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21 Novembre 2023
18:10

Quali sono i lavori per stare a contatto con natura, biodiversità e animali?

Dog e cat sitter, educatore cinofilo, pet therapist ma anche accompagnatore nelle escursioni di whale watching. Sono sempre di più le professioni che permettono di lavorare a contatto con gli animali, in difesa della biodiversità. Crescono le richieste, ma anche le possibilità di crescita di un settore vasto e variegato.

Giornalista
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Natura, biodiversità, animali. Sono tre attrattive sempre più trainanti nel mondo del lavoro. Un lavoro che, potenzialmente, ha tutte le carte in regola per “cambiare il mondo” e renderlo più a misura d’uomo e di animale.

Le cosiddette “soluzioni basate sulla natura” (NbS), intese come «Azioni per proteggere, conservare, ripristinare, utilizzare e gestire in modo sostenibile ecosistemi terrestri, d’acqua dolce, costieri e marini naturali o modificati», sono infatti le attività che hanno bisogno dei “lavori green” ormai tanto ricercati dai giovani che hanno trovato, rispetto ai loro genitori, un modo molto più concreto per “salvare il pianeta”.

Lavori specialistici e diversissimi tra loro che vanno dal classico biologo e zoologo, naturalmente, alla guida ambientale, all’ecologo, al veterinario specializzato in specie animali selvatiche, fino al fotografo naturalista, per chi ha una maggiore propensione artistica. Ci sono poi lavori ultra-specifici come lo short rotation plantation manager, addetto alla rotazione delle colture e alla piantumazione dei nuovi alberi, Il forest fire fighter, specializzato nella prevenzione e nello spegnimento di incendi boschivi, e l’esperto in adventure park, specialista nella progettazione di parchi avventura nei boschi.

Ma lo spettro delle attività legate alla sostenibilità e alla difesa dell'ambiente è davvero vasto, soprattutto da quando il discorso si è allargato alle tematiche legate al cambiamento climatico e alla conseguente nascita di nuove tecnologie per abbandonare vecchi processi inquinanti e sistemi antiquati a favore di soluzioni green. Ingegneri e consulenti ambientali, ma anche geoscienziati o esperti di fotovoltaico o architetti in bioedilizia sono professionalità sempre più richieste.

La Green Economy infatti non è uno scherzo se secondo il rapporto “Decent Work in Nature-based Solutions” pubblicato da International Labour Organization (ILO), United Nations environment programme (Unep)  e International union for conservation of nature (Iucn) e presentato alla COP15 a Montreal a dicembre dello scorso anno «Si potrebbero creare 20 milioni di posti di lavoro sfruttando ulteriormente il potere della natura per affrontare le principali sfide che la società deve affrontare, come il cambiamento climatico, il rischio di disastri e l’insicurezza alimentare e idrica» spiegava infatti il rapporto.

All’interno della Green Economy riveste poi particolare importanza il comparto dedicato alla biodiversità e alla sua difesa. Lavorare per proteggere la varietà biologica in tutte le sue forme, dalle specie più piccole come i microbi fino alle piante e agli animali e ovviamente alla specie umana in tutte le sue diversità, appare sempre più stimolante anche in relazione alla necessità avvertita dalle istituzioni di sostenere questo ambito. Non a caso qualche mese fa è nato il Nbfc-National Biodiversity Future Center, il primo centro di ricerca italiano dedicato alla biodiversità, coordinato dal Cnr-Consiglio nazionale delle ricerche. Istituito e finanziato dal Pnrr-Piano nazionale di ripresa e resilienza, Nbfc ha la sua sede a Palermo ed è promosso dal Cnr insieme a 49 partner, tra Università, Centri di ricerca, fondazioni e imprese. Finanziato con 320 milioni di euro per tre anni, dal 2023 al 2025, punta al coinvolgimento di 2mila ricercatori, la metà dei quali donne.

Diventare veterinario, etologo, biologo marino o zoologo della fauna selvatica sono poi le due professioni più ambite per chi, oltre alla difesa dell’ambiente, si vede proiettato anche nella difesa del mondo animale. Ma dall'ambito sanitario a quello della cura e del benessere, sono tante le occupazioni che prendono spunto dall’idea che la passione per gli animali e la natura possa trasformarsi in un'occupazione. Se medicina veterinaria, biologia e agraria sono le specializzazioni universitarie più adatte, ci sono poi numerose sfaccettature del comune denominatore rappresentato dal lavoro con gli animali. Dai dog e cat sitter, per tanti il passo di avvicinamento a questo mondo, all’educatore cinofilo al pet therapist, che mette a disposizione la propria abilità nell’avvicinare gli animali alle persone malate che possano trarre beneficio dalla loro presenza, fino a gestire o lavorare in una fattoria didattica o a fare l'accompagnatore nelle escursioni di whale watching. Ci sono poi le professioni parallele, quelle che hanno come sfondo il mondo animale e la sua difesa che però non vuol dire il contatto diretto con domestici o selvatici. Parliamo degli avvocati, ormai sempre più presenti nelle battaglie per la difesa dei diritti di chi non può difendersi e i comunicatori, come i giornalisti o gli uffici stampa delle associazioni animaliste.

Abbiamo volutamente omesso tutti quei lavori che, pur a contatto con gli animali, basano il loro esercizio sul loro sfruttamento e sulla coercizione e addestramento forzato, anche nel cinema e nella tv. Circhi, delfinari, e utilizzo per fine turistico sono lavori a fianco degli animali che speriamo possano un giorno scomparire completamente dai nostri vocabolari. Si invece a tutte le professioni che abbiano come obiettivo la loro conservazione e protezione: ai lavoratori dei santuari etici, a coloro che hanno dedicato la loro vita al recupero e alla rieducazione alla libertà degli animali provenienti da una vita di sfruttamento e di maltrattamenti.

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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