video suggerito
video suggerito
30 Luglio 2023
12:00

Lo squalo mako pinna corta (Isurus oxyrinchus)

Lo squalo mako è più piccolo rispetto allo squalo bianco, eppure il muso appuntito e gli occhi neri possono ricordarne l'aspetto. È diffuso nelle acque calde e tiepide di tutto il mondo e, di tanto in tanto, si può avvistare anche nel Mediterraneo.

14 condivisioni
Membro del comitato scientifico di Kodami
Immagine

Lo squalo mako pinna corta (Isurus oxyrinchus) appartiene alla famiglia lamnidi e viene considerato lo squalo più veloce in assoluto. Può raggiungere, infatti, i 32 chilometri all'ora ed è in grado di viaggiare per oltre 50 chilometri al giorno. Non è una specie di grandi dimensioni e generalmente non supera i 3,8 metri di lunghezza e i 150 chili di peso.

Viene chiamato anche semplicemente mako, oppure ossirina, e vive prevalentemente nelle acque tropicali, subtropicali e temperate e, in rari casi, viene avvistato anche nel Mar Mediterraneo.

In alcune situazioni può rappresentare un pericolo per gli esseri umani ma, secondo la Global Shark Attack Directory, dal 1974 al 2012 ci sono state solo tre segnalazioni di attacchi da squalo mako pinna corta all'uomo, quindi non è da considerarsi un'importante minaccia per la nostra specie.

Come è fatto lo squalo mako

Si tratta di una specie caratterizzata dal corpo snello di forma cilindrica che, a un primo sguardo, può ricordare quello degli squali bianchi (Carcharodon carcharias). Lo squalo mako pinna corta, però, è più piccolo e non raggiunge i 4 metri, contro i 7 metri dello squalo bianco. Le femmine sono più grandi dei maschi, i quali non superano i 135 chili e i 3,2 metri.

Secondo quanto riportato sul sito del Museo di Zoologia del Michigan, questa specie è in grado di nuotare così velocemente grazie alla pinna caudale, che è particolarmente spessa e potente e gli offre una particolare capacità idrodinamica. Le pinne dorsali, invece, sono piuttosto piccole.

Il muso è appuntito, con lunghe fessure branchiali e occhi neri, grandi e rotondi. La colorazione del corpo è blu metallizzato, con riflessi brillanti sul dorso e bianchi sul ventre. Anche le aree intorno alla bocca e sotto il muso sono bianche, ma i colori di ogni squalo variano leggermente a seconda dell'età e delle dimensioni. I giovani, infatti, spesso hanno una macchia nera sulla punta del muso.

Lo squalo mako ha denti grandi e particolarmente affilati che sporgono verso l'esterno della bocca anche quando è chiusa.

Alcuni lo confondono con lo squalo mako dalle pinne lunghe (Isurus paucus), il quale però, pur appartenendo alla stessa famiglia ed avendo un corpo dalle forme simili, è caratterizzato da una maggiore lunghezza delle pinne dorsali.

Dove vive lo squalo mako

Immagine

Il sito della Convention on the Conservation of Migratory Species of Wild Animals descrive lo squalo mako pinna corta come una specie litoranea ed epipelagica che si muove, quindi, soprattutto nelle acque che non superano i 200 metri di profondità. In alcuni rari casi, però, può scendere più in profondità, fino a un massimo di 700 metri.

Predilige in particolare le zone in cui la temperatura dell'acqua non è inferiore ai 16°C e ha la tendenza a spostarsi verso i poli in estate e verso i tropici in inverno. Durante i cambi di stagione è in grado di compiere lunghe migrazioni che raggiungono anche i 3 mila chilometri.

Tuttavia, in alcune situazioni può sopravvivere anche in acque più fredde (5-11°C), in quanto ha una particolare capacità di termoregolazione che gli permette di conservare a lungo il calore all'interno del corpo.

La specie è presente sia nell'Oceano Pacifico che nell'Oceano Atlantico e in quello Indiano. Per quanto riguarda la costa Occidentale delle Americhe, è possibile avvistarlo dalle Isole Aleutine, fino alla California e al Cile. Nel Pacifico si trova dalla Russia all'Australia, fino alla Nuova Zelanda. Nell'Atlantico, invece, si muove dalla Norvegia al Sud Africa e, più raramente, si trova anche nel Mediterraneo e nel Mar rosso.

