatti provocare la morte istantanea di un essere umano, ma anche in questo caso spesso questi animali attaccano solo se provocati o se vengono confusi dalle silhouette delle tavole da surf, che dal basso ricordano la forma dei delfini.

Questi squali possono raggiungere i 3,5 metri di lunghezza e un peso di 230 chilogrammi e presentano due pinne dorsali, di cui la seconda è la più piccola. In inglese vengono chiamati bull shark, ovvero squali toro, per colpa della loro forma tozza, del muso corto e appiattito e del loro comportamento imprevedibile e aggressivo.

Questi squali possono anche abitare anche le zone salmastre in cui sfociano alcuni dei più grandi fiumi del mondo. Per questo viene anche chiamato "squalo dello Zambesi" o "squalo del Gange". Alcuni esemplari sono riusciti persino a risalire il Mississippi fino ad Alton, ovvero nel cuore dell'Illinois, a centinaia di chilometri dall'oceano.

Squalo mako (Isurus oxyrinchus)

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Lo squalo mako è uno delle specie di lamnidi più diffusi del mondo ed è anche una delle specie più mordaci. Seppur infatti non supera i 3 m di lunghezza e caccia principalmente altri pesci e calamari, non disdegna mordere gli esseri umani quando gli sono a tiro. Molti studiosi ritengono tuttavia che il suo comportamento nei confronti della nostra specie non sia legato principalmente alla caccia, ma a un sistema difensivo.

Il mako in pratica avrebbe collegato la presenza degli esseri umani a quella di un competitor per la pesca e quindi attacca quando gli è possibile, per allontanare gli intrusi. Inoltre è in grado di effettuare il breaching, ovvero di saltare fuori dall'acqua, balzando fino a 7 metri d'altezza dalla superficie, per aggredire le sue prede. Fra queste possiamo infatti trovare anche diverse specie di uccelli, che incautamente riposano galleggiando sulla superficie del mare.

Questo squalo abita tutti i mari del mondo tranne quelli vicini i poli e il mar Nero ed è stato inserito nel mondo della letteratura, grazie a Ernest Hemingway. Nel romanzo "Il vecchio e il mare" è infatti un Mako a rubare il marlin (Makaira nigricans) al pescatore e a rappresentare la crudeltà della natura, che si disinteressa dei progetti dell'uomo.

Il Mako inoltre ha fatto da ispirazione per il film e per il romanso de "Lo Squalo". Nella storia originale doveva essere infatti il mako ad attaccare i bagnanti dell'Isola di Amity, ma poi Spielberg e l'autore del romanzo, Peter Benchley, pensarono che uno squalo più grosso – ovvero il grande squalo bianco – potesse produrre più paura nei lettori del libro e negli spettatori del film. Così decisero di cambiare specie, mantenendo inalterata la trama. Il riferimento al Mako rimase tuttavia nella locandina, come citazione interna all'opera.

Verdesca (Prionace glauca)

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La verdesca, noto anche come squalo azzurro, probabilmente è lo squalo più comune che abita il Mediterraneo. Abita tuttavia tutti i mari del mondo ed è comune persino vicino al polo nord e in Scandinavia. Ha un corpo leggero e muscoloso ed è noto per essere inoffensivo per gli esseri umani. Questa specie infatti predilige la fuga e morde solo se viene disturbata. Dal 1980 al 2023 sono stati registrati infatti solamente 13 attacchi all'uomo, di cui 4 morti causati più per i ritardi nei soccorsi che per la gravità dei morsi.

Possono raggiungere i 3 m di lunghezza, in genere pesano fino a poco meno i 200 kg e sono degli squali molto veloci, visto che cacciano prevalentemente calamari e prede altrettanto agili.

Spesso sono vittime delle orche e di altre specie di squali, che cercano di ucciderli non solo per finalità alimentari ma anche per ridurre il numero di predatori all'interno del loro territorio.

Gattuccio (Scyliorhinus canicula)

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Il gattuccio è una delle specie più piccoli di squali presenti nel nostro paese ed è una specie principalmente mediterranea ed europea. Alcune popolazioni infatti si possono trovare al largo del Portogallo e nel canale della Manica.

Frequenta acque basse e medio profonde fino a 400 metri di profondità e il suo corpo è compresso ai lati. Va a caccia di polpi, crostacei, molluschi e vermi policheti ed è una specie commercializzata in tutta Europa.

Lunga fino ad un massimo di 100 cm, questa specie è una specie ovipara e le sue uova spesso finiscono spiaggiate nelle spiagge, dove vengono raccolte dai curiosi. Per difendersi dalla pesca, il gattuccio infine può cercare di difendersi con dei morsi, ma al di là di qualche incidente registrato fra i pescatori, questa specie viene considerata del tutto innocua.

Il suo nome deriva proprio dal suo comportamento difensivo, quando viene prelevato dalle reti, oltre che per la forma del suo muso, che ricorda quello di un gatto.

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Uovo di un gattuccio
Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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