Riproduzione

Immagine

I maschi e le femmine di questa specie raggiungono la maturità sessuale in età diverse (18 anni per le femmine, contro i circa 8 dei maschi). La riproduzione, generalmente avviene verso la fine dell'estate e all'inizio dell'autunno e il periodo di gestazione dura circa 15/19 mesi. I giovani, quindi, nascono durante la primavera (maggio/giugno o novembre, in base all'emisfero).

Si tratta di una specie ovovivipara che produce fino a 25 embrioni, ma i piccoli, soggetti a oofagia, generalmente non sono più di 5/7 (in media) e alla nascita misurano circa 70 centimetri.

Dopo il parto le femmine riposano per circa 18 mesi prima di riprodursi nuovamente e il ciclo riproduttivo dura quindi circa 3 anni. Durante questo periodo, le femmine frequentano spesso gli stessi siti di svezzamento, come ad esempio la baia della Baja California, lo stretto di Gibilterra e un'area situata al largo della costa del Brasile.

Per tutto il processo (escluso ovviamente il periodo dell'accoppiamento), la specie è soggetta a una forte segregazione sessuale, perciò maschi e femmine si trovano molto raramente a convivere. Si pensa inoltre che il corteggiamento avvenga in maniera piuttosto violenta, in quanto le femmine presentano spesso cicatrici sui fianchi, sulle regioni branchiali e sulle pinne dorsali, che possono essere causate dai morsi dei maschi.

Alimentazione

Lo squalo mako pinna corta è un superpredatore, la cui dieta (per quanto riguarda l'Atlantico Nord occidentale) è basata per il 90% sul pesce azzurro. In altre zone si alimenta anche di cefalopodi e, occasionalmente, di mammiferi marini. Tra le prede registrate vi sono anche lo sgombro (Scomber scombrus), l'aringa atlantica (Clupea harengus), il pesce spada (Xiphias gladius), diverse specie di calamari (tra le quali Loligo pealeii e Illex illecebrosus) e tartarughe della specie Chelonia mydas).

Per quanto riguarda la strategia di caccia, questo squalo è certamente avvantaggiato dalla sua straordinaria velocità e, inoltre, può avvalersi anche di un morso potente e di denti appuntiti e seghettati, capaci di strappare la carne dal corpo delle prede.

Lo squalo mako e l'uomo

Immagine

L'uomo è il più importante predatore dello squalo mako pinna corta. Ciò è determinato certamente dalla pesca accidentale, ma anche dal fatto che, in particolare in Asia, è diffuso il consumo della sua carne e dell'olio di fegato di squalo, entrambi venduti abitualmente nei mercati.

La IUCN ha catalogato questa specie come Endangered, ovvero a rischio di estinzione, in particolare nell'Atlantico settentrionale. Ciò nonostante, secondo quanto riportato dallo Shark Research Institute, ancora oggi le catture sono superiori del 50% rispetto alla soglia concessa.

Lo squalo mako pinna corta, è noto per la tendenza a tentare di divincolarsi quando viene pescato, danneggiando anche gravemente le barche dei pescatori grazie alla sua velocità e alla sua potenza. I casi di aggressioni ai sub da parte di questa specie sono invece piuttosto rari, soprattutto perché rispetto ad altri squali, si muove più lontano dalla costa.

Curiosità

  • L'aspetto particolarmente impressionante dei denti dello squalo mako hanno fatto sì che proprio la bocca di un individuo di questa specie venisse riportata nella locandina del film Lo squalo, sebbene il protagonista della pellicola fosse uno squalo bianco.
  • Nel film d'animazione Alla ricerca di Nemo, il personaggio di nome Fiocco è uno squalo mako intenzionato a diventare vegetariano perché non vuole più mangiare pesce.
  • Anche lo scrittore Ernest Hemingway parla di uno squalo mako che preda un pesce marlin, nel suo romanzo Il vecchio e il mare.
  • Il gruppo musicale dei Gorillaz cita lo squalo mako nel testo del brano Stylo
Avatar utente
Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views